DEBUTTO TELEVISIVO

Silicon Valley, applausi e qualche dubbio per la serie sulle startup

Episodio-pilota su Hbo della storia di 4 giovani startupper nella valle californiana: “tante risate”, scrivono i media. Ma i big dell’hi-tech: “Il messaggio sia più positivo”. Presto in onda anche su Sky Atlantic

Pubblicato il 07 Apr 2014

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Entusiasmo, tante risate e qualche distinguo da parte dei “veri” imprenditori della Silicon Valley: sono le reazioni più immediate al debutto del 6 aprile sul canale statunitense Hbo dell’episodio pilota di una nuova serie tv intitolata appunto “Silicon Valley”, i cui protagonisti sono giovani startupper speranzosi di emulare i big delle Internet companies. Serie destinata ad approdare anche su Sky Atlantic, il nuovo canale di Sky che sarà inaugurato il 9 aprile (ma per il momento non è stata comunicata la data della programmazione della serie).

C’era molta attesa intorno a questo programma firmato da Mike Judge e Alec Berg i cui protagonisti sono Richard (Thomas Middleditch), un ingegnere esperto di software tremendamente timido, e i suoi amici nerd: Big Head (Josh Brener), Gilfoyle (Martin Starr) e Dinesh (Kumail Nanjiani). I quattro giovani si muovono sotto l’occhi vigile di Erlich (T.J. Miller), un milionario “dotcom” alla guida di un incubatore a Palo Alto. I nerd stanno aspettando con ansia di fare il colpo della loro vita, ma sono anche assaliti dal timore che questo non possa accadere.

“Il denaro sta volando sopra la Silicon Valley, ma non sembra cadere sopra di noi” dice Big Head.

La grande occasione sembra arrivare quando Richard sviluppa un grandioso algoritmo per app musicale che potrebbe fruttargli miliardi. Ma finisce in mezzo a una guerra tra due eccentrici milionari dell’hi-tech, Gavin Belson (Matt Ross), alla guida di un’azienda chiamata Hooli, e Peter Gregory (Christopher Evan Welch, poi morto di cancro), un insopportabile venture capitalist. A quel punto il dilemma dello startupper è: vendere o provare a mantenere il controllo del proprio sogno?

All’indomani della trasmissione del primo di 8 episodi, le recensioni di stampa sono in gran parte entusiastiche. Nj.com, testata specializzata americana, in un articolo intitolato “una startup da tenere sicuramente d’occhio”, osserva: “Lo stile di scrittura è vivace e si ride sia in modo pacato (quando Ehrilich commissiona a un artista di graffiti latino-americano un logo che risulta essere incredibilmente volgare) sia a crepapelle, quando lo stesso Ehrlich si sforza ripetutamente di non apparire razzista ma finisce comunque per sembrarlo”.

Critiche positive anche da un’altra testata Usa specializzata, Buddy Tv. “Silicon Valley – si legge nella recensione – offre spunti per molte risate anche a chi non è nell’ambiente hi-tech”.

Gli addetti ai lavori, però, sembrano meno soddisfatti. Siqi Chen, che possiede la startup Hey, sviluppatrice della Heyday digital journal app, ha detto ai media che continuerà a guardare “Silicon Valley” ma non è sicuro che gli piacerà: “Quando guardi cose del genere, non è che ti fanno pensare ad altro: sono tutte fasi della tua vita che riconosci ed è come ripercorrerle daccapo”.

Anche Mikael Berner, founder di EasilyDo, startup californiana di software, preferisce “programmi televisivi che non siano collegati alla mia realtà quotidiana. Questo perché poi mi ritrovo a giudicare tutto e penso: ‘noi non sviluppiamo in quel modo’, oppure ‘Larry (Page, ndr) non va in giro con i Google Glass, Sergey (Brin) invece sì’. Insomma, non mi diverto”.

Altri si preoccupano del “messaggio negativo” che potrebbe passare. “Lavoro in questo settore da 20 anni e mi piacerebbe vedere storie più positive sul motivo per cui questa è un’ottima carriera da intraprendere” ha commentato Adam Nash, ceo di Wealthfront, produttore di software per il personal finance. “Per quanto possa essere divertente e ben fatto, Silicon Valley potrebbe continuare a far sembrare poco attraente il fatto di esercitare professioni ad alto contenuto tecnologico”.

Simili preoccupazioni sono state espresso da John Shahidi, la cui startup Shots Mobile produce un’app per selfie. “Spero che la serie sia maggiormente incentrata sulla positività di questo mondo, perché nella Silicon Valley ci sono un sacco di persone piene di passione per quello che fanno e che vogliono un mondo migliore”.

In effetti ci sono alcuni momenti durante la serie in cui gli autori ironizzano sull’abitudine da parte dei ricchi imprenditori hi-tech di sbandierare il loro desiderio di un mondo migliore quando in realtà sono più che altro interessati ad accumulare denaro.

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