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Big data e infomobilità: le auto-sensori e le strade del futuro, che cosa sta cambiando

L’uso dei big data sta rivoluzionando la mobilità: il rilevamento e la raccolta di grandi quantità di dati prodotti dalle stesse auto (che diventano “sensori” in grado di comunicare con altri oggetti grazie all’Internet of Things) consente di dare risposte ai problemi in tempo reale. Come? Con l’infomobilità. Ecco che cos’è

Pubblicato il 19 Apr 2019

Dati e coronavirus: lasciare da parte la privacy per consentire il monitoraggio

L’utilizzo dei big data sta contribuendo a rivoluzionare il modo di muoversi e di spostarsi. L’Internet of Things, la tecnologia che consente di connettere gli oggetti tra loro, sta rendendo le auto sempre più “connected”. Questo le trasforma in “produttrici” di dati, un’enorme mole di dati che possono essere utilizzati nei modi più svariati a vantaggio del guidatore e in generale di chi si sposta. Dagli stessi dati che producono i veicoli si ricavano informazioni utili ai veicoli stessi: si chiama infomobilità. Vediamo meglio di capire come nasce e come si sta sviluppando.

Big Data: perché lavorare sui dati crea un vantaggio competitivo

“Big data” vuol dire (letteralmente) “grandi dati”, ovvero grandi quantità di dati, che presi insieme occupano molto spazio di archiviazione, nell’ordine dei Terabyte (unità di misura multipla del byte, corrispondente a 2 alla quarantesima byte). I big data possono essere generati ovunque e utilizzando qualunque dispositivo digitale. Possono infatti essere prodotti da telefoni cellulari, social media, sensori, sistemi transazionali, automobili, macchine industriali, pc, satelliti, telecamere per monitorare il traffico. La diffusione capillare delle tecnologie wireless e l’intera infrastruttura di rete consentono il rilevamento e la raccolta di grandi quantità di dati spazio-temporali che possono essere utilizzati per comprendere pattern e modelli interpretativi innovativi. In particolare, nel settore della mobilità, possono indirizzare la pianificazione urbana, la mobilità sostenibile e l’ingegneria dei trasporti. Tutto questo contribuisce a fare di una città una smart city all’insegna della smart mobility.

Smart mobility: che cos’è e come migliorerà le nostre città

Avere la capacità di accedere ai dati provenienti da diverse fonti, raccoglierli, aggregarli, elaborarli ed analizzarli, significa dunque avere la possibilità di prendere decisioni e dare risposte ai problemi quasi in tempo reale e in modo affidabile. Ecco perché la sfida più grande per le aziende oggi è nella capacità di acquisire un vantaggio competitivo lavorando sui dati.

L’automobile del futuro: sensore e centro di produzione di dati

L’automobile sta diventando ormai sempre più un sensore. L’Internet of Things sta connettendo i più diversi componenti dell’auto tra loro e con altri componenti e sistemi. Le automobili di oggi vengono vendute con computer a bordo in gradi di processare fino a 25 gigabytes di dati all’ora. Mettendo insieme le funzionalità dei computer sulle auto con i progressi nelle reti wireless e con la gestione dei dati, la macchina ha l’opportunità di diventare il sensore real-time più avanzato che esista al momento.

Utilizzando l’automobile come un sensore si possono monitorare certamente i dati per così dire tradizionali sul traffico, come lo scorrimento su strada, la velocità, il tempo di percorrenza, l’origine e la destinazione del veicolo, ma anche ulteriori fattori che magari un tempo non avremmo pensato di poter monitorare attraverso il veicolo: tempo atmosferico, livello di inquinamento, livello dei rumori, condizioni del manto autostradale, presenza di altre macchine e molti altri elementi utili per il conducente.

Ne deriva che, come si legge in questa analisi di McKinsey, un’automobile non è più solo una “scatola di metallo”, ma una struttura in grado di integrare varie tecnologie chimiche, meccaniche, elettriche e digitali. Già cinque anni fa un’auto di lusso incorporava un codice che era sette volte quello di un Boeing 787. Le automobili sono sempre più destinate a diventare centri di dati produttivi e, in ultima analisi, componenti di un più ampio network della mobilità, un elemento già evidente nei sistemi di navigazione che usano in dati in real time. Così l’enorme mole di dati generata dai sensori presenti sulle auto e connessi con altri sensori può dare luogo a una vasta serie di opportunità.

Infomobilità: informazioni multimediali per muoversi meglio

Grazie ai big data può esistere l’infomobilità, che consiste nell’adozione di tecnologie dell’informazione a supporto della mobilità e degli spostamenti di persone e merci. Questo significa la possibilità di un accesso continuo, interattivo ed intelligente ad informazioni multimediali per supportare le esigenze che si manifestano nel campo dei trasporti e delle attività lavorative e di svago. Attraverso dispositivi, strumenti informatici e sistemi di navigazione satellitare è possibile fornire informazioni relative alla mobilità delle persone (traffico stradale) e delle merci (logistica) in modo sempre più completo, diffuso ed accessibile a tutti. Le informazioni possono essere inviate all’utenza in modo diffuso (per esempio con pannelli in autostrada), o può essere lo stesso utente ad accedervi in base alle proprie necessità (informazioni sul traffico, ricerca di un parcheggio) o alla propria condizione specifica (da casa attraverso il web, o in mobilità attraverso un dispositivo mobile ecc.). Un esempio di società nata per rendere la mobilità più smart è InfoBlu, costituita nel 2000 dall’esperienza e dalle tecnologie di Autostrade per l’Italia. Leader italiano dell’infomobilità, offre soluzioni ai principali player del settore: case automobilistiche, sistemi di navigazione, emittenti televisive e radiofoniche, operatori telefonici, call center ed applicazioni mobile, oltre a enti pubblici e gestori di reti viarie.

