STARTUP INTELLIGENCE

Innovation contest interni ed esterni: come organizzarli e renderli parte della strategia e dei processi aziendali

Organizzare innovation contest per i dipendenti o per soggetti esterni non è semplice. Dalla coerenza con la strategia all’execution, ecco gli aspetti fondamentali da curare per trasformare queste attività di open innovation in veri booster di innovazione

Pubblicato il 01 Apr 2022

Photo by Joshua Golde on Unsplash

Chi non ha mai sentito parlare di Call for Ideas o di Hackathon? Siamo pronti a scommettere che per chi si occupa di innovazione da qualche anno la risposta sia scontata, anzi immaginiamo forse un certo distacco su queste attività, ormai date per scontate dagli addetti ai lavori.

Infatti, negli ultimi anni abbiamo visto diffondersi sempre più il ricorso all’organizzazione e lancio di innovation contest, termine nel quale includiamo tutte le tipologie di attività volte ad ampliare il “funnel” dell’innovazione attraverso la raccolta di idee, spunti e progetti innovativi.

Alcune realtà, in particolar modo le imprese che puntano all’innovazione come un fattore critico di successo, in pieno spirito di Corporate Entrepreneurship, hanno lanciato contest rivolti verso l’interno dell’azienda – offrendo la possibilità ai dipendenti della propria organizzazione di contribuire ai processi di innovazione – o, rivolgendosi invece a realtà esterne, hanno abbracciato il paradigma dell’Open Innovation.

Innovation contest, come renderli efficaci

Sebbene già da diversi anni se ne parli e se ne facciano sperimentazioni, non sempre è facile trasformare queste attività in un vero booster di innovazione in azienda, talvolta limitandosi a singole edizioni senza follow up concreti con le realtà vincitrici e a espressioni di innovation theatre fini a sé stesse.

I contest di innovazione sembrano essere attività semplici da organizzare e lanciare e che, rispetto ad altre iniziative di innovazione, richiedono investimenti abbastanza limitati. Probabilmente queste sono alcune delle principali ragioni che hanno portato diverse organizzazioni a sottovalutarli: per rendere un innovation contest efficace sono tante le variabili in gioco, dall’individuazione di bisogni specifici in azienda alla comunicazione del contest, dalla valutazione delle idee proposte all’execution di quelle ritenute valide.

Per questo motivo Leonardo ha proposto un tavolo di confronto e collaborazione all’interno dell’Osservatorio Startup Intelligence, con cui collabora da tempo. L’incontro, come gli altri 8 attivati quest’anno, rientra in una delle tante attività di Startup Intelligence con l’obiettivo di condividere problematiche e progetti di proprio interesse con le altre aziende e con esperti, in un’ottica di experience sharing e collaborazione. Al tavolo “Innovation contest: come organizzarli” hanno aderito ben 14 aziende della community dei partner dell’Osservatorio.

Innovation contest, l’allineamento con gli obiettivi strategici

Tanti sono stati gli elementi emersi durante il confronto tra i partecipanti al tavolo, alcuni comuni tra le due tipologie di innovation contest, altri specifici di ogni tipologia. In entrambi i casi gli innovation contest richiedono innanzitutto l’allineamento con gli obiettivi strategici di innovazione dell’organizzazione, altrimenti è inverosimile ottenere risultati concreti da queste iniziative.

Durata e ampiezza dei temi “lanciati” sono quindi scelte prioritarie nella strutturazione di innovation contest: se il campo d’azione del contest è troppo specifico, si limita lo spazio di creatività per i potenziali candidati e si rischia quindi di far raccogliere poche idee da valutare o con poca varietà; se troppo ampio, può portare invece a dover scartare idee “fuori tema” e a limitare la capacità di feedback degli organizzatori della call.

Il tavolo di confronto è stato occasione per diverse aziende per raccontare la propria esperienza di innovation contest interni, partendo dalla definizione degli ambiti di proposizione delle idee al processo di selezione delle stesse, dalle modalità di valutazione delle proposte alla definizione di rewarding per i vincitori.

