Fondo Nazionale Innovazione, a giugno la partenza: 8 cose da sapere sulla linea Di Maio-Cassa Depositi e Prestiti

Serviranno ancora almeno tre mesi per poter vedere il nuovo corso voluto dal ministro dello Sviluppo Economico. Cassa Depositi e prestiti sarà la cabina di regia, con la possibilità di investimenti diretti. In corso di definizione la composizione e la guida del team. Ci sarà una casa romana per il venture capital. E poi…

Pubblicato il 04 Mar 2019

Il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio

Forse prima dell’estate prenderà forma e consistenza il Fondo Nazionale Innovazione di cui il ministro dello Sviluppo Economico parla da mesi. A un anno delle elezioni del 4 marzo il leader 5stelle Luigi Di Maio ha celebrato il suo progetto di riordino dell’investimento pubblico sulle startup durante una lunga e verbosa kermesse organizzata a Torino. Come ha indirettamente ed elegantemente segnalato Alberto Onetti, presentando i dati sullo stato delle scaleup italiane, “questi dati li ho già presentati a Madrid due settimane fa” e, aggiungiamo noi, sono noti da tempo alla platea raccolta fra Milano e Roma come buona parte delle parole spese nei diversi panel che hanno “imbottito” l’intervento di Di Maio e quello dell’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo.

Su startup e innovazione, lo sappiamo bene, l’Italia è partita dopo agli altri Paesi europei e, cosa ancora più grave, continua ad andare più piano degli altri. I segnali positivi non mancano ma è rischioso consolarsi con le noccioline. Serve un’accelerazione, come si dice da tempo, e questo vuole essere l’obiettivo del Fondo Nazionale Innovazione. Che cosa è stato detto a Torino di più di quanto già non sia stato annunciato? Proviamo a mettere in fila qualche fatto e le molte promesse.

  1. Il Fondo Nazionale Innovazione

    Prenderà corpo grazie ai capitali in questo momento in dotazione a InvitaliaVentures il cui 70% potrà essere acquisito da Cassa Deposititi e Prestiti: 440 milioni che raddoppieranno con un analogo “contributo” di Cassa Depositi e Prestiti, come ha detto l’ad Fabrizio Palermo che si è impegnato a sollecitare le 500 aziende con cui è in contatto a fare open innovation, corporate venture capital. Ben fatto, quando sarà fatto.

  2. I tempi del Fondo Nazionale Innovazione:

    Entro marzo dovrebbe essere perfezionato il passaggio della quota di controllo di Invitalia Ventures a CDP, poi ci saranno i 60 giorni di tempo a disposizione delle osservazioni di Banca d’Italia. Se le scadenze saranno rispettate e tutto filerà liscio, il Fondo potrà partire a giugno. Il ministro ha annunciato che ci sarà un nuovo evento per festeggiare il via e sarà a Napoli.

  3. Come investirà il Fondo Nazionale Innovazione?

    Direttamente e indirettamente, Fabrizio Palermo lo ha detto chiaramente. “Adotteremo i due modelli”. Quindi nuovi capitali per gli operatori italiani del venture capital ma anche investimenti diretti sulle startup.

  4. Chi gestirà il Fondo Nazionale Innovazione?

    Non è ancora dato saperlo. Il team è in corso di selezione e sarà un team corposo, si limita a dire Fabrizio Palermo. Ma chi lo guiderà? In sala c’era Salvo Mizzi, ex manager di Invitalia Ventures, ha tenuto a far sapere Riccardo Luna che ha intervistato l’ad di CDP. E il suo nome è quello che circola con più insistenza per la nuova posizione.

  5. Un fondo del Mise per investire in startup

    Ci sarà un altro fondo gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico che partirà con una dotazione di circa 90 milioni e che investirà direttamente sulle startup, ha fatto sapere Luigi Di Maio. Per il momento non è stato sapere con quali criteri se non generiche affermazioni sui settori strategici della tecnologia.

  6. Il declino del Fondo Italiano Investimenti

    Il Fondo Italiano Investimenti sarà oggetto di una “riorganizzazione importante”. è stato detto da Fabrizio Palermo. Un modo elegante peer anticipare il ridimensionanto se non forse la liquidazione di quello che è stato uno strumento importante per l’intervento di CDP sul mercato del venture capital italiano.

  7. Una casa romana per il venture capital

    Il venture capital italiano prende casa e, ha deciso CDP, sarà a Roma. L’ad della Cassa ha infatti annunciato che presto, forse prima dell’estate, ci sarà un luogo fisico per riunire gli operatori italiani del capitale di rischio che, notoriamente, sono prevalentemente basati a Milano.

  8. Luigi Di Maio voleva fare lo startupper.

    Se non fosse diventato ministro e vicepremier, Luigi Di Maio avrebbe voluto fare lo startupper. Quindi, ovvio, che la questione gli sta a cuore. A Torino ha ricordato che presto ci saranno le SIS, le Società di Investimento Semplici; che le startup avranno accesso semplificato agli acquisti della Pubblica Amministrazione; che sarà sostenuto e accelerato il TechTransfer.

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