Made in China

Xiaomi, arriva il nuovo smartphone della startup più ricca del mondo

Il 15 gennaio la società cinese, diventata in soli quattro anni il terzo produttore mondiale di telefonini smart e valutata ben 46 miliardi di dollari, svela la sua nuova creatura. È ancora mistero sulle specifiche, ma potrebbe essere simile all’iPhone di Apple

Pubblicato il 13 Gen 2015

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Un uomo fa una foto con uno smartphone Xiaomi

Xiaomi, la startup tecnologica che vale più al mondo, lancerà il 15 gennaio, il suo nuovo smartphone. Un momento molto atteso anche per la storia che caratterizza questa società cinese, diventata in soli 4 anni terzo produttore mondiale di smartphone.

Il colosso asiatico, detto anche “l’Apple della Cina”, ha rilasciato un teaser relativo all’evento nella sua pagina Facebook, invitando gli utenti a seguire online in diretta il lancio a Pechino del “nuovo device portabandiera dell’azienda”. In Rete si susseguono le indiscrezioni, a volte contraddittorie, sul nome e sulle caratteristiche del dispositivo. Il nome più probabile, scrive Business Insider, potrebbe essere MI, ma secondo altri siti specializzati potrebbe chiamarsi Xiaomi 4S o Xiaomi. Si parla di un modello leggero e sottile. Quello che invece non è più un segreto è che il design sarà molto simile all’iPhone della Apple.

Secondo indiscrezioni di testate specialistiche, il nuovo MI dovrebbe essere un 5,7” full HD con SoC Snapdragon 615 octa-core a 64-bit, 2 GB di RAM e 16/32 GB di memoria interna. La fotocamera posteriore si fermerebbe a 13 megapixel e quella anteriore a 5, mentre la batteria arriverebbe a 3.100 mAh. Il sistema operativo dovrebbe essere Android KitKat, con MIUI 6 a modificarne l’interfaccia. Queste specifiche, però, non sono ancora state confermate e potrebbero facilmente variare, così come il prezzo, attualmente ipotizzato in 249 dollari.

Non è ancora stato specificato se e quando verrà commercializzato in Italia. Per ulteriori dettagli non resta che attendere domani.

Il nuovo smartphone di Xiaomi sta suscitando tante attese anche perché l’azienda ha avuto un percorso eclatante: ha infatti registrato negli anni un enorme incremento di valore che l’ha portata di recente al picco di 46 miliardi di dollari, a un passo dai 50 raggiunti da Facebook prima di quotarsi in Borsa. Ha superato così Uber, valutata 40 miliardi di dollari, come startup tecnologica di maggior valore nel mondo, tanto da suscitare timori da parte di alcuni analisti di una nuova bolla di Internet alimentata da super-valutazioni di questo tipo. C’è da dire, però, che Xiaomi continua a macinare ricavi e profitti, dimostrando quindi grande solidità.

In più Xiaomi si muove in un comparto molto consolidato, quello degli smartphone, dove in soli 4 anni ha strappato al leader mondiale Samsung la leadership del mercato cinese, riuscendo in un’operazione in cui si erano cimentate con minor successo anche grandi imprese cinesi provenienti da altri comparti (rispettivamente dagli apparati per telecomunicazioni e dai pc) come Huawei e Lenovo.

Dopo avere conquistato il mercato cinese adesso Xiaomi sta cercando di espandere il suo raggio d’azione in India e in Indonesia e, anche se non si sente ancora pronta per sbarcare direttamente in Europa e Stati Uniti, il suo ruolo potrebbe a medio termine influenzare la politica di prezzi degli smartphone a livello globale.

Del resto uno dei punti forti di questo produttore è il successo nei mercati emergenti, spinto dalla produzione di telefonini e smartphone con specifiche di fascia media e prezzi molto concorrenziali. Prima del 2018 non è prevista alcuna Ipo, ma Xiaomi già così vale tre volte Lenovo, il concorrente cinese con una forte presenza in Occidente che sta cercando di espandersi sfruttando le acquisizioni di Motorola Mobility in campo mobile e dei server x86 di Ibm in quello business.

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