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Startup, adesso gli “americani” comprano anche in Italia

AdEspresso, società di digital advertising fondata da tre italiani, è stata acquisita dalla canadese Hootsuite. Mentre SaferBytes, azienda umbra di cybersecurity, finisce sotto il controllo della californiana Malwarebytes. Ecco le caratteristiche delle società che piacciono oltreoceano

Pubblicato il 09 Feb 2017

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Il team di AdEspresso

E adesso gli americani cominciano a comprare le startup italiane. AdEspresso e SaferBytes passano di mano, e valorizzano oltreoceano gli sforzi imprenditoriali fatti negli ultimi anni. La prima è stata acquisita dal colosso Hootsuite, tra le principali piattaforme di gestione dei social media (che in realtà è canadese, ma consentiteci la forzatura), l’altra dall’azienda di cybersecurity californiana Malwarebytes. In entrambi i casi l’entità delle acquisizioni non è stata è stata rivelata, ma per quanto riguarda AdEspresso indiscrezioni che arrivano direttamente dalla Silicon Valley, indicano in 20 milioni di dollari l’ammontare dell’operazione.

Fondata nel 2011, a San Francisco, da Armando Biondi, Carlo Forghieri e Massimo Chieruzzi, AdEspresso ha sviluppato una tecnologia che permette alle imprese di ottimizzare le campagne pubblicitarie su Facebook, con l’obiettivo di ottenere più clic e di conseguenza maggiori visualizzazioni. Nei cinque anni di attività ha raccolto finanziamenti pari a 3,2 milioni di dollari, per la maggior parte da investitori americani. A guidare il plotone di chi ha creduto in questo progetto, c’è il team di 500 startup, uno tra i principali acceleratori degli Stati Uniti, che per primo ha investito 500mila dollari.

«Siamo molto soddisfatti di questa operazione – hanno commentato Massimo Chieruzzi e Armando Biondi al sito Startupbusiness.it. Questa operazione ci permetterà di creare sinergie importanti tra i prodotti di Hootsuite e quelli di AdEspresso, ed è complementare sia a livello di soluzioni tecnologiche che di posizionamento di mercato e di clienti». Sebbene l’azienda abbia sede a San Francisco, il cuore operativo è sempre rimasto in Italia, dove vengono svolte la maggior parte delle attività di sviluppo del prodotto e dove lavorano poco più della metà dei 45 dipendenti che compongono l’intero team. Stando alle parole dei fondatori, poi, c’è da aspettarsi che la squadra italiana possa crescere ancora: «Nelle prossime settimane assumeremo nuove persone in Italia – anticipa Chieruzzi– che diventerà anche la sede nazionale di Hootsuite. È proprio il valore del team che abbiamo costruito, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo, ad avere rappresentano per Hootsuite un importante elemento di valore».

Su AdEspresso, va ricordato, avevano scommesso anche una cordata di investitori italiani. Tra loro spiccavano Andrea Rota e Paola Bonomo, personalità di rilievo dell’ecosistema innovativo italiano nonché membri del network di business angels Italian Angel for Growth. «Ai fondatori di AdEspresso il merito di aver riconosciuto, già nel 2012, che Facebook sarebbe diventata una piattaforma molto importante per le piccole e medie imprese – ha raccontato a Startupbusiness Paola Bonomo – e che c’era spazio di mercato nell’aiutarle a cavalcare quest’opportunità ottimizzando il rapporto tra rendimenti e costi dei loro investimenti pubblicitari».

Team forte, business scalabile e realizzazione di un prodotto globale sono gli elementi che l’operazione Hootsuite-Ad Espresso sembra avere in comune con l’altra acquisizione di una startup italiana da parte di un’azienda americana. Malwarebytes ha infatti fatto propri gli asset della startup umbra Saferbytes, quest’ultima fondata nel 2012 e conosciuta per lo sviluppo della piattaforma cloud-based Deepviz, in grado di analizzare minacce malware in tempo reale. Nonostante asset e team passeranno sotto le direttive del gruppo californiano, Deepviz manterrà il nome e verrà integrata all’interno della gamma Malwarebytes. «L’acquisizione di Malwarebytes è un passo fondamentale per far evolvere la nostra società – ha commetato Marcin Kleczynski CEO di Malwarebytes – lavoreremo assieme per tenere le aziende al sicuro dalle cyber-minacce». Insomma il Made In Italy, in formato digitale, sembra piacere davvero agli americani.

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