Yoox, ecco come si cresce (anche in Italia)

Nel 2013 i ricavi della società di e commerce sono cresciuti del 21%, con una forte accelerazione nel mercato interno (+31,3%). A conferma che la crescita, come ha scritto il fondatore Federico Marchetti nel Manifesto di Economyup, dipende dalla capacità di vedere il futuro

Pubblicato il 05 Feb 2014

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Sono numeri che rincuorano quelli di Yoox. Veri e propri ricostituenti per l’umore generale. La società di ecommerce, fondata da Federico Marchetti nel 2000 e quotata in Borsa dal 2009, ha chiuso un 2013 più che brillante, a dimostrazione che è possibile crescere, anche in Italia. La lettura del comunicato con cui l’azienda annuncia i risultati è da consigliare a tutti coloro che continuano a discettare sul declino inevitabile.

Ecco i numeri da tenere a mente: ricavi netti a 455,6 milioni di euro con un incremento del 21,2% rispetto all’anno precedente, che diventa 25% a tassi costanti. Interessante il dettaglio dell’ultimo trimestre dell’anno scorso: +24,1%. Un’accelerazione che lascia prevedere un 2014 ancora al galoppo. La sopresa è che questo sprint non è dato dall’estero ma dal mercato italiano: + 31,3%. Un andamento che segnala la crescita dell’ecommerce anche nel nostro Paese (finalmente…) e smentisce le generalizzazioni sulla crisi dei consumi interni. Alcuni, forse molti, sono in declino o trovano scarsa attenzione, e non solo per ragioni economiche. Altri, invece, sono in vistoso aumento. A conferma che in questa crisi non c’è solo una mancanza di soldi, come spesso si tende a tagliar corto, ma un profondo cambiamento dei modelli e delle abitudini di consumo.

Federico Marchetti sottolinea un altro segnale forte: “Un contributo importantissimo ai risultati dell’anno è arrivato dal canale mobile che è cresciuto trimestre dopo trimestre fino a toccare il 40% del traffico totale a fine anno”. Significa che 4 clienti su 10 comprano da un tablet o uno smartphone. Da urlare a chi è ancora scettico solo perché non sa come cogliere le opportunità del mobile commerce.

I risultati del 2013 confermano la bontà della visione di Marchetti, che quando cominciò si scontrò con l’indifferenza e l’incomprensione di tanti meravigliosi stilisti che non capivano quello che lui vedeva in anticipo. Perché non guardavano avanti. Perché erano vecchi nella testa, come succede ancora oggi a molti imprenditori e manager, indipendetemente dall’età anagrafica. Presunzione e incompetenza, spesso scarsa informazione. La visione, ha scritto Marchetti nel Manifesto di EconomyUp nasce dalla capacità di “pensare più al futuro che a tirare i remi in barca ancorandosi con nostalgia al passato”. Non è una questione culturale è una necessità economica. Perché crescere è un verbo che si declina al futuro

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