L’ingaggio delle persone e la cultura dell’innovazione

I risultati sono stati altalenanti, ma un paio di elementi sono risultati comuni in tutte le esperienze condivise: è fondamentale il tema dell’ingaggio delle persone e della cultura dell’innovazione. Infatti, al di là del premio una tantum previsto per i vincitori, bisogna mantenere ingaggiate le persone che dedicano parte del tempo proponendo la propria idea, ed è possibile farlo dando feedback su tutte le idee proposte, comprese quelle non vincitrici, ma anche rendendo concrete le migliori soluzioni e comunicandolo in maniera adeguata all’interno dell’azienda.

Se negli innovation contest interni risulta fondamentale il coinvolgimento dei dipendenti, negli innovation contest esterni è prioritario definire il target della call (a chi ci rivolgiamo?) e obiettivo/aspettative (cosa speriamo di ottenere?): per alcune aziende si tratta di ottenere spunti e idee ancora in fase embrionale e non brevettate, per altre invece è proprio la ricerca di una soluzione quasi “chiavi in mano” l’iniziativa più in linea con gli obiettivi strategici.

Quando parliamo di innovation contest esterni, quindi, non esistono solamente startup o scaleup, ma anche clienti e fornitori, valide alternative o target complementari da integrare all’interno del portafoglio di open innovation.

La comunicazione e l’uso di piattaforme per la raccolta di idee

Il tema della comunicazione, che internamente dà credito all’innovazione e testimonia come essa abbia riflessi concreti nello sviluppo dell’organizzazione, è fondamentale anche negli innovation contest esterni: solo attraverso una comunicazione adeguata è possibile attrarre le idee di startup e scaleup, che ciò avvenga tramite una piattaforma dedicata o il sito internet ufficiale dell’azienda, o ancora mediante il circuito di partner dell’ecosistema che veicolano l’iniziativa.

Proprio la modalità di proposizione delle idee è stata un importante oggetto di discussione del tavolo. Nell’ultimo anno molte aziende si stanno dotando di una piattaforma per la raccolta di idee e soluzioni a call interne ed esterne: la piattaforma permette di automatizzare e semplificare processi, spesso diventando anche uno strumento di gestione del portafoglio di progetti di innovazione e di trasparenza e condivisione di queste iniziative all’interno dell’azienda.

La piattaforma può rispondere anche a una forte esigenza che oggi le imprese percepiscono, ossia la necessità di rendere “permanenti” gli innovation contest. Una piattaforma dedicata, infatti, permette ai dipendenti di sottoporre costantemente idee senza soluzione di continuità e, allo stesso tempo, dà spazio a specifiche richieste del business, che possono avere un arco temporale ristretto e interrompersi nel momento in cui viene trovata una soluzione adeguata.

La scelta della piattaforma più adatta agli obiettivi di innovazione delle aziende non è semplice, ma la varietà di opzioni sul mercato nazionale e internazionale è sempre più ampia e tante imprese stanno già sperimentando delle soluzioni valide. Al di là dello strumento in sé, per rendere queste iniziative effettivamente efficaci diventa di fondamentale importanza l’aver predefinito un buon sistema di governo delle attività di innovazione: ruoli, responsabilità e processi chiari e delineati che gestiscono, analizzano, promuovono e monitorano le performance di queste attività.

L’importanza dell’execution

In entrambe le tipologie di iniziative, infine, il fattore che risulta fondamentale è l’execution. Spesso la bontà di un contest viene valutata tramite l’unità di misura delle idee proposte (considerata anche come un Key Performance Indicator per l’Innovation Manager), che è un valore importante, ma non l’unico e forse non il principale. Non è infatti la gestione dell’innovation contest in sé che bisogna valutare, ma come tutte le attività che esso racchiude rientrino nel processo di innovazione e nel modello operativo dell’azienda, andando a valutare gli impatti sull’organizzazione a 360 gradi, includendo indicatori che possano misurare in maniera migliore gli effetti delle iniziative, anche sul medio e lungo periodo.

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Eliana Bentivegna
Eliana Bentivegna

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