POLITICA & INNOVAZIONE

Italia Cashless: a che punto è il piano del governo per incentivare i pagamenti elettronici

Il governo sta accelerando sul Piano Italia Cashless, mirato a favorire i pagamenti elettronici. Alcuni provvedimenti già entrati in vigore, altri rimandati, altri ancora cancellati o riformulati. In pista il cashback (incentivi per spese con strumenti elettronici) e l’attesa lotteria degli scontrini. Che partirà nel 2021

Pubblicato il 21 Set 2020

Sonect

Nelle scorse settimane il governo ha incontrato i principali prestatori di servizi di pagamento in Italia, segnale che indica la volontà di accelerare l’attuazione del Piano Italia Cashless. Tale piano racchiude una serie di provvedimenti volti ad incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici nel nostro Paese e si inserisce nel quadro più ampio di lotta all’evasione fiscale. È stato presentato il 26 ottobre 2019 con il decreto-legge n. 124, ma è stato posticipato prima a luglio 2020 e poi rimandato al 2021 a causa della pandemia da COVID-19.

Il piano è articolato e negli ultimi mesi ha subito modifiche, con alcuni provvedimenti già entrati in vigore, altri rimandati ed altri ancora cancellati o riformulati. Si rivolge principalmente a due target: il consumatore e l’esercente.

Questa iniziativa nasce dalla volontà del Governo di accelerare l’adozione dei pagamenti da parte degli italiani per contrastare l’economia sommersa e l’evasione fiscale.

Italia fanalino di coda in Europa sui pagamenti digitali

Il ritardo dell’Italia è dimostrato anche dai numeri pubblicati settimana scorsa dalla BCE. Gli italiani usano ancora poco le carte di pagamento, nonostante l’Italia sia tra i paesi con la più alta diffusione di terminali POS (circa 59 mila per milione di abitanti). Nel 2019, infatti, gli italiani hanno effettuato circa 77 transazioni a testa, numero che, seppur in crescita del 17% rispetto al 2018, ci pone al 24° posto (di 27) nella classifica europea, facendoci perdere una posizione rispetto all’anno precedente a favore della Grecia, che negli ultimi anni invece è cresciuta rapidamente. Dietro di noi solo Germania, Romania e Bulgaria. Questi ultimi due paesi però crescono ad un ritmo più sostenuto del nostro, rispettivamente 33% e 26%. La Germania, invece, presenta sì indicatori simili all’Italia, ma è un paese in cui i pagamenti effettuati tramite home banking e bonifico sono molto più diffusi e in cui il contante rappresenta una parte inferiore dei pagamenti effettuati. A peggiorare ancora di più il quadro generale, il gap in termini di pagamenti digitali con i paesi europei più avanzati è enorme. Nelle prime tre posizioni figurano i paesi scandinavi dell’Unione (nell’ordine, Danimarca, Svezia e Finlandia), che nel 2019 hanno contato una media di 367 transazioni pro capite annue, quasi 5 volte il numero registrato dall’Italia.

Appare dunque chiara la necessità di un piano di lungo termine volto ad incentivare l’utilizzo di pagamenti digitali. L’Italia non è il primo Paese a voler introdurre incentivi di Governo per i pagamenti elettronici. Molti paesi hanno lavorato in questa direzione in passato, tra cui Paesi Bassi, Sud Corea, Grecia, Portogallo e Svezia.

Il piano Italia Cashless

Il piano promosso dal Governo è un piano articolato e composto da varie iniziative (sia incentivi sia obblighi) rivolte sia a esercenti sia a consumatori.

Per i consumatori…

Lato consumatore è entrata in vigore lo scorso 1° luglio la stretta sul limite massimo di utilizzo del contante, che è stato ridotto da 3.000 euro a 2.000 euro e scenderà ulteriormente a 1.000 euro a partire dal 2022.

Un’altra misura che è già stata adottata, sempre lato consumatore, riguarda il tema tax expenditure. Dal 1° aprile 2020, infatti, si potrà godere delle detrazioni IRPEF al 19% soltanto se il relativo pagamento viene effettuato con strumenti di pagamento elettronici, mentre si perderà questo diritto se il pagamento avverrà in contanti, ad eccezione delle spese per medicinali e per prestazioni sanitarie.

Parallelamente, il Governo ha dichiarato, in collaborazione con gli operatori del mercato, di voler raddoppiare la soglia sotto la quale non è necessario l’inserimento del PIN per i pagamenti con carta in modalità contactless, passando quindi dai 25 euro attuali a 50 euro a partire dal 1° gennaio 2021. Questa iniziativa è stata aggiunta successivamente al Piano Italia Cashless, sia per rendere l’esperienza di pagamento più semplice e rapida, ma anche per eliminare i contatti, per esempio quello con il terminale POS per l’inserimento del PIN, e ridurre così al minimo il rischio di contagio da COVID-19. Questa iniziativa è già stata presa in moltissimi paesi e potrebbe far accelerare rapidamente l’utilizzo dei pagamenti con carta con un’esperienza rapida, ma più sicura, come quella del contante.

