RETE DI INNOVATORI

Il network dei talenti digitali sbarca al Sud con una donna al timone

A settembre Talent Garden, che affitta spazi di lavoro a startupper e imprenditori, apre la prima sede nel Meridione, a Cosenza. L’amministratore unico Lucia Moretti: “Scommettiamo sugli innovatori calabresi. Con il digitale non ci sono più scuse per dire: questo non si può fare”

Pubblicato il 27 Ago 2014

lucia-talent-garden-140828165955

Lucia Moretti, amministratore unico di Talent Garden Cosenza

Il “giardino dei talenti tecnologici” mette per la prima volta radici al Sud e per la prima volta alla guida c’è una donna, anzi una neo-mamma. Il primo settembre aprirà Talent Garden Cosenza, per poi essere ufficialmente inaugurato il 27 settembre: è il nuovo spazio di coworking del Meridione che entra nella rete di Talent Garden, network per talenti digitali nato quasi 2 anni fa da un’idea del founder Davide Dattoli, all’epoca 21enne.

In pratica Tag Cosenza – spiega a EconomyUp l’amministratore unico Lucia Moretti – è nato da due donne e da un post su Facebook: l’anno scorso io e Anna Laura Orrico, in vista della partecipazione a un incontro di Italia Startup Calabria, abbiamo scritto sul profilo Fb del gruppo se c’era qualcuno interessato ad aprire uno spazio di coworking nella nostra città. È così che abbiamo incontrato i quattro ingegneri uomini con i quali abbiamo avviato il percorso che ci ha portato fin qua. Tra l’altro, l’anno scorso, lo stesso giorno in cui ho annunciato pubblicamente che sarebbe nato Tag Cosenza ho saputo di essere incinta. E Francesco è nato poche settimane fa, in tempo per l’inaugurazione”.

Una doppia nascita, insomma, che potrebbe portare fortuna all’intera rete di Talent Garden il cui core business, lo ricordiamo, sono gli spazi di co-working: ne sono stati aperti a Brescia, Bergamo, Milano, Padova, Pisa, Torino, Genova e anche a New York. Sono luoghi fisici dove, versando una quota mensile, si può affittare una scrivania (ovviamente provvista di connettività e tutto quanto serve a un digital worker), ma sono soprattutto qualcosa di più: piattaforme relazionali dove i player del mondo digitale, dagli startupper ai professionisti, dai free-lance agli appassionati di innovazione possono conoscersi, scambiarsi idee e magari decidere di avviare progetti comuni. Infatti i suoi creatori lo definiscono un “passion working space”. “La nostra è una community e anche un acceleratore naturale di start up” dice Dattoli.

L’intervista al founder Davide Dattoli, che tra l’altro a luglio è entrato nel consiglio direttivo di Italia Startup

Ma perché un Tag proprio a Cosenza? “Non siamo pazzi” mette le mani avanti Lucia Moretti, 33 anni e gestore di un’agenzia che si occupa di formazione. “È chiaro che siamo di nicchia – prosegue – e lo saremo per qualche anno. Ma è una nicchia che si conosce e si frequenta. C’è un gruppo di innovatori in Calabria che si muove, fa networking, cerca di aiutarsi reciprocamente. Peraltro Cosenza, tra le città della nostra regione, è la più pronta a questo tipo di iniziativa anche per il prezioso lavoro svolto dall’Università della Calabria, che ha l’incubatore Technet”.

Il team che sta per affrontare la sfida è composto, oltre che da Moretti, da altri cinque brillanti trentenni con un background di competenze ed esperienze nei settori della tecnologia digitale, della comunicazione, della formazione e del project management: Anna Laura Orrico, Antonio Guerrieri, Francesco Vadicamo, Salvatore Aquila e Raffaele Gravina.

“Io sono amministratore unico ma la società è divisa in quote paritarie – chiarisce l’intervistata – e abbiamo deciso che al timone ci sarebbe stata una donna per dare un chiaro segnale alla nostra regione, dove ufficialmente risultano tante donne imprenditrici ma in realtà perché fanno da prestanome dei mariti. La donna di questi territori è sostanzialmente assente dai meccanismi e dall’innovazione digitale. Ma noi andiamo controcorrente e siamo alla ricerca delle innovatrici calabresi”.

Moretti prosegue raccontando la storia del gruppo, conosciutosi appunto a metà strada tra virtuale e reale. “Dopo il nostro incontro il 27 luglio 2013 ci siamo frequentati, abbiamo imparato a conoscerci, abbiamo visitato gli altri Talent Garden e infine abbiamo convinto Davide Dattoli”.

“La strada sembrava facile – prosegue – perché tutti gli altri Tag sono supportati dal tessuto locale, ma da noi così non è stato: abbiamo incontrato difficoltà per trovare spazi, sostegno per essere capiti. Così abbiamo deciso di frugarci in tasca e investire i nostri risparmi nel progetto”. Parallelamente i 6 innovatori hanno individuato 6 imprenditori perché diventassero loro mentor e dessero loro la possibilità di creare un canale con le imprese locali. Si tratta di Alma (agenzia interinale), Artemat (azienda nata 7 anni fa dall’incubatore Technet che si occupa di business game), Rubbettino (editoria), Torre di Mezzo (azienda agricola), Tsc (Ict) e Amarelli (liquirizia). “Ciascuno ha offerto una piccola partecipazione a seconda delle proprie possibilità, ma ci sono stati incontri di ore per spiegare cosa volevamo fare e il nostro modello di business” dice Lucia.

Il Tag Cosenza offrirà una tariffa mentorship tag-people a coloro che desiderano avere una postazione fissa all’interno dello spazio di co-working e una mentorship flexy per un pacchetto da dieci ingressi. Questo anche allo scopo di stimolare la contaminazione di idee tra chi è fisso e chi di passaggio. Non tutti coloro che fanno richiesta potranno accedere allo spazio, ma verranno selezionati dagli altri “abitanti”, che esprimeranno il loro giudizio soprattutto dal punto di vista caratteriale. “Un elemento rilevante – aggiunge Moretti – è che se prendi la mentorship a Cosenza hai diritto a una scrivania nelle altri sedi. Per noi del Sud è molto importante perché ci siamo sempre sentiti un po’ distanti dagli altri e potrebbe essere utile, per un innovatore cosentino, stare qualche settimana a Milano o a Torino per vedere, per esempio, se altri stanno lavorando a progetti simili al suo”.

Il team è convinto che il proprio progetto possa incidere positivamente sulla realtà locale. “In Calabria si parla di turismo e agricoltura – dice l’amministratore unico – ma non è mai diventato il futuro perché qui si fa sempre scaricabarile, sostenendo che non ci sono le strade, le infrastrutture ecc. ecc. L’innovazione digitale spazza via tutte queste scuse, se hai voglia di fare lo puoi fare”.

E il problema della criminalità organizzata? “E’ quello che ci siamo posti di meno” risponde Lucia. “Il nostro vero problema è essere capiti dal territorio e fare in modo di non essere sfruttati da politici che usano la parola innovazione solo per fare campagna elettorale. La pesantezza del vivere al Sud è più dovuta al clientelismo diffuso e alla mentalità. In Calabria si nasce con finanziamenti pubblici e si muore con finanziamenti pubblici. La nostra scelta è stata partire con finanziamenti privati. Poi magari parteciperemo ai bandi, ma volevamo dare un segnale”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4