Made in Italy

Vinitaly, 10 cose da sapere per fare impresa con il vino

Il salone di Verona si apre con dati incoraggianti: secondo Coldiretti, il fatturato del vino ha raggiunto nel 2015 il valore record di 9,7 miliardi. Un settore trainante dell’economia sul quale puntano molte startup. Ecco allora 10 cose da tenere d’occhio per avviare un’impresa vitivinicola: dalle innovazioni ai dati sull’export alle storie da imitare

Pubblicato il 11 Apr 2016

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La 50esima edizione di Vinitaly, il Salone del vino e dei distillati, si è aperta con dati incoraggianti: secondo Coldiretti, il fatturato del vino e degli spumanti in Italia cresce ancora del 3% e raggiunge nel 2015 il valore record di 9,7 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni che hanno raggiunto il massimo di sempre a 5,4 miliardi (+5 per cento) mentre, dopo anni, sono risultate in leggera crescita anche le vendite sul mercato nazionale pari a circa a 4,4 miliardi, per effetto anche dell’aumento nella grande distribuzione organizzata (+1,3%).

Questi i dati che emergono dal report di Coldiretti:

IL VINO ITALIANO IN PILLOLE


Fatturato 9,7 miliardi (+3%)
Esportazioni 5,4 miliardi (+5%)
Lavoratori 1,3 milioni (+4%)
Produzione 47,4 milioni di ettolitri
Qualità 1 bottiglia su 3 è Doc

Il vino, dunque, è ancora uno dei settori trainanti dell’economia italiana. E non a caso sono tante le startup che decidono di scommettere proprio su questo settore.

Ma a che cosa bisogna stare attenti quando si decide di avviare un’impresa nel settore vitiviniclo? Quali sono le cose da tenere a mente?

Ecco, allora, 10 cose da sapere: dalle innovazioni che stanno coinvolgendo il settore ai dati che riguardano l’export, dalle storie da imitare perché esempi di buona economia alle startup che si sono già fatte notare.

1. INNOVAZIONE. GualaClosures, arriva il tappo “parlante” che ti dice com’è il vino. L’azienda di Alessandria, in collaborazione con l’olandese NXP, ha ideato una chiusura intelligente che dialoga con lo smartphone attraverso la tecnologia Nfc e comunica al cliente i dati e le caratteristiche della bottiglia, da dove viene, quando è stata aperta e come consumare il prodotto (può essere anche un superalcolico).

2. L’INTERVENTO. Vino, Daniele Cernilli: «Siamo primi nel mondo, ma non basta». Il più autorevole “assaggiatore” italiano a EconomyUp: «Abbiamo battuto la Francia diventando il primo produttore mondiale con 48,9 milioni di ettolitri all’anno. Bel risultato. Ma bisogna vendere a prezzi più alti, affermarci nei Paesi emergenti e imparare a fare sistema»

3. EXPORT. Vino, pasta o pummarola? Ecco che cosa vendiamo di più all’estero. Con una crescita dell’8%, il 2015 è stato un anno decisamente positivo per l’export dei prodotti agroalimentari italiani che, secondo Coldiretti, hanno raggiunto il record storico di 36,9 miliardi di euro di fatturato. Ecco gli alimenti che trainano il settore.

4. NUOVA IMPRENDITORIA. Cavò, ecco la startup di contenitori per vino che ha sedotto Oscar Farinetti. Eataly ha stretto un accordo con Bbang, società friulana che ha brevettato e produce Cavò, sistema innovativo per riutilizzare i contenitori delle bottiglie: la scatola di legno, scomponibile, può trasformarsi in scaffali per la cantina. Il prodotto sarà venduto con la collezione “Vino Libero”, progetto di Farinetti basato su vigne “bio”

5. LA STORIA. Quella cantina in Franciacorta fondata senza un euro. Daniele Gentile e Gigi Nembrini sono i due 32enni che hanno creato Corte Fusia, un’azienda vinicola che produce lo spumante docg. Uno enologo, l’altro quasi agronomo, hanno iniziato facendosi prestare tutto il denaro da una banca e senza dare garanzie. «Ci siamo riusciti grazie alla nostra competenza»

6. LA BUONA ECONOMIA. Settesoli, l’azienda diffusa che vola all’estero. Il più grande produttore di vino della Sicilia coinvolge 3 famiglie su 4 a Menfi (Agrigento) e vende il 70% della produzione all’estero. «Stiamo creando una squadra di giovani manager che gestiscano la coop come un’impresa globale», racconta il numero uno Vito Varvaro. «E investiamo 1,5 milioni all’anno in tecnologia»

7. MADE IN ITALY. La Montina, così il Franciacorta fa innovazione con bio, arte e finanza green. La cantina creata dai fratelli Bozza ha annunciato l’ingresso nel network VedoGreen specializzato in finanza per aziende ecosostenibili. Punta a crescere all’estero accelerando sui processi biologici e spingendo sull’offerta “turistica”: la tenuta ospita un museo di arte contemporanea aperta a personali di artisti internazionali

8. MADE IN ITALY. L’esordio dell’Amarone Masi a Piazza Affari. La casa vinicola Masi Agricola, che produce il vino pregiato della Valpolicella, si quota sul mercato AIM e indica la strada a un nuovo sviluppo del settore, che apre alla finanza e cerca nuovi capitali. La società ha offerto il 20% del capitale e ha raccolto in fase di collocamento 29,6 milioni di euro. Nel 2015 è la seconda azienda vinicola a quotarsi dopo Iwb, Italian wine brands.

9. NETWORKING. Sharing economy, app e vino: le startup che scopri agli happy hour. Il portale per noleggiare ogni tipo di oggetto, il navigatore da interni, l’applicazione per abbinare i vini ai cibi: gli incontri Startup Network fatti a Milano all’ora dell’aperitivo sono un’occasione ghiotta per conoscere nuove imprese. Eccone alcune

10. INNOVAZIONE. 8 nuovi modi di fare (e vendere) il vino. Portabottiglie che diventano oggetti di design, tecnologie Nfc che possono sostituire i sommelier, sistemi a infrarossi per valutare le uve. Cambiano i prodotti ma anche i macchinari e le forme. Ecco le soluzioni più originali viste a Vinitaly/Enolitech e fuori

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