AUMENTO DI CAPITALE

Svinando, il vino “online” di una startup piemontese alla conquista della Germania

La neo-azienda che vende etichette selezionate su internet ha appena raccolto 300 mila euro da un gruppo di imprenditori: li impiegherà per l’espansione estera. Sara Galvagna, Coo: “Tanti i competitor, ma noi siamo cauti e facciamo un passo per volta”

Pubblicato il 30 Giu 2014

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Il team di Svinando

Un gruppo di startupper piemontesi proverà a convincere i tedeschi a trascurare la birra per dedicarsi sempre di più al vino italiano.

La startup si chiama Svinando, si descrive come un “esclusivo Wine Club online dove trovare a prezzi esclusivi bottiglie d’eccellenza selezionate da un team di esperti e consegnate a domicilio” ed ha appena chiuso un secondo aumento di capitale, raccogliendo 300mila euro. Finanziamenti che saranno appunto destinati all’espansione estera, partendo proprio dalla Germania dove entro fine giugno partirà il sito online.

Per la verità il mondo della vendita di vini online è già particolarmente affollato di competitor, ma Svinando ritiene di avere qualche marcia in più. “Per esempio abbiamo sempre avuto un approccio cauto ed analitico, puntando alla sostenibilità nel lungo periodo, e come finanziatori abbiamo scelto un gruppo di business angels che sono manager e imprenditori, in modo da ricevere da loro indicazioni concrete per il nostro business” spiega la Coo Sara Galvagna, laureata alla Bocconi e consulente aziendale.

Il progetto è nato online a dicembre 2012. Tra i founders, oltre a Galvagna, 32 anni, c’è Riccardo Triolo, 31 anni, commercialista e già responsabile finanziario di una startup, che attualmente ricopre il ruolo di Ceo. Svinando è stata incubata da 2i3T, incubatore dell’Università di Torino, nel dicembre 2012, è diventata start up innovativa nel 2013 e a dicembre di quell’anno ha ricevuto un premio dal proprio incubatore per i risultati imprenditoriali raggiunti.

I sommelier di Svinando visitano le migliori cantine d’Italia e selezionano i migliori assaggi da proporre ai membri di Svinando Wine Club a prezzi interessanti. Le offerte sono corredate di schede- prodotto, video degustazioni guidate da esperti enologi e interviste e curiosità dalle cantine d’Italia.

“Nel mondo del vino enoteche online ce ne sono tante – ammette la Coo – ma noi per esempio proponiamo flash sales, vendite private ad evento, solo su iscrizione e per una durata limitata, sia nel tempo che nella quantità di prodotti. Ora le fanno anche altri, ma noi siamo stati i primi a proporle con focus sul vino, storicamente erano incentrate sull’abbigliamento. Altra nostra particolarità – prosegue – è che facciamo un’offerta per volta, in controtendenza rispetto a chi propone centinaia di etichette diverse tutte insieme”.

Le cose hanno funzionato da subito. C’è stata un’iniziale fase seed in cui hanno raccolto 100mila euro, poi, alla luce dei buoni risultati delle vendite, iniziate da febbraio 2013, gli startupper hanno cominciato a cercare capitali freschi per procedere a un’ulteriore espansione. E a dicembre hanno fatto centro, “conquistando” il Club degli Investitori, gruppo di angels piemontesi, imprenditori e manager di lungo corso, il cui presidente è Giancarlo Rocchietti. “Cercavamo finanziatori – spiega Galvagna – che potessero darci un supporto imprenditoriale. Al contrario di un fondo di venture capital, loro portano l’esperienza industriale. E avere dalla nostra parte degli imprenditori ci dà una marcia in più rispetto al semplice apporto di denaro”.

E perché gli investitori hanno scelto proprio Svinando? “Ci hanno detto – spiega l’intervistata – che gli è piaciuto molto il nostro approccio: fare un passo per volta raggiungendo sempre l’obiettivo prefissato. Insomma, noi vogliamo diventare diventare azienda ed essere sostenibili nel lungo periodo. Di solito diverse startup partono in quarta, raccolgono milioni, però poi non producono margine. Noi siamo stati sempre molto analitici: prima di qualsiasi scelta, dal marketing alla grafica, abbiamo fatto test e analisi. Inoltre abbiamo imparato a muoverci per priorità: sembra banale, ma è frequente fare errori manageriali nel nostro mestiere”.

Ora il team, composto anche Gianpiero Gerbi, enologo, Lorenzo Triolo, che si occupa della parte commerciale, e Umberto Bozzolini (contenuti, social network e media), si prepara a investire i nuovi capitali all’estero. “Abbiamo scelto la Germania – spiega la Coo – perché è uno dei Paesi europei dove il vino italiano è più apprezzato e confidiamo che le eccellenze artigianali che selezioniamo saranno molto apprezzate anche oltre confine. Per l’espansione estera abbiamo anche intenzione di rafforzare il team, investendo però sempre in Italia”.

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