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Microbus, l’idea per il trasporto ignorata in Italia (ma piaciuta in Europa)

Il team di EdisonWeb, società siciliana che ha venduto una piattaforma digitale ai tassisti di New York, lancia un progetto di miniautobus per la mobilità a basso costo. Dalla PA italiana nessuna risposta. Ma in Europa è entrata in un consorzio internazionale per accedere ai fondi

Pubblicato il 10 Mar 2014

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In Italia nessuno si è interessato alla loro proposta di un minibus intenzionato a rivoluzionare il modello di trasporto pubblico: email e richieste inviate l’anno scorso attraverso pagine istituzionali a sindaci ed assessori di tutte le province italiane non hanno sortito alcun effetto. Lo stesso progetto, proposto alla comunità scientifica e delle imprese europee, ha ricevuto invece decine di adesioni e proposte di collaborazione.

Improvvisamente Edisonweb, software house innovativa con sede a Mirabella Imbaccari (Catania), si è trovata protagonista e ispiratrice di un consorzio internazionale, costituito con l’obiettivo di accedere ai fondi europei per la ricerca e lo sviluppo del programma Horizon 2020.

È di un team di Catania, che si chiama appunto Edisonweb, il progetto di mobilità sostenibile low cost, denominato Microbus, che promette di ridisegnare l’organizzazione del trasporto pubblico nelle città, rendendolo più efficiente, sostenibile e capillare. Il team ha fatto molto parlare di sé negli ultimi tempi perché è riuscito a vendere ai tassisti di New York una piattaforma digitale per migliorare la mobilità. E perché tra i suoi founder c’è Luca Naso, scienziato astrofisico presso il National Astronomical Observatories, Chinese Academy of Sciences, che ha fatto una scelta in controtendenza con la consueta fuga di cervelli a cui purtroppo siamo abituati: ha girato il mondo per poi rientrare in Sicilia con l’intenzione di restituire alla sua terra quanto appreso nel percorso internazionale.

L’idea di Microbus nasce appunto dall’esperienza del team Edisonweb, nell’applicazione, per una compagnia di taxi a New York, della piattaforma “Web Signage” al contesto della mobilità. Per l’occasione, gli startupper di Edisonweb hanno immaginato anche un nuovo paradigma di trasporto pubblico, appunto il Microbus, un sistema di trasporto simile al taxi, ma con percorsi fissi e varianti controllate da un software centralizzato, così da poter effettuare piccole deviazioni e fermate intermedie, garantendo sempre il pieno carico e l’ottimizzazione dei percorsi. Un modo di spostarsi che, con modalità simili, già avviene in altre metropoli tra cui Tel Aviv.

Il team è partito da alcune considerazioni: i taxi viaggiano con poche persone a bordo, i bus sono pieni. I primi non sono alla portata di tutti, i secondi spesso in ritardo e inadeguati per collegamenti capillari. In ogni caso sono due sistemi inefficienti e quindi costosi.

Proprio l’interazione degli utenti dei Microbus può contribuire tangibilmente, sostengono i membri di EdisonWeb, all’abbattimento dei costi e a un incremento di utenza dei giovani, che rispondono al profilo di persone tecnologicamente evolute, portate alla interazione e alla condivisione sociale.

In pratica il modello di trasporto urbano Microbus è costituito da una rete di automobili a 5 posti che copre le aree urbane in maniera estremamente capillare, sia come estensione che come frequenza. In questo modo viene offerta una flessibilità di utilizzo pari o superiore all’automobile privata, con la convenienza del trasporto pubblico.

La flotta sarà costituita da veicoli a bassissime emissioni (metano e Gpl nella prima fase, elettriche nella seconda), con un ottimale rapporto superficie occupata/abitabilità interna.

I veicoli saranno connessi ad un sistema satellitare di geolocalizzazione che permette il tracking in tempo reale della posizione dei mezzi; tali dati vengono raccolti in tempo reale ed elaborati in maniera tale da offrire una dislocazione ottimale dei Microbus in base agli orari, ai pattern di traffico previsto, ad eventi particolari (cantieri, incidenti, manifestazioni sportive, concerti, mercati, feste, ecc. ecc.).

Le pensiline degli autobus saranno dotate di un display di digital signage che proietta la posizione, i tempi di attesa previsti e i posti disponibili sui Microbus in transito. Gli stessi dati saranno disponibili su un’app per smartphone.

Ma come si può finanziare questo sistema senza gravare sulle casse degli enti locali?

“L’imprenditore/autista – spiega EdisonWeb – sarà legato all’azienda di trasporti municipale tramite un contratto di collaborazione esterna. Sarà proprietario del mezzo e responsabile della manutenzione. L’azienda si occuperà del billing e provvederà a retribuire gli autisti in base all’effettiva prestazione di servizio. La retribuzione verrà corretta con un parametro di perequazione per compensare adeguatamente le rotte meno redditizie e il servizio notturno e festivo. Inoltre ci sarà un risparmio sostanzioso perché le rotte e gli orari poco utilizzati potranno essere ridotti in favore del Microbus”.

Dove recuperare risorse per finanziare l’iniziativa? Fondi nazionali ed europei per la mobilità sostenibile e Fondi per la microimprenditoria: ogni autista o consorzio di autisti potrebbe finanziare la propria attività tramite le leggi di sostegno all’imprenditoria. L’investimento nel mezzo può essere ridotto al minimo grazie all’acquisto collettivo e formule di renting che prevedano la manutenzione del mezzo. Una quota dei ricavi (fissa e/o variabile) andrebbe all’Azienda Municipale dei Trasporti, che si occuperebbe della gestione del sistema. Il Guadagno dell’autista può anche derivare dalla pubblicità: i display di Digital Signage possono offrire una pubblicità molto più remunerativa rispetto al manifesto cartaceo.

Secondo EdisonWeb il progetto dovrebbe essere avviato a partire da tutte le città metropolitane italiane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Mila-no, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia. Una volta collaudato il sistema, si potrà estendere la copertura su tutte le città ove necessario e conveniente.

Intanto la società è diventata protagonista e ispiratrice di un consorzio internazionale per accedere ai fondi europei insieme con altre grandi istituzioni: aziende come Atos, multinazionale globale nel campo delle soluzioni innovative IT sostenibili e partner dei Giochi Olimpici di Sochi, e centri di ricerca come il FZI (Forschungszentrum Informatik) di Karlsruhe. C’è poi l’Università di Coventry (UK), Aalto (Helsinki), Aristotle University (Thessaloniki) e le stesse città di Coventry, Thessaloniki ed Helsinki.

(L.M.)

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