IL RUOLO DEI DATI

In questa intervista Fabio Pressi, CEO di Infoblu, spiega i servizi che la sua società offre attraverso la raccolta e gestione dei big data. “Informiamo sulla situazione del traffico, sulle condizioni meteorologiche, sugli incidenti e su qualsiasi altra cosa che possa avere un impatto sul viaggio. Ma oggi i dati sono utili non solo agli utenti. Oggi società come Infoblu fanno traffic management as a service. Se un operatore ha una gran quantità di informazioni sulla traffic mobility, cioè su come sta andando il traffico veicolare, è chiaro che può utilizzarle in modo più esteso. Pensiamo alla sensoristica del veicolo: la velocità del tergicristallo è già oggi un indicatore di pioggia, così come i fari anti-nebbia possono segnalare dove ci sono banchi di nebbia e contribuire così a creare una mappa estremamente precisa e in tempo reale di una determinata area a costi bassissimi”.

Ma i big data possono anche essere usati in chiave più consumer per offrire benefici diretti all’utente. “Grazie ai big data – ha spiegato Gabriele Benedetto, CEO di Telepass, in un incontro della Milano Digital Week dedicato alla mobilità – abbiamo la possibilità di migliorare i servizi aggiuntivi. Possiamo migliorare la qualità del servizio: i dati dell’auto lasciata sulle strisce blu mi consentono il lavaggio del veicolo”. Telepass ha infatti stretto un accordo con la startup WashOut per consentire al cliente che lascia l’auto sulle strisce blu utilizzando l’app Telepass Pay di accedere a un servizio di lavaggio mentre l’automezzo è parcheggiato, aprendo e chiudendo le portiere da remoto. “Grazie ai big data possiamo evitare le frodi – prosegue Benedetto – perché intercettiamo la localizzazione delle persone, dell’auto e le transazioni finanziarie. Possiamo dare servizi aggiuntivi al cliente, cioè fare upselling”.

BIG DATA E INFOMOBILITÀ: LA TELEMATIC BOX

Fra tre anni entrerà in vigore una direttiva europea che prevede l’installazione in macchine, furgoni e camion di un dispositivo in grado di registrare velocità, accelerazioni, stile di guida e tutti i dati relativi a quanto accade prima e dopo un incidente. La scatola telematica, o anche scatola nera, è un device che integra un modulo per connettersi alle reti di comunicazione cellulare, un dispositivo per la geolocalizzazione (GPS) e un accelerometro. Combinando le funzioni di questi tre elementi è possibile rilevare la posizione, la velocità di guida così come il tipo di frenata, lo stato delle strade e del traffico e inviare le informazioni. Dotare la propria auto di una scatola nera può determinare diversi vantaggi, a seconda dell’uso che se ne fa. E gli utilizzi possono essere molteplici. Le potenzialità che derivano dall’uso dei dati immagazzinati e divulgati dalle auto connesse sono tantissime. Scatole nere intelligenti forniscono dati che abilitano servizi di varia natura e possono interessare molti soggetti. I gestori delle infrastrutture, per esempio, possono contare su dati aggiornati rilevati sul campo per capire lo stato di usura delle strade; parallelamente, la pubblica amministrazione locale e centrale può definire con numeri certi dove e perché sia necessario costruire nuove opere in base alla necessità reale. Conoscere il traffico esistente in una zona può poi essere utilissimo per sapere se ha senso aprirvi una struttura commerciale o di qualsiasi altro tipo e così via. D’altra parte, dal lato utente, sussistono timori legati alla privacy e al possibile furto dei dati personali.

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Infomobilità: gli esempi

IL PORTALE A MILANO

Il portale della mobilità del Comune di Milano consiste in una soluzione interoperabile e integrata di servizi di infomobilità, in grado di fornire agli utenti della città (residenti, utenti sistematici o occasionali) informazioni sul traffico, sul trasporto locale, sulla mobilità sostenibile. Le soluzioni innovative implementate, sviluppate dal comune di Milano a maggio 2015 grazie a un cofinanziamento europeo POR, permettono all’utente di richiedere, verificare o rinnovare direttamente dalla propria postazione informatica tutti i permessi legati alla mobilità urbana.

Il sistema, definisce un unico strato informativo per l’intera offerta di trasporto privato e pubblico, collettivo e individuale dell’area metropolitana milanese, comprendendo anche i servizi innovativi di condivisione dei mezzi (car e bike sharing). I servizi di Infomobilità pongono un quadro integrato e costantemente aggiornato di informazioni utili in tempo reale in modo da agevolare gli spostamenti in città. In ottica di sostenibilità, si contribuisce all’ottimizzazione dell’uso complessivo delle risorse e alla riduzione dei tempi e dei costi della mobilità individuale e collettiva.

L’APPLICAZIONE A ROMA

Un altro esempio di uso di dati per l’infomobilità è quello dell’Agenzia per la Mobilità del Comune di Roma. L’Atac sta aggiornando la propria applicazione di infomobilità per dispositivi mobili per incrementarne facilità d’uso e utilizzo di contenuti multimediali. Atac Mobile rappresenta uno sportello informativo sulla mobilità a tutto tondo: è rivolto infatti sia ai fruitori del trasporto pubblico, che agli automobilisti. Attraverso i servizi di Atac Mobile è possibile, ad esempio, conoscere la previsione del tempo di attesa dei bus, il percorso e le linee da prendere per andare da un punto all’altro della città, lo stato di congestione di alcune strade, le immagini provenienti da telecamere ubicate in alcuni snodi importanti di Roma, i tempi di percorrenza di alcuni tratti stradali sotto monitoraggio.

(Articolo aggiornato al 19/04/2019)30

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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