Banzai vende Saldi Privati a Showroomprive per 28 milioni

Il gruppo fondato da Paolo Ainio, che a maggio aveva ceduto la parte editoriale a Mondadori, continua a smobilizzare le attività: il 100% del capitale della società guidata da Bruno Decker va al player europeo delle vendite private online. Ora nella divisione e-commerce resta solo ePrice

Pubblicato il 04 Ott 2016

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È confermato: Showroomprive, player europeo delle vendite private online specializzato nella moda, ha acquisito il 100% del capitale della società Saldi Privati, filiale del gruppo milanese Banzai, per 28 milioni di euro.

A luglio scorso Il consiglio di amministrazione di Banzai si era riunito per concedere a Showroomprive un periodo di esclusiva fino al 30 settembre 2016 per negoziare l’operazione.

La società fondata da Paolo Ainio, che da tempo sta dismettendo buona parte delle sue attività (a maggio ha venduto la parte editoriale a Mondadori), perde così una delle due società di e-commerce in suo possesso, mantenendo solo l’altra, ePrice. Bruno Decker, fondatore e Ceo di Saldi Privati, resterà comunque alla guida della società e si unirà al team dirigenziale di Showroomprive.

Questa operazione, si legge in una nota ufficiale, fa di Showroomprive – società lanciata nel 2006 e quotata all’Euronext di Parigi dall’ottobre del 2015 – il secondo attore delle vendite private in Italia, Paese strategico per il volume dell’industria della moda e a forte potenziale di crescita, considerato che il tasso di penetrazione del commercio elettronico è inferiore alla media europea.

Lo sviluppo della sua strategia multi-locale a livello internazionale è iniziata alla fine dal 2015. Una strategia che è parte di un costante processo di miglioramento della qualità del servizio e dell’offerta proposta ai suoi membri e alle marche partner, in Francia e all’estero. Al termine di questa acquisizione Showroomprive realizzerà oltre il 20% del proprio fatturato all’estero.

Il valore della transazione è pari a 28 milioni di euro, pagabili alla chiusura dell’operazione. Fatto salvo il raggiungimento dei criteri di performance legati ai risultati del 2018, il prezzo della transazione potrebbe incrementarsi fino a un massimo di 10 milioni di euro, pagabili nel 2019. Questa acquisizione è in linea con i criteri di disciplina finanziaria fissati dall’azienda per la sua crescita esterna. Il Gruppo mantiene un flusso di cassa netto positivo che raggiunge i 54,8 milioni di euro post operazione (basata su dati pro-forma al 30 giugno 2016).

Showroomprive prevede di completare l’acquisizione di Saldi Privati entro la fine del mese di novembre 2016. Saldi Privati, creata nel 2007 a Milano, è il secondo player delle vendite private in Italia con 2,7 milioni di membri e un fatturato di circa 44 milioni di Euro nel 2015. Come Showroomprive, Saldi Privati propone un’ampia offerta di marche italiane con un focus sulla moda e rivolte principalmente alle donne. Il sito ha colto tempestivamente le opportunità del mobile e ad oggi genera oltre il 50% delle vendite attraverso questo canale.

L’integrazione di Saldi Privati permetterà a Showroomprive di accedere a un portafoglio esteso di brand e di offrire ai propri membri le più importanti marche di moda ai migliori prezzi in tutti i mercati. Showroomprive beneficerà del forte richiamo dei marchi italiani, che rappresentano quasi il 70% dell’offerta di Saldi Privati.

Oltre all’ampliamento dell’offerta del Gruppo in tutti i mercati, che si arricchisce attraverso la condivisione dei portafogli di brand, sono attese importanti sinergie rispetto alla logistica, la tecnologia e il marketing.

Nel quadro dell’acquisizione, Showroomprive ha concluso una partnership con il gruppo Banzai per beneficiare della sua piattaforma logistica in Italia. Showroomprive potrà accedere alla rete unica e proprietaria dei 400 punti di ritiro di Banzai in circa 200 città e offrire un servizio di consegna in 48h ai suoi membri.

Showroomprive farà affidamento sul team di Saldi Privati per accelerare il suo sviluppo in Italia. Thierry Petit e David Dayan, co-fondatori e co-CEO di Showroomprive dichiarano: “Questa acquisizione segna una tappa importantissima nella dinamica di espansione internazionale di Showroomprive, un’operazione che rafforza la nostra presenza in Italia, mercato importante per la moda e a forte sviluppo per l’eCommerce. Saldi Privati è una realtà il cui DNA è in linea con quello di Showroomprive. Ci appoggeremo ai loro team e al suo fondatore, Bruno Decker, con cui condividiamo la stessa visione del business “.

Bruno Decker, fondatore e CEO di Saldi Privati, ha dichiarato: “Siamo felici di unirci al gruppo Showroomprive, uno dei leader delle vendite private online in Europa. L’accesso al portafoglio di marchi di Showroomprive, la sua forza di penetrazione e la sua capacità di innovazione ci permetteranno di accelerare la nostra crescita”.

Fondata nel 2006 da Paolo Ainio, considerato uno dei padri di internet in Italia (che già alla fine degli anni Novanta aveva creato uno dei più noti portali italiani, Virgilio, venduto poi a Seat Pagine Gialle), e da altri investitori privati, in pochi anni Banzai è diventata una società attiva nei settori dell’ecommerce, del consulting (ramo ceduto nel 2013 a Dnsee Interactive Thinking, oggi Doing dopo l’acquisizione di Hagakure) e dei media online (acquisito a maggio da Arnoldo Mondadori Editore, ad eccezione del segmento news che contiene Giornalettismo e la partecipazione ne Il Post). All’inizio di questo mese anche Giornalettismo è stato in parte ceduto: Banzai ha venduto il 70% a Nexilia, società che fa capo a Matteo Forte.

Cosa resta di Banzai dopo la vendita dell’editoria a Mondadori

Dopo una lunga trattiva, a maggio scorso Banzai ha ceduto il ramo media (ad eccezione del segmento news che contiene Giornalettismo e la partecipazione ne Il Post) a Mondadori per 45 milioni di euro. Un altro passo decisivo nel progressivo dimagrimento di quella che è una delle storiche internet company italiane che, partita con tre divisioni (consulting, media e e-commerce) si è ritrovata solo con l’ultima. Nonostante il collocamento in Borsa. Ma anche l’e-commerce, come si vede, ora è dimezzato.

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