In scena

Report scopre le startup, ecco come le ha raccontate

In 50 minuti il programma della Gabanelli dà la sua versione, tutto sommato positiva, delle nuove imprese tecnologiche: dalla Silicon Valley al Cile e Berlino. Senza dimenticare i talenti italiani e sottolineando le asperità dell’equity crowdfunding. Tante storie, molte già raccontate da EconomyUp

Pubblicato il 09 Dic 2014

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Milena Gabanelli, conduttrice di Report

Startup e tutto quello che ci gira intorno al centro della puntata di domenica scorsa di Report. “Una volta si diceva: bisogna far studiare i figli, ma oggi non basta” ha esordito la conduttrice Milena Gabanelli. “Oggi bisogna ridisegnare un sistema”.

Così le telecamere si sono spostate sul luogo dove il sistema c’è, ed è rigoglioso: la Silicon Valley, patria delle startup. “Vi mostremo come funziona un sistema dove attorno a un’idea si possono trovare soldi senza doverli pietire alle banche e come si decolla quando intorno alle imprese si investe bene” ha promesso la giornalista.

“Per ogni posto di lavoro nell’hi-tech, vengono creati 5 posti di lavoro nell’economia locale” ha spiegato Enrico Moretti, docente di economia all’Università di Bekerley.

Dal calderone della Valle californiana è spuntata fuori anche una storia italiana: quella di Adriano Farano, fondatore di WatchUp. Dopo aver avuto accesso a un programma di ricerca sui media della prestigiosa Università di Stanford, ed essere stato incubato da Startex, Farano ha dato vita a una soluzione che consente all’utente di avere una sorta di super-telegiornale su smartphone. Ha conquistato mezzo milione di dollari da un primo round di finanziamenti (tra i finanziatori c’era l’ex direttore del Wall Street Journal) e un milione da un secondo round in cui è entrata anche Microsoft. “Stanford si è impegnata a investire oltre 100 milioni di dollari nelle startup create dai suoi studenti” dice con entusiasmo.

Altra storia-simbolo (stavolta non italiana) quella di Oculus Rift, startup che fornisce una innovativa soluzione tecnologia per guardare i videogiochi in 3D. Nel 2012, grazie al crowdfunding (raccolta fondi online), ha raccolto la cifra record di 2 milioni e mezzo di dollari. E a marzo scorso Facebook l’ha acquistata per 2,3 miliardi di dollari.

Vicenda da raccontare anche quella di Jeson Best, docente di ingegneria gestionale a Berkely, alla ricerca di una soluzione per cercare capitali attraverso internet con il fine ultimo di finanziare aziende. È andato a parlare con il presidente Barack Obama che, dopo un anno e mezzo, ha firmato la legge sul crowdfunding. Non c’è però ancora il regolamento. In Italia c’è la legge e c’è anche il regolamento. Ma non mancano le critiche.

Report ha intervistato Giovanni Vacca, di Cantiere Savona, a proposito dell’equity crowdfunding, la modalità di raccolta fondi su Internet in base alla quale si ottengono quote della società in cambio della contribuzione finanziaria al progetto. Modalità disciplinata, appunto, da una legge, la prima in Europa. I soci di Cantiere Savona hanno raccolto 380mila euro per lo sviluppo di una barca solare.

Qui la storia scritta da EconomyUp su Cantiere Savona, che progetta e realizza barche di lusso a propulsione solare

L’equity crowdfunding, però, sottolinea Report, stenta a decollare in Italia: solo tre progetti sono stati finanziati a poco più di un anno dal battesimo.

Il bilancio dei primi 12 mesi di “sperimentazione” della nuova raccolta fondi online

“Le norme sono state scritte velocemente e male” afferma Matteo Piras, presidente di Starsup. “Il regolamento è faticoso e presenta colli di bottiglia. Un investitore istituzionale lo trova anti-economico”. Report ricorda che sopra i 500 euro di investimento il cittadino deve essere profilato dalla banca e che l’equity crowfunding è consentito solo alle startup tecnologiche. Per tutti questi motivi, dicono, non è decollato.

È decollato invece il progetto di un ragazzo prodigio italiano: Jacopo Maranghi, texano e milanese, ha creato un kit con braccialetto, lucchetto e codice che permette di crearsi un diario segreto accessibile solo al proprietario e agli amici con cui desidera condividerlo. Il giovanissimo è stato aiutato nel progetto da MainDreams Milano e si è dato anche al crowdfunding (quello reward-based, che prevede finanziamenti in cambio di simbolici omaggi) sulla piattaforma Kickstarter.

Restando in Lombardia, a San Donato Milanese 3 ragazzi del Politecnico di Milano hanno fondato Fabtotum, che produce una 3D printer multifunzione in grado di scansionare oggetti.

Cosa producono i giovani di Fabtotum

Anche loro si sono buttati su una piattaforma di crowdfunding , in questo caso IndieGogo. Obiettivo: raccogliere 50mila dollari. Ne sono arrivati 586mila in 60 giorni. “Ma da noi manca il sistema” dicono.

Lo conferma Andrea Rangone, responsabile scientifico Osservatori Ict Politecnico di Milano: “Il sistema Italia – dice – non favorisce queste imprese. Siamo un sistema troppo burocratizzato, spendiamo troppo tempo per autorizzazioni. La cultura digitale? Siamo dei primitivi. Il nostro gap culturale rispetto alla media europea è immane. Su qualunque territorio del nostro Paese ci sono soggetti che hanno competenze. Le dovrebbero attivare gli organi politici locali. Alcune Regioni lo fanno, altre no”.

Eppure ci sono a disposizione 40 miliardi di euro di fondi europei per i prossimi 7 anni.

Nonostante questo meglio emigrare a Berlino, pensa qualcuno, come ha fatto Luca Talarico, italiano che ha creato un sito di crowdfunding. Perché nella metropoli tedesca esiste un ecosistema fiorente per le startup.

Panoramica su Berlino, seconda solo a Londra nella classifica delle capitali europee più innovative

Qualche esempio positivo però c’è anche in Italia. Come la storia di Marotta e Cafiero Editore: un disabile muore durante una sparatoria a Scampia, il famigerato quartiere di Napoli. I suoi cugini si affidano a un sito di crowdfunding, Produzioni dal basso, per farsi finanziare un libro, “Mostri”, che racconti la negatività che li circonda. Da lì nasce la casa editrice: 35 dei 40 titoli sfornati quest’anno sono stati finanziati dagli utenti del portale.

Un elenco di piattaforme di crowdfunding destinate alla raccolta fondi per progetti culturali e artistici

Da Napoli a A Parma: nella città settentrionale c’è Deeva, il prototipo di una vettura a guida automatizzata. A svilupparlo è stato il VisLab dell’Università locale.

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Dopo un passaggio a Torino, con un’intervista a Marco Cantamessa, presidente dell’incubatore I3P, Report finisce in Cile. Qui lo Stato versa 40mila dollari a chi ha un progetto hi-tech da sviluppare in loco.

Storia dei membri di CoContest, connazionali selezionati per il programma di accelerazione del governo cileno

Una modalità decisamente innovativa per creare e far crescere il sistema intorno alle imprese.

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