Giuliano: «Cari imprenditori, toccherà a voi trovare business vincenti e globali»

Food, fashion design ma anche sanità: in questi mercati l’Italia può giocarsi la rincorsa al digitale. È l’augurio del Ceo del fondo di venture capital Innogest. Che per l’anno nuovo vede diverse novità interessanti sul fronte degli investimenti in startup

Pubblicato il 07 Gen 2016

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Claudio Giuliano, founder e Ceo di Innogest

Più che una previsione il mio è un augurio. L’augurio che nel 2016 si possano concretizzare gli sforzi fatti nel 2015 nello sviluppare la capacità di investimento in startup italiane, la qualità dele operazioni, che gli investimenti fatti possano portare valore in termini di economici, ma anche di occupazione qualificata nel nostro Paese, di sguardo proiettato ai mercati mondiali da parte dei nostri migliori imprenditori, che l’ecosistema tutto si rafforzi. Per noi di Innogest l’anno appena concluso, soprattutto il secondo semestre, ha rappresentato un periodo molto intenso culminato con il closing finale del secondo fondo e l’annuncio di diversi investimenti. E sono state messe le basi per portare a compimento ulteriori investimenti già ad inizio anno.

Sul fronte del mercato mi aspetto che torni ad essere protagonista il Made in Italy, puntando ad innovare con tecnologie e modelli di business audaci in quei settori che in passato hanno permesso all’Italia di diventare il punto di riferimento per tutto il mondo. Stiamo orientando i nostri radar soprattutto verso realtà di eccellenza in ambito food fashion e design, perché riteniamo che qui l’Italia possa tornare a schierare attori di primissimo livello. E giocarsi la partita più importante per la rincorsa al digitale. Mi aspetto anche che le eccellenze italiane nella sanità giochino un ruolo. Penso soprattutto alle innovazioni digitali (e-health) ma anche alle apparecchiature in ambito cardiovascolare, neurologico e oftalmologico.

Certo, serviranno gli sforzi di tutti. Un ruolo di grande responsabilità è richiesto da noi investitori, dalle istituzioni e soprattutto dagli imprenditori. Toccherà a loro, più che ad ogni altro, tirare fuori tutte le competenze e l’impegno necessari per realizzare modelli di business vincenti a tal punto da poter competere a livello globale. E stimolare la crescita dei capitali da investire nella crescita dell’ecosistema.

Un ecosistema che avrà alcuni strumenti in più: penso allo sforzo di sistema di Aifi attraverso VentureUp, al fondo di fondi del Fondo Italiano di Investimento supportato da Cassa Depositi e Prestiti e da alcune istituzioni previdenziali, alla partecipazione attiva da parte dello Stato, con il fondo Invitalia Ventures guidato da Salvo Mizzi, che è riuscito in poco tempo a costruire una rete di investitori in grado di sponsorizzare investimenti importanti nel 2016.

Volgendo lo sguardo agli ultimissimi investimenti di Innogest, penso che il 2016 potrà essere un anno di ottimi risultati per Drexcode, startup che sta portando la cultura dell’abbigliamento di gran classe con un budget ridotto perché è inutile acquistare l’abito quando si può affittare il meglio del meglio nella specifica occasione; per Thron che porta i contenuti multimediali ad essere così facilmente utilizzati dalle aziende; per Pi-Cardia, startup israeliana che “ringiovanisce” la valvola aortica, e che proprio nel 2016 aprirà un centro di ricerca in Italia; per Angiodroid che sta portando il liquido di contrasto più sicuro che c’è nella pratica medica delle angiografie; per Prestiamoci, che permette lo scambio di prestiti online tra privati, una startup che sta crescendo in maniera tangibile così come tutto il settore del fintech.

*Claudio Giuliano è founder e Ceo del fondo di venture capital Innogest

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