Comunicazione
Fashion&Design, 7 casi di tecnologia che diventa arte
I datacenter di Google dipinti da artisti di strada, il display di Cisco premiato per il design, il circuito Arduino in mostra al Moma di New York: la creatività può contaminare anche gli oggetti più hitech. Obiettivo: comunicare in modo attraente il valore dell’innovazione. Ecco alcuni piccoli capolavori
di Luciana Maci
Pubblicato il 27 Apr 2017
1 ► Un colosso dell’IT premiato per il design – La tecnologia può essere anche bellezza, in particolare

♦Spark Board, perché una piattaforma hi-tech per le riunioni vince un premio di design
2 ► Un circuito in mostra al Moma – Anche un circuito elettronico può diventare arte. Arduino – piattaforma hardware open source Made in Italy che consente anche ai meno esperti di programmare ed è usata in tutto il mondo dai makers, la nuova generazione di artigiani digitali - è stato acquisito dal Metropolitan Museum of Modern Arts (Moma) di New York, che ha deciso di inserirlo nella propria collezione di opere d’arte. Lo ha annunciato lo stesso museo, uno dei più prestigiosi al mondo, circa due anni fa. Oltre ad Arduino sono stati acquistati altri quattro esemplari collegati al mondo tecnologico: Ototo, Makey Makey, Colour Chaser e DIY Gamer Kit.
3 ► Google e l’arte dei data center – Nel 2016 i data center di Google si sono colorati di arte. Il progetto, chiamato The Data Center Mural Project, ha interessato quattro grandi centri simbolo della tecnologia high-tech nel mondo che sono stati trasformati in altrettante opere d’arte da quattro street artist. Già nel 2014 Google aveva dimostrato di essere interessato all’arte di strada presentando il database più grande del mondo, Google Street Art Project, parte del più ampio Google Art Project, piattaforma permette di viaggiare tra le opere e le collezioni di tutto il mondo. L’obiettivo di The Data Central Mural Project è stato spiegato da Joe Kava, vice presidente di Google Data Center. “Che si tratti di condivisione di foto, ricerca sul web o traduzioni, miliardi di richieste vengono inviate nel cloud ogni giorno. Ma pochi sanno che tutte queste informazioni scorrono in luoghi fisici, chiamati data center. Poiché questi edifici in genere non sono molto belli da guardare, la gente di solito non lo fa, e raramente impara a conoscere le strutture incredibili e le persone che si impegnano duramente per rendere le nostre esistenze più digitali. Per cominciare a cambiare la situazione, abbiamo creato The Data Central Mural Project: una collaborazione con gli artisti per portare un po’ della magia dei nostri data center dall’interno verso l’esterno”.
4 ► Robot sul palco – La robotica può essere ammirata come si ammira una performance teatrale.

►Milano Design Week, 10 appuntamenti con l’innovazione
6 ► Creatività e aziende – Nel 2013 Banca Ifis ha chiamato a raccolta tutti gli street artist desiderosi di realizzare la grafica relativa a un conto bancario attraverso un contest su Facebook. La Rete ha scelto il vincitore, Riccardo Bernucci, che ha poi eseguito l’opera dal vivo durante un flash mob nella stazione di Santa Lucia a Venezia. Il murales è stato in mostra alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea (Gnam) di Roma all’interno di un’esposizione organizzata nel 2015 dalla startup pptArt, piattaforma di opere in crowdsourcing. La mostra era dedicata alle opere d’arte commissionate dalle imprese. Grandi nomi del passato si sono cimentati nel genere, i contemporanei continuano a farlo. Più di recente Ugo Nespolo ha messo la sua arte a disposizione di Caffarel disegnando immagini finite poi sulle scatole di cioccolatini, Emilio Tadini ha stretto un legame con Sisal, che ha utilizzato il suo lavoro per le schedine di gioco, e Peter Max ha dato vita a forme e colori destinati a illustrare le carte dell’American Express. L’arte che incontra le aziende, tecnologiche e non.
♦Corporate Art, cosa succede quando l’azienda assume un artista
7 ► Olivetti premia il design – Dopo il successo della prima edizione, anche nel 2017 Olivetti Design Contest, che si è concluso qualche settimana fa, ha premiato progetti di design coniugati con le nuove tecnologie. Nella convinzione che la bellezza sia un driver fondamentale anche per l’industria, il contest si rivolge agli studenti delle principali istituzioni universitarie di design europee. Ventotto i progetti arrivati in finale, nei quali sono stati coinvolti 72 studenti. Ai partecipanti era richiesto di offrire un contributo originale alla realizzazione di un telefono fisso business e alla scocca di una stampante 3D. Per i progetti relativi al telefono business la Giuria, presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, ha attribuito il primo premio di 2.000 Euro a “One” realizzato da Carlo Angrisani, Alessandro Consigli, Francesco Di Martino e Andrea Di Santo, allievi di RUFA (Rome University of Fine Arts). Per la scocca della stampante 3D il primo premio di 2.000 Euro è stato consegnato a “O-Live” realizzato da Dominika Wasik, Eda Yalkin, Ishwari Dhadge, Johanna Soto e Vedanti Joshi allievi di Domus Academy.