Il cashback

Tra le misure rimandate a causa dello scoppio della pandemia da COVID-19, sempre lato consumatore, vi sono il cosiddetto cashback e la lotteria nazionale degli scontrini. Il cashback, ossia un incentivo per le spese effettuate con strumenti elettronici, è stato riproposto con il decreto Agosto, con il quale il Governo ha stanziato 1,75 miliardi di euro per il 2021. Le modalità attuative dovranno essere definite con un decreto del Mef, ma si ipotizza un cashback del 10%, per spese annuali complessivamente superiori a 3.000 euro e a partire da un numero minimo di transazioni, con l’obiettivo di incentivare i pagamenti di basso importo. Inizialmente l’incentivo si sarebbe dovuto applicare solo a settori considerati a maggior rischio di evasione e nei quali il contante è ancora largamente utilizzato (servizi per la casa, ristorazione, servizi alla persona, etc.). Tuttavia, ora si sta andando verso l’agevolazione di qualsiasi tipo di spesa, purché sia in prossimità, ossia in negozio. Sono dunque esclusi gli acquisti online, per i quali il contante è poco utilizzato o non sempre utilizzabile. Per quanto riguarda le tempistiche, il ministro dell’Economia ha dichiarato che il rimborso avverrà con una sorta di sistema a punti e in due tranche semestrali: una a metà anno e una a fine anno. Si vedrà in quale forma: se con un accredito diretto sul conto corrente o meno.

La lotteria nazionale degli scontrini

La lotteria nazionale degli scontrini, invece, è già stata definita, ma la data di avvio è stata posticipata al 1° gennaio 2021. Per partecipare è necessario fornire all’esercente il proprio “codice lotteria”, ottenibile tramite il “Portale lotteria”. Ogni acquisto, anche se effettuato in contanti, dà diritto ad 1 biglietto virtuale per ogni euro speso. È prevista anche un’estrazione aggiuntiva, detta “zero contanti”, riservata a chi effettua acquisti con pagamenti digitali e per la quale saranno previsti premi più elevati.

La lotteria degli scontrini rappresenta, seppur in misura inferiore, un incentivo anche per gli esercenti. Infatti, l’estrazione aggiuntiva “zero contanti” prevede premi anche per l’esercente che ha effettuato la vendita relativa allo scontrino che risulta vincente. Dall’altro lato, però, è prevista una sanzione amministrativa per l’esercente che al momento dell’acquisto rifiuti il codice lotteria del consumatore o non trasmetta i dati all’Agenzia delle Entrate.

Per gli esercenti…

Lato esercenti, dal 1° luglio 2020 è entrato in vigore il credito d’imposta pari al 30% delle commissioni su pagamenti elettronici. Il credito d’imposta spetta a condizione che i ricavi e compensi relativi all’anno d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 400.000 euro.

Infine, il decreto-legge n. 124 del 26 ottobre 2019, con il quale è stato introdotto inizialmente il Piano, prevedeva sanzioni per la mancata accettazione di pagamenti effettuati con carte di pagamento. Tuttavia, la disposizione è stata successivamente eliminata con la legge di bilancio 2020.

Piano Italia Cashless: considerazioni finali

Nonostante i numerosi rinvii resi necessari dallo scoppio della crisi dovuta alla diffusione della pandemia di COVID-19, la spinta politica verso “Italia Cashless” rimane forte. Questo è un segnale positivo perché i pagamenti digitali da un lato possono contribuire a contrastare l’evasione fiscale, dall’altro abilitano servizi digitali e innovativi, con un importante effetto positivo sul grado di modernità del nostro Paese.

Un piano ben articolato e strutturato è sempre più necessario per andare in questa direzione.

Il contante, infatti, rimane lo strumento di pagamento preferito dagli italiani: nel 2019 vale il 57% del totale transato per consumi, per un valore di 543 miliardi di euro, quasi doppio rispetto al transato con carte di pagamento (fonte Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano). Inoltre l’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano stima che il mancato gettito del contante valga circa 24 miliardi di euro all’anno, un ammontare enorme per le casse dello Stato.

L’efficacia della manovra, però, dipende dall’azione congiunta delle diverse iniziative previste. Una manovra che non si rivolge a tutti gli attori coinvolti nel processo di pagamento rischia non solo di essere inefficace ma anche di comportare costi pubblici inutili, che il nostro paese non può permettersi di sostenere sia a causa dell’arretratezza che continua a permanere rispetto al resto d’Europa in termini di pagamenti digitali sia a causa dell’elevato debito pubblico già accumulato.

Infine, nell’ambito del Piano Italia Cashless, è importante che il Governo pianifichi la corretta promozione e comunicazione di queste iniziative per rendere consumatori ed esercenti sempre più consapevoli.

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Valeria Portale
Valeria Portale

Direttore dell'Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano

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