INNOVAZIONE E COVID-19

Morte e resurrezione di Airbnb: cosa insegna alle aziende il boom in Borsa

Dopo crollo dei ricavi causato dalla pandemia e i licenziamenti, Airbnb ha debuttato con successo al Nasdaq: ora vale 103 miliardi di dollari. Il segreto? Adattabilità e “leggerezza” del modello. Per questo gli investitori continuano a credere nella ex startup degli affitti brevi. Parla un investitore italiano

Pubblicato il 11 Dic 2020

Il CEO di Airbnb Brian Chesky

Era data per quasi morta all’inizio dell’anno, quando la pandemia sembrava aver fermato per sempre le attività turistiche e la sharing economy, ma questa settimana Airbnb ha debuttato in modo eccellente al Nasdaq, il mercato azionario di New York per le imprese tecnologiche. Le azioni della società californiana di affitti brevi sono più che raddoppiate, salendo del 125% in apertura di mercato il 10 dicembre 2020.

L’azienda guidata da Brian Chesky ha raggiunto una valorizzazione di circa 103 miliardi di dollari. Il giorno precedente, a far scintille, era stata DoorDash, società di San Francisco di consegne di pasti a domicilio: al suo debutto al Nasdaq ha chiuso in rialzo dell’86%, a 189,51 dollari. Ma se, con l’incremento del food delivery dovuto ai ristoranti chiusi dai lockdown, il buon esito dell’IPO di Dashdoor poteva essere prevedibile, la straordinaria performance di Airbnb era  meno scontata.

E allora perché l’IPO ha avuto tanto successo? “Perché AirBnb ha mostrato un elevato grado di flessibilità, si è adattata ai cambiamenti in atto proponendo un modello più leggero. E perché una grande azienda ha grandi investitori, e quelli che aveva AirBnb hanno creduto, e stanno credendo, nelle capacità del CEO Chesky e del suo team di recuperare e rialzarsi” dice a EconomyUp Luca Rancilio, investitore italiano in Airbnb. Insieme al fondo statunitense G-Squared, la sua Rancilio Cube è entrata in AirBnb nel 2018 con una quota premium pari a circa un milione di dollari quando l’azienda valeva 42 miliardi. Temeva di non aver fatto il migliore degli investimenti, e certamente l’inizio della pandemia ha fatto scattare un campanello d’allarme. Ma oggi che Airbnb vale oltre 100 miliardi di dollari lo scenario è decisamente cambiato. C’entra un po’ l’euforia che serpeggia in Borsa in questi mesi? “Forse – commenta Rancilio – ma c’entra anche l’importanza di saper leggere una situazione negativa in positivo. Quando ho investito in Airbnb un suo dirigente mi ha detto: ‘Tu non sai quanto Brian Chesky sia bravo a gestire i momenti di crisi’”.

Eppure gli stessi vertici della ormai ex startup innovativa sono rimasti sorpresi da quanto è accaduto nel corso dell’anno. “È surreale”, ha detto giovedì 10 dicembre su Yahoo Finance Live il cofondatore e Chief Strategy Officer di Airbnb Nate Blecharczyk . “Non ci saremmo mai aspettati, in primavera, che avremmo chiuso l’anno in questo modo. Credo che il 2020 abbia messo in luce l’adattabilità del modello. Le persone hanno smesso di volare e di recarsi in luoghi lontani, ma hanno un bisogno fondamentale di connettersi e, penso, il desiderio di viaggiare“.

Ma ripercorriamo l’anno nero della startup che ha innovato il turismo. Che poi, alla fine, nero non è stato.

La lettera di licenziamento che ha fatto il giro del mondo

A maggio 2020 1900 persone che lavoravano in Airbnb si sono visti recapitare una lettera da far gelare il sangue nelle vene. Era la lettera di licenziamento. Su una popolazione aziendale di circa 7500 persone, il CEO aveva deciso di eliminarne il 25%. A firmarla lo stesso Chesky in un testo che colpì tutti per il tono, la profondità e il dettaglio delle argomentazioni. Una decisione drammatica, specchio di tempi in cui la crisi economica mordeva quasi quanto quella sanitaria. Ma forse, a guardarla adesso, proprio questa decisione, tra le varie altre prese dall’azienda, le ha permesso di sopravvivere e lavorare per il rilancio. Auspicando naturalmente che quei posti di lavoro vengano non solo recuperati, ma incrementati, in un futuro diverso e possibilmente migliore.

Airbnb, come licenziare con stile 1900 persone: la lettera integrale di Brian Chesky

L’adattabilità del modello di Airbnb

Nove mesi fa, in pieno effetto Covid19, la valutazione di Airbnb scende a 18 miliardi di dollari. Nel secondo trimestre i ricavi crollano del 67%. Poi i primi timidi segnali di ripresa. A maggio 2020, quando i collaboratori licenziati uscivano dagli uffici con gli scatoloni pieni delle loro cose, Airbnb riferiva di un trend in crescita di ricerche e visite sul sito per individuare un appartamento in vista dell’estate. Chesky parla di aumento delle prenotazioni in Danimarca, Paesi Bassi, Austria, Svezia e Svizzera. Poi arriva anche l’Italia.

“L’epidemia ha avuto un impatto dirompente sul turismo. Dopo un periodo molto difficile però, nelle ultime settimane iniziamo finalmente a vedere i primi segnali di ripresa: si avvicina l’estate e gli italiani hanno comunque il desiderio di iniziare a pensare alle vacanze” spiega Giacomo Trovato, country manager di Airbnb per l’Italia.

La scommessa è tutta locale. “Quando le persone quest’anno hanno dovuto prenotare le ferie, in molti hanno preferito l’alloggio AirBnb, opportunamente sanificato, agli hotel” commenta Rancilio. “Ha premiato la scelta di concentrarsi sulle esperienze locali, lasciando perdere quelle internazionali”. Altro aspetto determinante: la “leggerezza”: uno degli elementi vincenti di AirBnb è il non possedere asset, a differenza delle catene di hotel che invece stanno soffrendo molto”

Il boom al Nasdaq

Dopo mesi di fatica, arrivano i numeri straordinari del Nasdaq: con 3,7 miliardi di dollari raccolti, Airbnb è la maggiore IPO degli Usa quest’anno, secondo Renaissance Capital, seguita da DoorDash (con 3,4 miliardi di dollari). Airbnb aveva inizialmente fissato una fascia di prezzo da 44 a 50 dollari per le sue azioni, ma all’inizio di questa settimana l’ha portata a un range tra 56 e 60 dollari. La crescente domanda da parte degli investitori ha indotto a fissare il prezzo a 68 dollari.

Secondo Alfred Lin, un partner di Sequoia Capital che siede sia nel board di Airbnb sia in quello di DoorDash, la forte domanda da parte degli investitori dimostra che questi riconoscono il potenziale di Airbnb. “Abbiamo visto quanto sia resiliente questo modello di business e abbiamo osservato l’azienda guardare nell’abisso di una pandemia che ha posto fine ai viaggi internazionali, per poi trovare la via d’uscita”.

Insomma, è stata premiata la capacità di guardare in faccia l’inferno e attrezzarsi per affrontarlo. Un insegnamento per ogni tipo di azienda e, in definitiva, un buon auspicio per il settore del turismo.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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