Open innovation

Luxury, ecco come funziona il corporate venture capital del gruppo LVMH

Luxury Ventures, il nuovo fondo della multinazionale che controlla marchi come Louis Vuitton e Bulgari, parte con un capitale di 50 milioni di euro, investirà fra i 2 e i 10 milioni e si focalizzerà su società con fatturato fra 2 e 5 milioni. A guidarlo la manager che ha gestito l’acquisizione di Bulgari

Pubblicato il 15 Feb 2017

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Julie Bercovy, a capo di LVMH Luxury Ventures

Il colosso internazionale del lusso LVMH diventa venture capitalist. LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE (sintetizzato comunemente in LVMH), ha lanciato Luxury Ventures, il suo corporate venture capital dedicato agli investimenti nelle società più promettenti nei settori della moda, della cosmetica e degli accessori.

LVMH è un gruppo europeo con sede a Parigi, leader del luxury nel mondo, ed è proprietario di numerosi brand di alta moda quali Bulgari, DKNY, Fendi, Givenchy, Kenzo, Loro Piana e Louis Vuitton, di orologi, come TAG Heuer, di alcolici (Moët & Chandon), di cosmesi come Sephora e di editoria come Les Échos e Le Parisien. Nato nel 1987 dalla fusione tra il marchio Louis Vuitton, specializzato nella produzione di valigeria e accessori moda, e Moët Hennessy, produttore di vini e liquori, è un gruppo a gestione familiare con 3.700 negozi nel mondo e 70 Maison radicate in cinque categorie merceologiche: Vini e Liquori; Abbigliamento e Accessori Moda; Profumi e Cosmetici; Orologi e Gioielleria; Selective Retailing (Duty Free e Department stores). Nel 2015 aveva 125mila dipendenti, nel 2016 ha registrato ricavi per 37,6 miliardi di euro. Il presidente e Ceo Bernard Arnault controlla il gruppo sia direttamente attraverso una quota del 5% sia indirettamente tramite la Christian Dior SE (42%). Secondo la rivista Forbes, Arnault è al 14esimo posto tra gli uomini più ricchi del mondo e al secondo posto in Francia (dati 2016).

Ora il gruppo va caccia di società sulle quali investire in chiave di open innovation, la modalità di innovazione praticata da alcune aziende che le porta a ricercare idee, soluzioni e prodotti innovativi attraverso contatti e collaborazioni con realtà esterne e/o acquisizioni di altre aziende o startup.

Cos’è l’open innovation

La nuova entità, Lvmh Luxury Ventures, sarà diretta da Julie Bercovy, già vice-capo della divisione Mergers & Acquisitions del gruppo, e si focalizzerà su compagnie con un giro d’affari tra i 2 e i 5 milioni di euro. “Lo scopo – ha detto un portavoce del gruppo – è accompagnare finanziariamente lo sviluppo di queste piccole ‘perle’ per creare valore”. Julie Bercovy ha studiato alla HEC Paris, scuola di eccellenza per il management, è entrata in LVMH nel 2004 dopo un’esperienza nella investment bank Lazard e per il gruppo di Bernard Arnault si è occupata di varie acquisizioni, tra le quali quella di Bulgari.

Luxury Ventures partirà con un capitale iniziale di 50 milioni di euro e investirà tra i 2 e i 10 milioni di euro nelle compagnie selezionate. La scelta cadrà su quelle dall’elevato potenziale di crescita e dal business model accattivante. Settori di interesse: il mondo degli accessori (pelle, gioielli e orologi), la moda, profumi e cosmetici, ma anche il fine food e il design. Oltre al supporto finanziario, il colosso francese fornirà assistenza in termini di strategia e piani di sviluppo.

Corporate venture capital, cos’è e chi lo fa in Italia e all’estero

LVMH (con Groupe Arnault) era già attivo negli investimenti in capitale di rischio ma in modo indiretto: controlla infatti il 40% di L Catterton, società di venture capital e private equity di Greenwich, in Connecticut, specializzata in investimenti mirati alla crescita di consumer brand. Nel suo portafoglio ci sono marchi di abbigliamento come Dondup e Pepe Jeans, ma anche i cristalli Baccarat e, dallo scorso dicembre, Pinarello, società trevigiana tra i primi brand al mondo per biciclette da corsa.

Nel frattempo LVMH ha anche annunciato una joint venture per il design e la manifattura con Marcolin, azienda italiana dell’eyewear con sede legale a Longarone (Belluno) che si distingue nel settore lusso per qualità dei prodotti, attenzione ai dettagli e distribuzione. LVHM acquisirà il 10% di Marcolin. L’obiettivo è dare a Louis Vuitton un controllo maggiore sui suoi brandi di eyewear. L’acquisizione di una quota azionaria è un approccio nuovo per il gruppo francese rispetto al modello tradizionale di acquisizione di una licenza commerciale. Marcolin ha annunciato che comincerà a produrre eyewear per i marchi Celine e Louis Vuitton a partire dal 2018. (L.M.)

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