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Elezioni 2018, un’Alleanza per il lavoro del futuro per una vera Italia 4.0

Le aziende stanno investendo in digitalizzazione, grazie anche agli incentivi del Piano Calenda, ma resta da colmare il divario sulle competenze digitali. È la priorità per il governo che verrà, scrive Donato Iacovone, CEO di EY Italia, che si è fatta promotrice di un patto tra imprese e scuola per l’inserimento dei giovani

Pubblicato il 09 Feb 2018

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Le imprese italiane stanno investendo fortemente nella digitalizzazione della produzione, sostenute anche dagli incentivi del piano Industry 4.0 varato dal Governo. Nonostante questo, il gap di competenze digitali è ancora significativo ed è urgente investire in formazione. La trasformazione digitale ha interessato sinora alcune grandi aziende e diversi settori. Il vero gap è la disponibilità di competenze che possano far crescere un Paese come il nostro.

Donato Iacovone, CEO EY Italia
Lo sviluppo di capacità professionali nuove è quindi una delle priorità su cui il nuovo Governo dovrà investire.  Questo è particolarmente vero quando i ritardi si registrano nel settore pubblico e nelle PMI, che sono la vera catena di connessione del nostro sistema Paese e a cui bisogna dare priorità.

Ma la vera urgenza sono i giovani.  Sono loro, “naturalmente” dotati di un “digital mindset”, la risorsa vitale di un Paese e valorizzarne il contributo è fondamentale per innovare e crescere.  Nessun Paese può affrontare le sfide del futuro con questa percentuale di bassa occupazione giovanile e senza un sistema qualificato per portare tutte le giovani leve a partecipare alla costruzione dell’Italia del futuro.

Molte grandi aziende hanno rilevato questa necessità e stanno agendo di conseguenza. EY, ad esempio, si è fatta promotrice di un’Alleanza tra imprese e mondo dell’istruzione universitaria e superiore, l’ “Alleanza per il lavoro del futuro“, che intende, tra l’altro, contribuire all’inserimento di giovani con competenze nuove nel mondo professionale.

E’ fondamentale che il futuro Governo metta in atto politiche incisive su questi temi, in particolare favorendo un’azione di sistema di tutti gli attori coinvolti.

Va ovviamente salvato quanto di buon fatto finora. Va salvato e sviluppato il piano degli incentivi Industry 4.0, che ha favorito gli investimenti finalizzati alla trasformazione tecnologica e digitale del nostro sistema produttivo. Deve però essere allargato rispetto a quanto previsto finora.

Come accennavo, avviata la digitalizzazione delle imprese in ottica 4.0, la partita ora si gioca soprattutto sul fronte delle nuove competenze. Da questo punto di vista, sono già state adottate misure che vanno nella giusta direzione, come ad esempio il “Credito di imposta su Formazione 4.0”, a disposizione delle imprese che investiranno in formazione focalizzata su almeno una tecnologia Industry 4.0. Importanti segnali d’innovazione si sono visti anche nel settore pubblico, soprattutto con la prevista “staffetta generazionale”: 500.000 lavoratori saranno sostituiti nei prossimi anni.

Il futuro Governo dovrà continuare a stimolare lo sviluppo di capacità professionali nuove, dirigendo però gli investimenti in coerenza con una politica strategica organica di sviluppo di alcuni settori: manufacturing, turismo, benessere, creatività, Made in Italy del fashion e del food, ma anche il no profit, che credo sia destinato a svilupparsi in maniera esponenziale nei prossimi anni. Su questa “coerenza” c’è maggiore sensibilità, ma occorre ancora lavorare.

Sono da valorizzare anche i recenti sforzi provenienti  dal comparto dell’industria creativa (es. beni culturali e ambientali) di generare innovazione, ma anche settori che saranno interessanti nel futuro per nuove forme di sviluppo economico.

Un altro elemento utile è costituito dalle principali Università, Politecnici e Business School, che hanno innovato l’offerta e aumentato la capacità di presidio dei temi chiave dell’innovazione, ma ancora scontano uno scollamento con il sistema dell’education, delle imprese e una bassa capacità di attrarre i migliori talenti dall’estero e farli rimanere in Italia.

In sintesi l’obiettivo a cui il Governo dovrà puntare nei prossimi 3 anni è un Business 4.0, perché tutte le aree aziendali e i diversi settori sono coinvolti,  una PA 4.0 come leva essenziale di crescita. Un’Italia 4.0 che coinvolga l’intero Paese in un radicale cambiamento.

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Donato Iacovone, CEO EY Italia
Donato Iacovone, CEO EY Italia

CEO EY Italia, EY Managing Partner Italia, Spagna e Portogallo

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