LA GUIDA

Telematic box: vantaggi e svantaggi della scatola nera per auto obbligatoria dal 2022

Fra tre anni entrerà in vigore una direttiva europea che prevede l’installazione in macchine, furgoni e camion di un dispositivo che registri velocità, accelerazioni, stile di guida e tutti i dati relativi a quanto accade prima e dopo un incidente. Vediamo come funziona, cosa registra e tutti i pro e i contro

Pubblicato il 08 Apr 2019

automobili

I membri del prossimo parlamento europeo che sarà eletto a maggio avranno tra i loro compiti l’approvazione del pacchetto di normative che riguardano le dotazioni dei nuovi veicoli su strada, tra cui la scatola nera obbligatoria per le auto. A partire dal 2022, se la direttiva sarà votata (e ci si aspetta il via libera per l’autunno di quest’anno) in macchine, furgoni e camion dovrà essere installato un dispositivo che registri velocità, accelerazioni, stile di guida e tutti i dati relativi a quanto accaduto subito prima e immediatamente dopo l’incidente.

Non solo, le novità sono molteplici, al punto che l’Etsc (European Transport Safety Council) le inserisce tra gli avvenimenti che danno una svolta alla sicurezza sulle strade, al pari dell’introduzione dello standard per i crash test, per fare un solo esempio. Tra queste innovazioni figurano, la frenata automatica in presenza di pedoni o ciclisti “visti” con particolari sistemi di rilevamento, il regolatore di velocità (mediante l’ISA-Intelligent speed assistant che capisce i limiti imposti per la strada che si sta percorrendo e allinea l’andatura), il blocco del motore se si rileva che il guidatore è in stato di ebbrezza, prima di partire si dovrà infatti ricorrere all’alcool test.

Scatola nera per auto: cosa registra, i pro e i contro

La telematic box, scatola telematica o anche scatola nera, è un device che integra un modulo per connettersi alle reti di comunicazione cellulare, un dispositivo per la geolocalizzazione (GPS) e un accelerometro. Combinando le funzioni di questi 3 elementi è possibile rilevare la posizione, la velocità di guida così come il tipo di frenata, lo stato delle strade e del traffico e inviare le informazioni. Dotare la propria auto di una scatola nera può determinare diversi vantaggi, a seconda dell’uso che se ne fa. E gli utilizzi possono essere molteplici.

Ciò che forse non tutti sanno è che oggi le macchine possono arrivare ad avere montate fino a 4 scatole nere. Tanti modelli escono dalla fabbrica con la scatola nera del produttore che offre (al produttore stesso) tutta una serie di dati che riguardano il funzionamento, i consumi, le particelle inquinanti emesse e così via.

In secondo luogo, se l’automobile viene acquistata a rate è possibile che il finanziamento sia erogato a fronte dell’installazione di un antifurto satellitare.

D’altra parte, ancora, nel momento in cui si stipula l’assicurazione si ha l’opportunità di scegliere di utilizzare una scatola nera per avere sconti ormai obbligatori per legge. In seguito alla normativa emanata nel 2017, nel contesto del DDL concorrenza si è infatti stabilito che risparmi fissati con percentuali precise (secondo indicazioni IVASS- Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) devono essere garantiti in ambito RC auto se si accetta di far ispezionare il veicolo da parte dell’azienda assicuratrice e se si decide di implementare sui veicoli, appunto le scatole nere, e gli alcolock (ossia i meccanismi, di cui si diceva, che impediscono l’accensione della macchina nel caso di un elevato tasso alcolemico).

Infine, nel caso l’automezzo sia adibito a uso aziendale, l’azienda stessa può dotarlo di un apparato che faciliti gestione e controllo della flotta sul territorio, basti pensare alle organizzazioni che hanno una rete di manutentori sul territorio e che hanno bisogno di sapere in tempo reale dove sono i singoli collaboratori per rendere il loro servizio più efficace possibile.

L’insieme di tutte queste strutture comporta dei costi: di installazione (e poi, in un secondo momento, di disinstallazione, per esempio se si cambia compagnia assicurativa); di gestione in termini di canone di utilizzo ed eventuale manutenzione; di assorbimento di energia della batteria; di spazio occupato all’interno di auto sempre più sofisticate.

