La guida

Come farsi un’app in 5 mosse secondo MakeItApp

Il Ceo del social network che permette di creare un’applicazione in collaborazione con altre figure professionali, dallo sviluppatore all’esperto di storytelling, descrive gli step da compiere per realizzare il proprio progetto attraverso la piattaforma. Un’impresa tutt’altro che faticosa…

Pubblicato il 08 Ott 2014

federico-soncini-sessa-141008102123

Federico Soncini Sessa, Ceo di MakeItApp

Per creare un’app è necessario essere sviluppatori o esperti di informatica? Sbagliato. Esistono servizi come MakeItApp che permettono a chiunque di creare un’applicazione per dispositivi mobili in collaborazione con altri.

La startup, fondata a Milano a fine 2012 da Federico Soncini Sessa, Michele Facco (che abbiamo avuto come ospite in una puntata del nostro magazine televisivo) e Giulio Roggero, ha messo a punto un social network che permette a diverse professionalità (sviluppatori, designer, traduttori, esperti di comunicazione…) di conoscersi, scegliersi, formare un team e realizzare un’applicazione condividendone i ricavi. Un’impresa faticosa? Tutt’altro. Parlando con Soncini Sessa, che è anche il Ceo di MakeItApp, abbiamo scoperto che per dare vita a un’app, su questa piattaforma, bastano cinque mosse.

[Mobile & App Economy: ecco dove crescono le startup]

1 Creare un profilo
La prima operazione da fare è la creazione di un profilo in cui segnalare le proprie capacità e mettere in mostra, eventualmente, i lavori già fatti. Per ogni skill è opportuno applicare delle tag, in modo da agevolare gli altri utenti della piattaforma nella ricerca di altri profili utili a sviluppare un’app collettivamente. “MakeItApp funziona come un social network di talenti in stile Linkedin. Nasce dall’idea di valorizzare le competenze di ognuno – neolaureati, diplomati, persone di ogni titolo di studio – e monetizzarle”, spiega Soncini Sessa.

[GUARDA L’INTERVISTA DI GIOVANNI IOZZIA AL CO-FOUNDER DI MAKEITAPP, MICHELE FACCO, SU ECONOMYUPTV]

2 Proporre il progetto
Il secondo step è la proposta dell’idea agli altri utenti di MakeItApp: solo così si potrà arrivare alla formazione di un team. Si parte premendo il pulsante “start”. A quel punto bisogna compilare un form in cui si deve illustrare il progetto in tutte le sue parti. Occorre inserire una descrizione breve e d’impatto. “Come un tweet che sintetizza l’app che si ha in mente in modo incisivo ed efficace: sono queste tre righe che devono richiamare l’attenzione degli altri potenziali componenti del team”, continua Soncini Sessa.

Alla sintesi bisogna aggiungere anche una descrizione più lunga in cui si deve spiegare nel dettaglio cosa si vuol fare. “È qui, per esempio, che va inserito il modello di business che si ha in mente per l’app. È necessario metterlo in chiaro perché le altre persone partecipano in condivisione dei ricavi che l’applicazione genererà: devono capire da subito quanto spetterebbe loro in termini economici”, dice il Ceo. Ma se qualcuno non è pratico con business model e tecnologie? Ecco allora che arriva l’app angel, un tutor messo a disposizione gratuitamente da MakeItApp che accompagna il progetto dall’inizio alla fine e dà consigli di vario tipo. Ovviamente, non vincolanti.

Sotto la descrizione, c’è l’area “Why you”. “Questo è lo spazio in cui devi convincere gli altri a investire il proprio tempo su di te e sulla tua idea d

i app. È qui che chi propone deve spiegare cosa farebbe all’interno del team che si va a formare”. Infine, a completare la proposta c’è lo spazio delle posizioni aperte, in cui si deve indicare quali figure professionali si stanno cercando: dagli sviluppatori ai grafici, dai traduttori ai tester, dai project manager agli esperti di comunicazione e marketing. “Ma c’è anche chi ha chiesto consulenti legali, videomaker e professionisti dello storytelling. D’altronde, di scelta ce n’è, visto che al momento il network di MakeItApp conta circa 3500 persone”.

3 Costruire il team
La terza mossa è appunto la costruzione del team necessario allo sviluppo dell’app. Oltre a ricevere le “candidature” di chi è interessato al progetto, è possibile anche invitare alcune persone a far parte della squadra frugando nel network di talenti. La ricerca, che si effettua attraverso un motore interno, può essere fatta per macroruoli (sviluppatore, designer, traduttore…) e per skill specifiche. “Per esempio, si può cercare un developer tra i macroruoli e aggiungere il tag della tecnologia richiesta: iOS, Android e così via”.

Una volta contattati gli altri potenziali membri del team, bisogna contrattare le percentuali di condivisione dei ricavi. Per la negoziazione, MakeItApp prevede una chat apposita. E per evitare che alcune idee, pur interessanti, vengano prese poco in considerazione, c’è una vetrina di progetti in evidenza curata e aggiornata dallo staff della piattaforma.

4 Sviluppare l’applicazione
Fatto il team e firmati i contratti con MakeItApp (che come “casa editrice” dell’app ne detiene i diritti di distribuzione per almeno due anni e trattiene il 30% dei ricavi), parte la fase di sviluppo. La squadra sceglie liberamente come organizzarsi. Ma la piattaforma mette a disposizione alcuni strumenti gratuiti. Da una parte, visto che tutti lavorano in remoto, ci sono tool come la chat interna, l’issue tracker (un sistemino che

I co-fondatori di MakeItApp

consente di dividersi i compiti e darsi scadenze) e una wiki di progetto in cui caricare i documenti ufficiali. Dall’altra ci sono servizi legati allo sviluppo vero e proprio, tra cui il server su cui “caricare” l’app e gli analitici da integrare nell’applicazione per tracciarne i risultati.

5 Mettere l’applicazione sul mercato
“Chi pensa che tutto finisca con lo sviluppo dell’app, si sbaglia”, afferma il co-fondatore. “Anzi, è proprio allora che inizia la vera battaglia. L’applicazione creata può essere anche bellissima ma deve competere con altri milioni di app. Ecco perché è necessario fare un lavoro promozionale più efficace possibile. La cosa bella per i team è che loro non devono pensare a niente: possono riposarsi. A fare promozione e marketing di ogni app ci pensa MakeItApp”.

Per le app pubblicate dalla startup, i primi risultati di successo già cominciano a vedersi. Per esempio, Football Seasons, un gioco strategico di carte sul calcio è in evidenza sull’Apple Store sia in Italia che in Cina e, da settembre 2013 (lo stesso mese in cui MakeItApp è andata online), sta raggiungendo i 200mila download. Oppure, Traffico Autostrade, un’app sul traffico autostradale, destinata solo al mercato italiano, è una presenza fissa della top ten Italia delle app più scaricate.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4