Italia Restarts Up, ecco come funzionerà lo “speed-date” delle startup

Il 9 dicembre l’Ice farà incontrare a Milano 69 neo-imprese con una sessantina di venture capitalists stranieri. I nomi sono ancora “segreti”, ma saranno soprattutto francesi anche se non mancheranno americani, asiatici e nordeuropei. L’obiettivo è aiutare le “scaleup”, le società in crescita che hanno bisogno di almeno 800mila euro

Pubblicato il 28 Nov 2014

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Una sorta di speed date tra startup e venture capitalists stranieri: un breve colloquio vis-à-vis e, se scatta il colpo di fulmine, la possibilità per gli startupper di conquistarsi finanziamenti fino a due milioni e mezzo di euro. Questo è Italia Restarts Up, in programma a Milano il 9 e 10 dicembre nella sede milanese dell’Ice (Istituto nazionale per il Commercio Estero). La differenza con lo speed date (incontro organizzato in luoghi pubblici tra sconosciuti che hanno qualche minuto per parlare ed eventualmente decidere di rivedersi) è che le startup non sono del tutto sconosciute ai potenziali investitori, che hanno avuto modo in precedenza, seppure a distanza, di valutarne struttura e potenzialità.

Le 69 società selezionate sono pronte ai nastri di partenza per incontrare una sessantina di venture capitalists stranieri nell’ambito di questa importante occasione. Tutte le startup partecipanti sono in realtà scaleup, ovvero sono passate a una fase successiva di accelerazione e di ampliamento, perciò vanno a caccia di finanziamenti molto più consistenti rispetto alle loro “sorelle minori”: non meno di 800mila euro e fino a due milioni e mezzo di euro. In quei due giorni si troveranno faccia a faccia con investitori esteri che questi soldi li hanno e che, se scatterà la scintilla, potrebbero decidere di scommetterli proprio su di loro.

L’iniziativa, promossa dall’Ice e dal ministero dello Sviluppo economico, è più che mai nelle corde dell’Istituto per il commercio estero, forte di una naturale rete di contatti con imprenditori di tutto il mondo.

La call è partita i primi di settembre attraverso una circolare diramata dall’Ice e fatta pervenire a tutte le startup, oltre 2.600, iscritte attualmente nel Registro delle Startup innovative. Si sono candidate in 210. Della selezione si è occupata una Commissione giudicante composta da Massimiliano Magrini, Co-Founder e Managing Partner di United Ventures, Claudio Giuliano, Founder e Managing Partner di Innogest, Andrea Di Camillo, Founder e Managing Partner di P101 e Marco Saladini in rappresentanza del nucleo innovazione e start up dell’Ice.

“I criteri per la selezione – spiega Gianpaolo Bruno, direttore Pianificazione strategica, studi e rete estera dell’Ice – sono stati i seguenti: le startup dovevano presentare un’idea sostenibile, qualitativamente elevata ed essere nella fase di accelerazione o ampliamento. In pratica dovevano essere già scaleup bisognose di finanziamenti dagli 800mila ai 2 milioni e mezzo di euro. Sostanzialmente volevamo colmare un gap esistente nel nostro Paese: la scarsità di operatori di venture capital e di conseguenza la mancanza di sostegno alle startup che escono dalla fase iniziale e puntano a un’ulteriore crescita. L’obiettivo è attrarre capitali stranieri”.

Tra le partecipanti all’incontro ci sono, giusto per fare qualche nome, Solwa (tecnologie green), Vivocha (digital media), Lovli (digital media), Cloudesire (digital media), Sardex (servizi finanziari), Love the Sign (digital media) e molte altre il cui nominativo appare più raramente sui media specializzati. Campi d’azione prevalenti: digitale e media, software ed elettronica, life sciences, tecnologie verdi ed energie rinnovabili. Qui la lista completa.

Questo sul fronte delle startup. E gli investitori? Una volta selezionate le 69 aziende, la lista è stata diramata agli uffici Ice nel mondo e, sulla base delle schede sintetiche relative alle startup, gli uffici all’estero hanno proposto le neo-aziende ai venture capitalists locali, i quali hanno espresso indicazioni su quali potevano essere di loro interesse.

Per il momento l’Ice non intende svelare i nomi degli investitori. Si sa comunque che “hanno risposto in modo superiore alle attese”. Sono in tutto una sessantina: 5 o 6 dagli Usa, altri da Israele, India, Hong Kong, Svezia. La parte del leone la fa la Francia, con una decina di venture capitalists.

A questo punto non resta che attendere il 9 dicembre. La mattinata si aprirà nella sede dell’Ice a Corso Magenta. I dirigenti dell’Istituto illustreranno agli ospiti stranieri quello che è stato finora fatto dal governo italiano per l’ecosistema delle startup e quali sono le sue principali caratteristiche. Nel pomeriggio i venture capitalists si siederanno a un tavolo e avranno occasione di colloquiare con le startup verso le quali hanno mostrato precedente interesse. A quel punto starà allo spirito e all’intraprendenza degli startupper cercare di convincere i potenziali investitori della bontà del loro progetto.

Il giorno successivo, 10 dicembre, sono previste visite guidate dei venture capitalists divisi per gruppi presso ecosistemi in Lombardia , Piemonte, Trentino e Lazio.

Quali probabilità di successo per le startup che parteciparanno? “Difficile dirlo” replica Bruno. “L’auspicio è che la maggior parte di loro riesca a trovare almeno un interlocutore di riferimento. Per ora siamo neofiti in questo settore, ma valuteremo la bontà dell’iniziativa e diffonderemo comunque un followup. La nostra intenzione, se funzionerà, è renderlo un appuntamento annuale”.

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