Politica & sviluppo

Startup, che cosa dice il rapporto Guidi

Nel documento del Mise, presentato al Parlamento a inizio marzo ma reso pubblico solo adesso, per la prima volta un ministro scatta la fotografia dell’ecosistema e introduce il principio di valutazione delle politiche pubbliche di sostegno. L’appuntamento diventerà annuale.

Pubblicato il 18 Apr 2014

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Il ministro delle Sviluppo economico, Federica Guidi

Per la prima volta un ministro presenta una Relazione sulle startup innovative e introduce il concetto di valutazione delle policy pubbliche di sostegno all’economia. La responsabile dello Sviluppo economico Federica Guidi ha disposto la pubblicazione online sul sito del Mise della prima Relazione annuale sullo stato d’attuazione della politica del governo a sostegno dell’ecosistema delle startup innovative. La relazione fotografa la situazione come era meno di due mesi fa, quando queste realtà imprenditoriali iscritte alla sezione speciale del registro delle imprese risultavano essere 1.719: il 30% nel Nord-Ovest, il 28% nel Nord-Est, il 23% al Centro e il 19% nell’Italia meridionale e insulare. I dati risalgono a febbraio perché la Relazione, che è datata 1 marzo 2014, è stata consegnata il mese scorso al presidente della Camera, a quello del Senato, ai presidenti delle Commissioni Industria di entrambe le Camere e al presidente della Repubblica. In assenza di osservazioni, è stata pubblicata. I dati nel frattempo sono cambiati: dal Registro delle startup innovative di Infocamere, aggiornato al 14 aprile, è emerso che siamo arivati a quota 1.941. Quindi, in meno di due mesi, ne sono state iscritte 222 in più: un trend decisamente positivo.

Ma al di là dei numeri il documento è significativo perché introduce per la prima volta il concetto di valutazione delle politiche pubbliche, ovvero prevede che, dopo l’emanazione di una norma, venga elaborata e diffusa pubblicamente una valutazione dei suoi risultati. Nella Relazione, per esempio, sono state “riversate” le osservazioni del Comitato di valutazione e monitoraggio istituito a gennaio. Ovviamente, essendo la normativa sulle startup relativamente recente, il dossier della Guidi scatta una fotografia dell’esistente. È previsto comunque che una volta all’anno, a marzo, il ministro dello Sviluppo economico consegni un rapporto annuale sulle startup innovative. Quello del prossimo anno potrà essere giocoforza più circostanziato e dare maggiore spazio alla valutazione degli effetti della legge sull’economia del Paese.

“Le startup innovative sono al centro della strategia di rilancio del sistema produttivo nazionale cui stiamo lavorando – spiega nel documento il ministro Guidi – perciò sostenendo la nascita e lo sviluppo di nuove imprese innovative vogliamo favorire un approccio di politica industriale premiante per quelle aziende capaci di incidere profondamente sulla competitività e sulla produttività del nostro tessuto economico, generando effetti positivi sull’occupazione, in particolare giovanile. Sotto la mia direzione, l’impegno del ministero dello Sviluppo economico su questo fronte viene, se possibile, ulteriormente rafforzato: diverse sono infatti le nuove misure attualmente in fase di studio, tra queste è ormai prossimo al lancio il programma Italia Startup Visa, il cui obiettivo è la semplificazione del meccanismo di concessione di visti per i cittadini extra-Ue che intendono avviare una startup innovativa in Italia”.

Quanto ai dati contenuti della Relazione, uno degli elementi presi in esame è la distribuzione settoriale delle 1.719 startup innovative censite a febbraio, il 78% delle startup innovative opera nei servizi (in particolare nella produzione di software e nelle attività di ricerca e sviluppo), il 18% nell’industria e nell’artigianato, il 4% nel commercio, ma non mancano esempi di startup attive nel campo del turismo e dell’agricoltura. Sono inoltre 19 (sempre secondo i dati di febbraio) gli incubatori certificati: strutture con esperienza consolidata nell’attività di sostegno alle startup innovative.

Tra le Regioni vince la Lombardia per numero di startup (341), seguita da Emilia-Romagna (192) e Lazio (177). In coda Calabria (20), Molise (10) e Basilicata (9).

Per quanto riguarda la tipologia prevalgono nettamente le attività connesse con il mondo del digitale sia fra i servizi che nella trasformazione industriale. In particolare, esaminando le 4 cifre della classificazione Ateco 2007, tra le attività dei servizi sono in evidenza le attività di produzione di software (354 imprese), le altre attività di ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell’ingegneria (215), la produzione di portali web (95), consulenza nel settore delle tecnologie dell’informatica (88), altre attività dei servizi connessi alle tecnologie dell’informatica (85).

Tra le attività industriali spicca la fabbricazione di computer e unità periferiche (19 imprese), la fabbricazione di motori, generatori e trasformatori elettrici (18), la fabbricazionedi altre macchine di impiego generale (15), la fabbricazione di macchine per impieghi speciali – incluse parti e accessori (15), la fabbricazione di strumenti e apparecchi di misurazione, prova e navigazione – esclusi quelli ottici (14).

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