Open innovation

Scabbio (Manpower): collaboriamo con le startup per innovare il mercato del lavoro

Il presidente Mediterraneo ed Europa Orientale del gruppo internazionale svela a EconomyUp il test in corso con una nuova impresa. «Se funziona e il progetto è scalabile, allora investiamo». «Formazione e recruiting devono puntare sul digitale». I risultati del primo Talent Hackathon

Pubblicato il 12 Lug 2016

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Stefano Scabbio, Presidente Area Mediterranea ed Europa Orientale di Manpower Group

«Abbiamo intrapreso la strada dell’innovazione a 360° e per questo stiamo lavorando con diverse startup», dice Stefano Scabbio, Presidente Area Mediterranea ed Europa Orientale di Manpower Group. Con un modello preciso: «Prima finanziamo il progetto. Se funziona e si conferma scalabile, solo allora valutiamo se entrare nell’equity».

Manpower è una multinazionale che propone “innovative workforce solutions”. Il lavoro, quindi, è il suo… lavoro: solo in Italia, nel 2015, lo ha garantito a circa 80mila persone con 200mila contratti per 13mila aziende clienti. Con questi numeri la via dell’innovazione porta verso i progetti di data analytics, anche per rendere sempre più efficiente il match fra la domanda delle aziende e l’offerta del mercato. Per questo Human Age Insitute, la fondazione di Manpower, ha organizzato il primo talent hackathon. Doppia la sfida rivolta a startup, professionisti, manager e studenti: come attrarre talenti e come usare lo smart working per accrescere l’inclusività delle aziende?

«L’Hackathon ha rappresentato la giusta chiusura di questo primo semestre dell’anno in cui la Fondazione Human Age Institute ha sviluppato un importante scambio culturale intorno alla tematica del Talento”, spiega Scabbio. “L’Hackathon è anche il migliore modello di incontro con i giovani, perché è da loro che possono arrivare idee e proposte innovative». Idee da selezionare, valutare, testare e portare all’interno dell’organizzazione. «È il nostro modo di fare open innovation, grazie anche a un budget internazionale dedicato alla digitalizzazione».

I livelli di attività sono diversi. «Abbiamo fatto, come gruppo, due importanti joint venture con UpWork e Skilla. Stiamo poi selezionando startup con cui sviluppare nuovi servizi». Quali? «In Italia stiamo testando una app che valuta l’endorsement in maniera professionale. Presto torneremo a parlarne con più dettagli. Anche in Spagna abbiamo in fase test un’altra startup. Il cantiere è aperto». UpWork è il marketplace leader internazionale per la ricerca di professionisti; Skilla una piattaforma digitale per la formazione online.

Dove c’è bisogno di innovazione nel mercato del lavoro? Scabbio risponde senza pensarci un attimo: il recruiting e la formazione. «La formazione è un mercato ancora arretrato con un enorme potenziale di crescita. Noi siamo gli unici a usare una piattaforma digitale, Skilla appunto. C’è poi il recruiting, che deve diventare molto più digitale e deve cambiare modello: non si fa la selezione solo quando serve, una volta e basta, ma un servizio di assessment continuo che accompagna il lavoratore nel tempo. Quasi un lavoro da agente. Dobbiamo diventare carrier provider. E oggi grazie alle tecnologie è possibile fare in modo efficiente ed efficace». (g.io.)

Ecco i risultati del Talent Hackathon della Human Age Foundation

Hanno partecipato in 87, organizzati in team, e una giuria composta fra gli altri, oltre che da Scabbio, da Ilaria Potito, Head of TIM #WCAP Accelerator, Andrea Rangone, Fondatore Osservatori Digital Innovation Politecnico di Milano, CEO Digital360, Fabrizio Sammarco, Amministratore Delegato ItaliaCamp, e Marco Bicochi Pichi, presidente di Italia Startup, ha premiato due team: Galileo e Colombo.

Il Team Galileo

Il Team Galileo (Daniela Abbondanza, Francesco Salvatore, Cristiano Scarsellato, Alessandro Terranegra, Giulia Trotta e Giuseppe Trovato) ha proposto una piattaforma innovativa che – sfruttando un meccanismo di profilazione dei candidati e gamification da parte delle imprese – permette un incontro dinamico e la conseguente combinazione dei talenti in cerca di occupazione con le posizioni lavorative più coerenti con competenze, sia hard che soft, e desiderata espressi.

Il team Colombo (Elisabetta Fermo, Simona Pucci, Federica Resnati ed Enrico) ha proposto la creazione di un nuovo processo per favorire – in un contesto di smart working – la totale inclusività nelle dinamiche aziendali, con i dipendenti stessi che propongono le soluzioni migliori.

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