Politica economica

Startup, si preparano nuovi sconti fiscali per chi investe

Il governo sta studiando come inserire nel pacchetto Finanza per la crescita uno sgravio per chi compra almeno il 20% di una startup (e mantiene la quota per 3 anni) e la possibilità di scaricare le perdite operative. Qui tutte le agevolazioni che esistono già per gli investitori in innovazione

Pubblicato il 07 Giu 2016

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Potrebbero arrivare sconti fiscali per le imprese che investiranno nel capitale di startup con una quota di almeno il 20% e che manterranno la quota per almeno tre anni. Lo prevede una bozza del dl competitività, che dovrebbe rientrare nel più ampio pacchetto Finanza per la crescita 2, in fase di finalizzazione negli uffici dei ministeri competenti: ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e Ministero dello Sviluppo economico (Mise). In base a queste nuove misure contenute nella bozza, oggi visionata dall’agenzia Ansa, le società che investiranno nelle giovani imprese in base alle modalità di cui sopra potranno scaricare integralmente le perdite operative per l’avviamento della nuova azienda.

Naturalmente si tratta di una bozza di un provvedimento, suscettibile di molteplici cambiamenti in corso d’opera. Per il momento ecco cosa prevede:

Agevolazione fiscale per il “rientro dei cervelli” – Il documento contiene una disposizione che elimina i limiti temporali del bonus inserito nel dl 78/2010, non fissando altri parametri. Quindi le agevolazioni per il rientro dei cervelli in fuga potrebbero diventare permanenti. Il dl di 6 anni fa prevedeva l’esclusione “dalla formazione del reddito di lavoro dipendente o autonomo del 90% degli emolumenti percepiti dai docenti e dai ricercatori” che dopo due anni all’estero tornassero a lavorare in Italia.

Visti e permessi di soggiorno “facili” per chi investe in Italia – Il visto potrà essere rilasciato a chi investe almeno un milione di euro in un’impresa italiana o 2 milioni in titoli di Stato (con l’obbligo di mantenere l’investimento per almeno 2 anni) o in alternativa a chi effettua “una donazione filantropica significativa in un settore di interesse per l’economia italiana (cultura, recupero beni culturali o paesaggistici, gestione dell’immigrazione, istruzione, ricerca scientifica…) per un importo non inferiore a un milione di euro”.

Niente tasse per i Fia (Fondi immobiliari alternativi) e le Siiq (Società di investimento immobiliare quotate) che investono negli immobili pubblici o delle assicurazioni.

Incrementare il finanziamento alle imprese, facilitando lo smobilizzo del ‘magazzino crediti’ delle banche e riattivandone la capacità di fare prestiti. In pratica, un investitore non bancario che voglia fare credito alle imprese italiane potrà farlo in piena certezza del diritto, acquistando crediti già presenti nel portafoglio delle banche o facendosene creare di nuovi dalle stesse banche per comprarli a sua volta. Una norma che, di fatto, consentirebbe di distribuire il rischio di credito su una più ampia platea di investitori (anche non bancari) favorendo la creazione di un mercato secondario. Le banche potranno quindi cedere crediti anche ad investitori privi di licenza bancaria.

LE AGEVOLAZIONI CHE GIÀ ESISTONO

Agevolazioni introdotte dalla legge sulle startup innovative del 2012 e successive integrazioni

Varie le agevolazioni esistenti. Eccone alcune. Alle persone fisiche (es. business angel) che investono in startup innovative spetta una detrazione Irpef del 19% dell’investimento fino a un massimo investito pari a 500mila euro. Alle persone giuridiche (es. fondi di venture capital) spetta una deduzione dall’imponibile Ires del 20% dell’investimento fino a un massimo investito pari a 1,8 milioni di euro. Il beneficio fiscale è maggiore se l’investimento riguarda le startup innovative a vocazione sociale e quelle che sviluppano e commercializzano prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico (detrazione Irpef al 25%; deduzione dall’imponibile Ires al 27%). Si veda anche questo documento sulle agevolazioni alle startup innovative.

Agevolazioni introdotte dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 25 febbraio 2016 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 84 l’11 aprile 2016

Questo decreto ha rafforzato ed esteso al 2016 gli incentivi fiscali per l’investimento in startup innovative e ha introdotto ulteriori agevolazioni.

Startup, tutte le nuove agevolazioni per gli investitori

In sintesi ha previsto la possibilità di effettuare investimenti più elevati sulle startup e di mantenerli per più tempo, la possibilità di acquisire quote azionarie di queste società in cambio di fondi attraverso l’equity crowdfunding in modo più semplice rispetto al passato e la possibilità per le nascenti realtà imprenditoriali di comunicare chi sono in modo più efficace e trasparente. Le precedenti agevolazioni sono confermate.

Ecco gli incentivi fiscali per il 2016

♦Innalzamento della soglia di investimenti ammissibili per ciascuna startup innovativa: si sale da 2,5 milioni all’anno per 4 anni a 15 milioni calcolabili su un arco temporale di 5 anni

♦Incremento da 2 a 3 anni del periodo obbligatorio in cui mantenere l’investimento (il cosiddetto “holding period”), pena la decadenza dalle agevolazioni

♦Razionalizzazione delle cause di decadenza dell’agevolazione: non determina più la decadenza dell’incentivo la perdita dello status di startup innovativa, se dovuta al superamento del limite temporale dei 5 anni dalla costituzione, o del tetto di 5 milioni di euro del valore della produzione annua, o la quotazione su una piattaforma multilaterale di negoziazione. Questo per permettere alle startup innovative diventate “mature” – per ragioni anagrafiche, dimensionali o di mercato – di configurarsi come piccole e medie imprese (pmi) innovative, conservando l’agevolazione.

Ecco le agevolazioni per chi investe in aumenti di capitale di holding quotate su un mercato regolamentato che a loro volta investono principalmente in startup innovative

Chi sottoscrive un aumento di capitale di una società quotata che investe in startup innovative beneficerà nello specifico dei seguenti incentivi:
– persone fisiche: detrazione ai fini IRPEF del 19% della somma investita; ad esempio l’investimento di 100.000 euro consente un risparmio d’imposta di 19.000 euro nel corrente periodo di imposta (modello UNICO 2017). L’investimento massimo detraibile non può eccedere, in ciascun periodo d’imposta, l’importo di 500.000 euro e deve essere mantenuto per almeno 3 anni;

– persone giuridiche: deduzione ai fini IRES del 20% della somma investita; ad esempio l’investimento di 100.000 euro consente un risparmio d’imposta di 5.500 euro nel corrente periodo di imposta (modello UNICO 2017).

L’investimento massimo deducibile non può eccedere, in ciascun periodo d’imposta, l’importo di 1.800.000 euro (i.e. corrispondente ad una deduzione annua massima pari a 360.000 Euro) e deve essere mantenuto per almeno 3 anni.

Il Decreto prevede che gli incentivi si applichino ai soggetti che investono nelle società veicolo che, al termine del periodo di imposta in corso alla data in cui è effettuato l’investimento agevolato, detengono azioni o quote di startup innovative, classificate nella categoria delle immobilizzazioni finanziarie o comunque non detenute per la negoziazione, di valore almeno pari al 70 per cento del valore complessivo delle immobilizzazioni finanziarie iscritte nel bilancio chiuso nel corso dell’anzidetto periodo di imposta, senza tenere conto, a questi fini, degli investimenti effettuati negli incubatori certificati. (L.M.)

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