StartDown

Quando la startup esiste solo in un comunicato stampa

Arriva la mail, annuncia un progetto, il sito, la pagina Facebook. Sembra interessante, organizziamo l’intervista ma alla domanda “quando è stata fondata la startup?” la risposta è: “la società non è ancora stata costituita”. Succede anche questo. E non solo per difetti di comunicazione

Pubblicato il 12 Gen 2016

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La chiarezza prima di tutto. Se c’è una cosa della quale gli aspiranti imprenditori non dovrebbero fare a meno è proprio la chiarezza. Un imprenditore con le idee chiare sa dove vuole andare e come raggiungere la meta. Al contrario, chi cerca di fare di mezze verità e scorciatoie i mezzi per raggiungere un obiettivo, ottiene solo una cosa: fare figuracce.

Capita spesso, quasi tutti i giorni, che la redazione di EconomyUp venga contattata da startupper e imprenditori desiderosi di raccontare la storia della propria impresa. Capita anche, però, che gli imprenditori tali non siano e che si faccia confusione tra startup, progetti e aziende mai nate. Casi, questi, che più che a startUp ci fanno pensare a uno startDown, perché non c’è peggior modo di iniziare un’attività fingendosi per ciò che non si è.

Capita anche questo. Riceviamo una mail con comunicato stampa e foto. Arriva dal CEO di una startup che racconta il suo progetto, le difficoltà che si incontrano nel nostro Paese quando si vuol fare impresa. Ovviamente presenta la sua attività, con tanto di sito e pagina Facebook. Il progetto imprenditoriale è interessante, al punto che decidiamo di contattarlo per un’intervista. Il giovane aspirante imprenditore, soddisfatto della cosa, inizia il suo racconto. Alla domanda “quando è stata fondata la startup?” risponde con una frase che ci lascia di stucco: “In realtà la società non è ancora stata costituita”. Salutiamo così’ il CEO di qualcosa che non c’è se non nella fantasia dell’estensore del comunicato stampa. E lo lasciamo al suo sogno che chissà se diventerà mai una vera impresa.

Ingenuità? Forse, vista l’età del sedicente imprenditore. Ma anche tanta inesperienza per niente mitigata da qualche spregiudicato e/o sprovveduto consulente di comunicazione che non ha previsto la domanda più ovvia. Ci ha provato? È probabile, ma l’ha fatto in modo maldestro.

Non pubblichiamo il nome del giovane per rispetto della sua immaturità e perché ci auguriamo che, crescendo, impari a fare prima di voler raccontare e ad affidarsi a professionisti saggi. Lo ringraziamo (lui capirà…) perché è grazie a lui che ci è venuta l’idea di questa rubrica in cui, quando servirà, illumineremo l’altra faccia della medaglia, il lato oscuro e confuso delle startup. Esiste, inutile negarlo, e sarà sempre più grande quanto più il movimento crescerà e diventerà importante per il sistema economico italiano. Ovviamente, sarà benvenuta la segnalazione di ogni comportamento, diciamo così, anomalo.

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