Startup & Mobilità

Park Smart, l’app cerca-parcheggio verso il primo test

Gli studenti dell’Università di Catania saranno i primi a sperimentare, entro giugno, il sistema ideato da una startup siciliana che utilizza le telecamere di videosorveglianza per individuare i posti-auto liberi. Allo studio un’app analoga, destinata alla PA, per il monitoraggio dei parcheggi pubblici

Pubblicato il 17 Giu 2015

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Entro questo mese gli studenti dell’Università di Catania sperimenteranno un nuovo modo per trovare agevolmente parcheggio grazie alla prima sperimentazione dell’app Park Smart, sistema in grado di conoscere, in qualsiasi momento, la disponibilità e l’occupazione di stalli in una determinata zona della città. La startup che sta elaborando il sistema, fondata da due catanesi, è risultata di recente tra le 12 vincitrici di FORUM PA Call4ideas 2015 – Startup e Startupper per la PA digitale: iniziativa promossa da FORUM PA in collaborazione con Camera di Commercio di Roma e PoliHub, l’incubatore del Politecnico di Milano, nata appunto per premiare le migliore idee innovative dedicate dalle startup alla pubblica amministrazione. E prima ancora, a novembre 2014, Park Smart aveva trionfato nella categoria “smart community” del Premio Edison Start.

Dopo le vittorie, il primo frutto concreto. “Stiamo lavorando a un progetto pilota all’interno del campus dell’Università di Catania – anticipa a EconomyUp il co-founder e Coo Pierluigi Buttiglieri – ed entro fine giugno rilasceremo la nostra app dedicata agli utenti, che potrà essere utilizzata dagli studenti per cercare parcheggio”.

In realtà di app “cerca-parcheggio” in Italia già ce ne sono, alcune basate sul crowdsourcing (la comunità degli utenti segnala i parcheggi liberi) altre sulla connessione a sensori o sbarre di parcheggio. Ma Buttiglieri tiene a sottolineare che quella sviluppata dalla sua società è diversa. La diversità sta nel fatto che Park Smart , sistema di gestione parcheggi basato su un software per il monitoraggio della disponibilità degli stalli di sosta e l’individuazione degli stalli liberi, punta a sfruttare un’infrastruttura che utilizza le telecamere di videosorveglianza. In pratica trovi parcheggio facendoti aiutare (elettronicamente, si intende) dalle tantissime telecamere sparse per le nostre città e adibite ai più svariati scopi.

“Ci siamo costituiti nel 2013 come realtà imprenditoriale partendo dal concetto base di smart city” prosegue Buttiglieri, 37 anni, una precedente carriera da project manager per multinazionali. “In una vera smart city ci sono poche infrastrutture che forniscono molti servizi. Non bisogna aggiungere infrastrutture, perché è un costo in più per la pubblica amministrazione. Così abbiamo studiato le varie reti alle quali potevamo associarci e siamo arrivati alla conclusione che potevamo affidarci alla video analisi, ovvero alle telecamere. L’infrastruttura c’è, i costi di manutenzione sono coperti”.

Non a caso Ceo e Co-Founder della startup è Marco Sciuto, uno studente di Informatica all’Università di Catania di soli 21 anni che, oltre ad avere ottime competenze su video analisi e realizzazione video, ha il padre, Carlo Sciuto, proprietario di un’azienda che si occupa di controllo accessi, sicurezza, telecamere. Un esperto della materia, dunque, che infatti è stato coinvolto nella nuova società come Business Development Manager.

Per gli utenti l’app sarà gratuita. In questo caso fonte di revenue per la startup saranno le fee sui pagamenti elettronici, perché attraverso l’applicazione si potrà non solo trovare parcheggio ma anche pagarlo. Parallelamente la società offrirà un’altra applicazione a pagamento agli enti pubblici, dal momento che, spiega ancora Buttiglieri, “l’informazione che proviene dalle telecamere è duplice: dal lato utente è in grado di indicare dove è il posto libero, dal lato Pubblica Amministrazione consente al dipendente dell’ente di verificare se una nuova automobile è entrata nel parcheggio pubblico e di monitorarla, riuscendo così ad accertarsi con maggiore precisione se ha pagato o meno il ticket di parcheggio”.

Secondo i dati ufficiali, nei parcheggi pubblici il 40% di stalli – le strisce blu – non vengono pagati, percentuale che può crescere anche di molto nelle zone periferiche. “Sono soldi persi – sottolinea il Coo – invece attraverso la nostra app le PA possono accertare più agevolmente l’evasione e porvi rimedio”.

Come detto gli studenti di Catania saranno i primi a testare l’app destinata agli utenti. “Abbiamo una convenzione con l’ateneo catanese – prosegue Buttiglieri – e stiamo creando una sinergia con l’università che ad oggi non ha ancora avviato un programma di accelerazione per la crescita e lo sviluppo sul mercato delle startup” .

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