Dotarsi di un solo sistema, intelligente e super partes, in grado di raccogliere tutti i dati utili agli attori interessati (il guidatore, la casa produttrice, la finanziaria, l’assicurazione) rappresenta sicuramente una soluzione interessante e, in questo senso, l’obbligo normativo potrebbe essere un utile stimolo alla razionalizzazione degli apparati a bordo. Le informazioni raccolte, infatti, sono spesso le stesse e possono essere usate per scopi diversi, quelli appena illustrati, ma non solo.

Sviluppi futuri delle telematic box e auto connesse: cosa fare con i dati raccolti dalle macchine?

Nel prossimo futuro la diffusione di telematic box determinerà una serie di benefici, da un lato perché verranno arricchite di funzionalità, dall’altro perché sempre più si sfrutteranno i dati da esse collezionati. Partiamo proprio da qui.

Secondo gli analisti di mercato, le automobili arrivano a poter processare fino a 25 gigabyte di dati all’ora; ci si aspetta che queste potenzialità aumenteranno. Si tratta di tantissime informazioni, e sempre più anche contenuti multimediali, che riguardano, come si è detto, il traffico, il clima, lo stato delle strade, il loro affollamento eccetera.

I proprietari dei veicoli hanno tutti i vantaggi di fornire le informazioni raccolte dalle loro auto (dando la possibilità di gestire i dati, eventualmente, in maniera aggregata, per salvaguardare così la loro privacy) in quanto si garantiscono la possibilità di accedere a loro volta ad aggiornamenti in tempo reale (è il presupposto dell’infomobilità), di poter fruire di elevati livelli di sicurezza (pensiamo, per esempio, al fatto di sapere che dopo la curva o la galleria vi è una colonna di auto ferme), possono dotarsi di app che bloccano il motore in caso di furto o comunque che indicano dove si trova il mezzo eccetera.

Le potenzialità che derivano dall’uso dei dati immagazzinati e divulgati dalle auto connesse sono tantissime. Scatole nere intelligenti forniscono dati che abilitano servizi di varia natura e possono interessare anche altri soggetti oltre a quelli più sopra riportati.

I gestori delle infrastrutture, per esempio, possono contare su dati aggiornati rilevati sul campo per capire lo stato di usura delle strade; parallelamente, la pubblica amministrazione locale e centrale può definire con numeri certi dove e perché sia necessario costruire nuove opere in base alla necessità reale. Conoscere il traffico esistente in una zona può poi essere utilissimo per sapere se ha senso aprirvi una struttura commerciale o di qualsiasi altro tipo e così via. Questo, e molto altro, significa orientarsi a mobilità sostenibile, a una migliore pianificazione urbana e così via.

Ancora, tutto il mondo relativo alla commercializzazione di auto usate (e i consumatori cui si rivolge) possono avere sotto mano dati certi su chilometri percorsi, controlli e tagliandi effettuati. A questo proposito, tra l’altro, la blockchain (la tecnologia che si basa su una struttura a blocchi di dati, una specie di registro dove i dati stessi sono memorizzati su più macchine collegate tra loro via Internet e dove le transazioni sono validate secondo meccanismi di consenso distribuito su tutti i nodi della rete e non sono modificabili) può rappresentare un supporto imprescindibile per delineare una situazione certa.

“Guardando al futuro – spiega Nicola Lavenuta, CEO Macnil GTAlarm, la società del Gruppo Zucchetti specializzata nello sviluppo di progetti M2M e IoT – si aprono tantissimi scenari di utilizzo di questi sistemi. Nei nostri centri di ricerca e sviluppo stiamo lavorando a varie occasioni per sfruttarli, arricchendoli di nuove funzioni. Per esempio, sarà possibile, dotando le scatole nere di interfaccia per il pagamento, corrispondere in modo veloce e automatico le somme per i parcheggi, per le autostrade, ma anche il dovuto alla stazione di rifornimento e servizio. Non solo, guardando al sempre più diffuso mondo dell’e-commerce, che vede proprio nel recapito di quanto si è acquistato una delle sue difficoltà, nei nostri laboratori stiamo pensando a soluzioni di apertura del bagagliaio della macchina da proporre, in piena sicurezza per tutti, agli e-tailer per consentire loro di offrire un ulteriore servizio”.

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Cristina Mazzani
Cristina Mazzani

Giornalista dal 1996, si è sempre occupata di tematiche tecnologiche, scrivendo per riviste dedicate al mondo B2B e al canale di distribuzione Ict. In alcuni periodi ha affiancato a questa attività collaborazioni per quotidiani e testate attivi in altri settori.

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