Innovation manager: come si diventa strateghi dell’innovazione in azienda

È la figura manageriale del momento. Nel 35% delle imprese c’è già e nella legge di stabilità è previsto un incentivo per il suo ingresso nelle PMI. Da anni il Politecnico di Milano è impegnato nella sua formazione con un percorso Executive Mip dedicato, la cui nuova edizione partirà in marzo

Pubblicato il 11 Gen 2019

open-innovation-innovazione-160205153046

È tempo di INNOVATION MANAGER! Tutti ne parlano e non c’è ambito in cui questa nuova figura professionale non venga evocata come soluzione di tutti i mali. Anche il Governo ha introdotto nella legge finanziaria specifici incentivi per il suo impiego nelle imprese e ha annunciato – per marzo – l’avvento di un albo specifico per questa figura professionale che, ritenuta fondamentale per traghettare le aziende verso la digitalizzazione e l’innovazione dei modelli di business, deve essere in possesso di adatti requisiti di qualificazione.

La recente Survey degli Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence degli Osservatori Digital Innovation registra che il 35% delle imprese con più di 250 dipendenti ha già creato un ruolo o una Direzione Innovazione, e nel 77% di questi casi la creazione è avvenuta negli ultimi due anni. Si tratta quindi di un fenomeno molto recente, tutto ancora da conoscere, che stiamo seguendo dalla sua origine con le nostre ricerche.

La Survey ha rilevato l’identikit di questa figura anche per il 2018, intervistando 39 Responsabili dell’Innovazione all’opera già da qualche tempo nelle proprie aziende.

La fotografia attuale che ne emerge è quella di una figura impegnata in primis nell’esplorazione, nella valutazione delle opportunità di innovazione, nello scouting e nella selezione di potenziali partner quali startup e centri di ricerca. Si occupa poi di evangelizzazione culturale per introdurre nuove metodologie lean e agile e per favorire il change management che accompagni il cambiamento culturale in azienda. È quest’ultima l’attività considerata come più rilevante dagli Innovation Manager, consapevoli che la loro funzione non abbia come obiettivo principale la sola gestione di risorse o la selezione di progetti, ma anche l’avvio e la spinta di un più radicale cambiamento culturale e di mentalità all’interno dell’organizzazione, cercando di coinvolgere l’impresa in modo pervasivo.

La capacità più rilevante appare infatti essere la leadership, la capacità di motivare e ispirare e il change management. È emerso spesso come la principale difficoltà per chi si occupa di innovazione sia scontrarsi con la cultura prevalente in azienda, la sindrome del “not invented here”, del “si è sempre fatto così”. Non stupisce quindi che la principale dote per vincere queste resistenze debba essere la leadership, la capacità di motivare e di spingere al cambiamento.

L’Innovation Manager è infatti una figura di alto livello, a cui è riconosciuta responsabilità e importanza in azienda per una trasformazione critica per la sopravvivenza e il successo. La sua retribuzione oscilla tra 60.000 e 100.000 euro con picchi oltre i 150.000 euro.

Se il ruolo è ancora giovane, il Politecnico è già da molti anni impegnato nella sua formazione con lo specifico Percorso Executive Mip in Gestione Strategica dell’Innovazione Digitale, che partirà proprio questo marzo con la sua undicesima edizione. Molti degli Innovation Manager sulla piazza italiana escono da questo percorso e ci auguriamo che questo numero sia destinato a crescere per favorire il rinnovamento culturale delle nostre italiane.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Alessandra Luksch
Alessandra Luksch

Direttore dell'Osservatorio Startup Thinking degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

Articoli correlati

Articolo 1 di 4