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Made in Italy, la ripresa passa anche dai robot

Nel 2014 la robotica e l’industria meccatronica hanno registrato una crescita del 7,9% (quasi 5 miliardi di produzione) e nel 2015 è prevista un ulteriore aumento. Il caso di VisLab, che ha progettato un’auto automatizzata ed è stata comprata dall’americana Ambarella, conferma il valore delle competenze tecnologiche italiane

Pubblicato il 14 Lug 2015

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Manifattura sì, ma innovativa. Uno dei treni lanciati con maggiore velocità verso la ripresa economica è quello della robotica e dell’industria meccatronica che, stando ai dati, ha trovato negli ultimi mesi, nuovo slancio. A confermarlo sono i numeri diffusi dall’UCIMU, Associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione, che certificano un recupero nel 2014; non solo: ci sono anche le previsioni del loro centro studi secondo cui, per il 2015, un’ulteriore crescita sia di esportazioni che di produzione.


Il 2014 ha segnato un +44% delle consegne dei costruttori italiani, oltre che un +7,9% della produzione (4.840 milioni di euro), un +33,8% della domanda interna (2.738 milioni di euro). Dati di forte impatto positivo, solo in parte controbilanciati dal -3,9% delle esportazioni (3.253 milioni di euro).


Numeri che potrebbero essere destinati a migliorare nel 2015, dal momento che secondo le previsioni di UCIMU, tutti i principali indicatori dovrebbero continuare a crescere. La produzione, del 5,2%, a 5.090 milioni di euro, il consumo, del 5,7%, a 2.895 milioni di euro, e finalmente anche le esportazioni: + 5,6%, l’equivalente di 3.435 milioni di euro, in particolare vendendo i nostri prodotti a Stati Uniti, Cina, Germania, Russia, Francia.


A oggi comunque, in attesa della ripartenza dell’export, sono i numeri della domanda interna a fare da traino e a costituire la parte più corposa della domanda. A confermarlo è stato il presidente di UCIMU Luigi Galdabini presentando i dati del rapporto annuale. «L’anno appena trascorso – ha detto – sarà ricordato per la ripresa della domanda italiana, che sembra essersi svegliata dal torpore in cui era caduta».


Un ripresa che c’è e che si vede ma che ancora non appare solida e affidabile. Se infatti il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi l’ha definita «meno effervescente e pimpante di quello che noi ci aspettavamo», il vicepresidente di UCIMU, Massimo Carboniero, ha posto l’attenzione sul fatto che «eventi come la crisi con la Russia, le attuali vicende greche, l’incertezza e il terrorismo rendono sempre instabile il contesto nel quale le aziende lavorano».


Eppure qualcosa, cocciutamente, si muove. «Indubbiamente – continua ancora Carboniero – il clima che si respira è più favorevole a una ripresa: ci sono settori come l’automotive che stanno registrando ottimi risultati e hanno un effetto trainante e ci ha giovato anche il credito di imposta riconosciuto, nella misura del 15% in tre anni alle imprese che investono in beni strumentali ci ha giovato. Peccato che sia scaduto lo scorso 30 giugno e che la richiesta della nostra categoria di prorogare la misura non sia stata accolta».


Ora dunque, senza la rete di nessuna agevolazione, e con la sola garanzia di una ripresa ancora fragile la palla passa, come spesso è accaduto, alla capacità di fare impresa e innovazione: come, di recente, ha dimostrato il caso di VisLab, spin-off dell’università di Parma, che si occupa di progettare un’auto robotica automatizzata, e che è stato comprato dalla società californiana Ambarella per 30 milioni di dollari. O come è il caso della stessa azienda del vice presidente Carboniero, Omera, che, insieme a due realtà del settore gomma plastica, hanno dato vita alla rete ITC (Italian technology center), avviando un nuovo settore di business.

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