JCube, ecco le startup che stanno spiccando il volo

Jobmetoo, Bioerg, Hyperlean e Greentech sono solo le più significative “creature” dell’incubatore marchigiano. Il direttore generale Giuseppe Iacobelli racconta come funziona e perché adesso lancia un contest per “innovatori multidisciplinari”. «Abbiamo avviato un percorso di innovazione con ampi margini di crescita»

Pubblicato il 10 Apr 2015

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Giuseppe Iacobelli, direttore generale dell'incubatore JCube

Dalle Marche alcune startup stanno spiccando il volo per inserirsi a pieno titolo nell’ecosistema italiano delle neo-imprese: sono, solo per citare le più significative, Jobmetoo, piattaforma web di placement per persone con disabilità, Bioerg (biotech), Hyperlean (software) e Greentech. Tutte “figlie” di JCube, incubatore di imprese nato nel 2012 dalla collaborazione tra il Gruppo Industriale Maccaferri, il Comune di Jesi (Ancona) e l’Università Politecnica delle Marche. “Le nostre startup – dice Giuseppe Iacobelli, direttore generale di JCube – iniziano ad avere un importante riscontro di mercato e una conseguente crescita aziendale: Jobmetoo ha coinvolto primari partner del venture capital e sta riuscendo ad attuare il suo piano industriale. Bioerg è impegnata in una campagna di crowdfunding per l’industrializzazione del proprio prodotto con ottime prospettive di successo. Hyperlean ha sviluppato un software per la preventivazione e costificazione che viene utilizzato da gruppi manifatturieri internazionali tra cui anche il Gruppo Industriale Maccaferri. E Greentech sta sviluppando alcune tecnologie appunto green, che stanno suscitando l’interesse anche di alcuni soggetti industriali. Ma non ci fermiamo qui: per questo abbiamo deciso di lanciare l’Open Innovation Contest, per cercare un nuovo approccio al coinvolgimento di giovani innovatori”.

EconomyUp ha incontrato Iacobelli proprio per fare il punto sulle novità che emergono dall’incubatore marchigiano, prima fra tutte la competizione lanciata il mese scorso per realizzare un Parco Tecnologico nelle Marche. Nato come occasione per immaginare un nuovo utilizzo degli spazi dell’ex zuccherificio Sadam (Gruppo Industriale Maccaferri), l’Open Innovation Contest punta al coinvolgimento di giovani innovatori per condividere in modo “open” e trasparente un percorso progettuale di rigenerazione strategico per il territorio.

JCube lancia progetti di open innovation. Ma cos’è? La piattaforma del gruppo Digital360 “Digital Open Innovation” risponde a questa domanda con strumenti e approfondimenti

A seguito della call, che scade il 18 aprile, saranno selezionati fino a 25 innovatori che prenderanno parte a tre residenze, nel periodo maggio-giugno, presso la sede dell’incubatore JCube. La loro missione sarà elaborare proposte innovative relative allo sviluppo di JVillage, un Parco Tecnologico che dovrebbe fare da volano per lo sviluppo di una più ampia ed evoluta area urbana. “Il Contest – spiega Iacobelli – si propone di rispondere alle esigenze di innovazione e rigenerazione di quel territorio, ma anche di sviluppare una buona practice di open innovation”. Candidarsi è facile: basta andare sul sito www.jcube.org, compilare l’application form dedicata e inviare il cv. “Le candidature sono già numerose – svela il direttore generale – e provengono da tutt’Italia, da Milano a Palermo. Si va dall’ambito tecnico-urbanistico a quello creativo, economico, gestionale, di marketing…”.

Quale genere di innovatori JCube si aspetta di poter scoprire attraverso il contest? “Ci piacerebbe coinvolgere – spiega il responsabile – innovatori con visioni multidisciplinari, che abbiano la capacità di comprendere tutte le potenzialità e gli sviluppi dell’iniziativa e che vogliano portare il proprio contributo per un progetto condiviso, aprendosi alla contaminazione e al confronto con gli altri partecipanti.Cerchiamo persone che abbiano la volontà di declinare delle visioni innovative in un contesto concreto, confrontandosi con un territorio che ha una storia, una tradizione e una valenza sociale importante”

Nel frattempo prosegue la consueta attività di incubazione. Attualmente sono 14 le startup incubate attive in vari ambiti innovativi: produzione di un giubbetto anticaduta nei cantieri, sistemi ICT per la difesa del Made in Italy e contro la contraffazione, piattaforma per la smart agriculture, dispenser evoluto per la somministrazione di farmaci, software di lettura estremamente performante della scrittura manuale, realizzazione di plantari terapeutici prodotti in modo innovativo, bracciali integrati di tecnologia NFC per diverse applicazioni. Inoltre sono presenti startup web-based nel campo dell’open innovation e del food&beverage, fino al settore farmaceutico per la produzione di un nuovo anti-tumorale con principio attivo biologico.

JCube è un soggetto piuttosto giovane, abbiamo da poco superato i due anni d’età – commenta Iacobelli – perciò sono ancora poche pertanto le startup che hanno concluso il percorso d’incubazione, che dura al massimo 3 anni. Ma procediamo spediti in questo percorso e anzi puntiamo all’espansione delle nostre attività”.

Oltre al già citato progetto di Open Innovation, sono in fase di ultimazione i lavori per realizzare un Fab Lab, sempre all’interno di quest’area, che verrà inaugurato entro l’estate 2015. In questo periodo è inoltre aperta la nuova Call di JCube per accedere ai servizi di incubazione d’impresa, fino ad 30 aprile 2015. Per candidare il progetto basta andare sul sito web, dove è possibile scaricare il regolamento completo, compilare il modulo e caricare la documentazione.

“Tutto questo confermerà che le Marche possono essere terreno fertile per gli innovatori, come emerge anche dalla recente ricerca “The Italian Startup Ecosystem: Who’s Who” che ci colloca nella Top 10 delle Regioni startup friendly” conclude Iacobelli. “Riteniamo che questo sia un buon punto di partenza e un buon auspicio per un percorso d’innovazione che ha sicuramente ampi margini di crescita”.

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