Finanziamenti

Quest’uomo ha 50 milioni da investire in startup

Salvo Mizzi, ex fondatore e responsabile dell’acceleratore di startup Working Capital e poi di Tim Ventures, il corporate venture capital di Telecom Italia, passa al settore pubblico: è il manager chiamato da Domenico Arcuri per guidare il nuovo fondo che disporrà di 50 milioni di euro da investire in 100 startup in 7 anni

Pubblicato il 18 Giu 2015

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Salvo Mizzi, alla guida del Fondo di venture capital di Invitalia

Salvo Mizzi, ex responsabile del Working Capital Accelerator (oggi Tim #WCap) di Telecom Italia e poi capo di Tim Ventures, lascerà l’azienda di telecomunicazioni per diventare responsabile del nuovo Fondo di venture capital di Invitalia. Il manager guiderà il Fondo che dovrebbe partire entro la fine del mese e attraverso il quale l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa è pronta a entrare nel capitale di circa 100 startup con un investimento iniziale complessivo di 50 milioni di euro provenienti dal Fondo per la Crescita Sostenibile del Ministero delle Sviluppo Economico (Mise). Lo ha annunciato l’Ad di Invitalia, Domenico Arcuri, durante Next-The Innovation Game, la trasmissione di Riccardo Luna in onda su Repubblica.it.

Nato a Catania nel 1962, uno dei pionieri di Internet in Italia, nel 2000 Salvatore Mizzi (per tutti Salvo) ha lanciato la prima web tv italiana, My-tv. Dal 2006 al 2008 è stato responsabile Digital Innovation di Telecom Italia per poi fondare e guidare dal 2009 al 2014 il Working Capital Accelerator, acceleratore di startup dal quale sono uscite diverse interessanti realtà imprenditoriali. Nell’ultima parte del suo percorso in Telecom Italia ha ricoperto l’incarico di responsabile di Tim Ventures, società del Gruppo nata per effettuare seed investment nel mondo digitale. Suo obiettivo è investire 4,5 milioni di euro nei prossimi tre anni in equity delle migliori startup digitali italiane. Mizzi è anche membro della Kauffman Society, programma basato in Silicon Valley per venture capitalist e innovatori internazionali di ogni genere nato su iniziativa della prestigiosa Kauffman Foundation. Il top manager ha fatto capolino anche nel mondo della politica italiana. Nel 2013 è stato candidato alle elezioni politiche in Sicilia per Scelta Civica-con Monti per l’Italia, ma non ce l’ha fatta. In Telecom Mizzi lascia buoni ricordi ma anche qualche relazione difficile, emersa soprattutto tra maggio e ottobre 2014: una fase per lui caratterizzata da contrasti con i vertici aziendali, che coincide con il periodo successivo alla nomina alla presidenza dell’azienda di Giuseppe Recchi, suo alleato nella volontà di evidenziare la missione innovatrice di Telecom. A ottobre 2014 Mizzi è passato da Working Capital a Tim Ventures. All’inizio del 2015 era circolata la voce di un suo possibile incarico di Ad nell’ambito di una società di Poste Italiane, ma il rumor non ha avuto seguito.

Ora per lui si apre una nuova sfida. Sulla carta potrebbero vincerla entrambe le parti. Invitalia, istituzione pubblica gestita da dirigenti di nomina politica, si assicura un manager proveniente da una grande azienda privata, con esperienza di venture capital e che porta in dote competenze e relazioni internazionali di alto livello. D’altra parte, se con Tim Ventures aveva a disposizione 4,5 milioni di euro per un triennio, in Invitalia Mizzi si ritroverà a gestire una quota decisamente superiore: il Ceo Arcuri ha stimato che l’investimento iniziale medio per startup sarà di circa 500mila euro, per un totale di circa un centinaio di startup finanziate. Gli investimenti sono a 7 anni e il fondo investirà, al 50%, insieme a operatori privati.

Nei prossimi mesi si vedrà quanto il fondo publico riuscirà a muoversi con logiche di mercato, evitando magari di concentrarsi sulle startup selezionate con i diversi bandi Smart&Start di Invitalia, che non sempre hanno premiato società con una forte ed evidente carica innovativa. Salvo Mizzi per il momento tace. Toccherà a lui dimostrare che anche Invitalia può stare sul mercato, anche grazie a lui.

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