La buona economia

Solaris, le tende che vincono a Sochi

L’azienda veneta è stata chiamata a risolvere un’emergenza sulle piste di bob dei Giochi Olimpici. Perché si è posizionata sui “casi complicati”. Ed è riuscita a superare la crisi puntando sull’innovazione e il risparmio energetico

Pubblicato il 06 Feb 2014

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Alberto Danieli, fondatore della Solaris

Lo hanno chiamato in fretta e furia dalla Russia a marzo dell’anno scorso: “Presto, venga ad aiutarci: la pista da bob per le Olimpiadi di Sochi è già pronta ma gli atleti che l’hanno testata si sono lamentati della qualità del ghiaccio e serve qualcuno che realizzi delle schermature efficaci contro il sole”. Così, Alberto Danieli, titolare dell’azienda produttrice di tende Solaris, si è precipitato a Krasnaja Poljana, la località russa a due passi dal Mar Nero in cui si svolgono le gare di slittino dei Giochi Olimpici invernali, in porgramma dal 6 al 23 febbraio, e ha provato subito a rimettere le cose a posto.

“Quella parte della Russia non è la Siberia. Spesso fa caldo e il sole può rovinare la tenuta del ghiaccio”, spiega il patron della ditta, che ha sede a Due Carrare (Padova). “La società che gestisce i cantieri degli impianti olimpici ci ha interpellati per una consulenza, perché avevamo già realizzato un’applicazione per il tracciato di bob di Cesana Pariol utilizzato ai Torino 2006”, racconta Danieli. “Ma quando hanno visto che la situazione era irrimediabile apportando solo alcune modifiche ci hanno chiesto di rifare le schermature solari dal principio, utilizzando le nostre tecnologie”. A ottobre 2013, le 830 tende per coprire i 1.850 metri del lato aperto della pista di bob , slittino e skeleton erano montate. E la reputazione del comitato olimpico russo era salva.

Grazie a questa richiesta last minute, la giovane azienda veneta (è nata nel 1999) è diventata una delle società italiane ingaggiate per lavorare alle infrastrutture di Sochi 2014. La commessa è del valore di circa 400 mila euro. “Un 20 per cento del nostro fatturato di un anno, che si aggira sui milioni di euro”, afferma il titolare. A convincere le autorità russe dell’eccellenza dei prodotti di Solaris è, da un lato, la capacità delle tende di proteggere da forti irraggiamenti solari e dall’altro, di resistere a temperature fino a 30 gradi sotto zero e a tormente di neve e vento fino a 50 chilometri orari. In questo modo, le protezioni consentono di non consumare eccessiva energia per il mantenimento del ghiaccio della pista e impediscono a neve e vento di ostruire il percorso o di creare problemi agli atleti durante la discesa.

Il prestigio di una commessa del genere non cancella però gli ultimi anni di difficoltà dell’azienda padovana, che durante la recessione ha dovuto fronteggiare due ostacoli: il calo dell’edilizia sul mercato interno e la crisi dei prodotti semidurevoli, beni che solitamente non vengono sostituiti durante i periodi di decrescita. “Lavoriamo di più su edifici nuovi che su ricambi di tendaggi già installati”, dice Danieli. “Normale che se non si fanno nuove costruzioni, una ditta come la nostra va in sofferenza”. Non a caso, il volume d’affari della Solaris è calato in ognuno degli anni della Grande Crisi, dal 2009 al 2013, e in alcuni momenti è stato duro persino pagare in tempo i compensi dei collaboratori.

L'impianto di tende protettive della Solaris sulla pista di bob delle Olimpiadi di Sochi

Ma ora il periodo più nero sembra alle spalle, soprattutto perché la strategia messa in atto negli anni più recenti sta cominciando a dare i suoi frutti. L’azienda ha infatti investito in innovazione ed è diventata ancora più competente nell’analizzare le esigenze dei clienti anche in termini di ergonomia e di risparmio energetico. Gli strumenti utilizzati sono alcuni software sviluppati ad hoc che permettono, a edificio non ancora occupato, di calcolare quali materiali possono garantire benessere, sicurezza (i clienti sono soprattutto aziende che hanno bisogno di tendaggi per uffici) e ottimizzazione dei consumi.

Per mettere a punto il sistema che studia le migliori soluzioni dal punto di vista ergonomico, il partner accademico è stato il Politecnico di Torino. Mentre l’Enea ha approfondito le questioni del risparmio energetico. Aver fatto passare il concetto, peraltro corretto, che una tenda può contribuire a ridurre le spese per l’aria condizionata è una mossa che si sta rivelando vincente. Gli ordinativi, soprattutto dall’estero (il 25% del fatturato), stanno aumentando. Tanto che la previsione per il 2014 è di tornare a crescere anche in termini di ricavi.

L’altro asset fondamentale con cui contrastare la crisi è la reputazione di “azienda che si occupa di casi complicati”. Oltre all’intervento per le Olimpiadi, la Solaris ha lavorato su progetti impegnativi come la biblioteca pubblica di Montpellier ideata da Zaha Hadid, la nuova sede della Bocconi a Milano, la sede di Armani, Bulgari a Roma, le fiere di Verona e Milano. “Se il progetto è normale o è standardizzato, ci sono altre aziende all’altezza, soprattutto in Germania”, ammette Danieli. “Ma quando è necessario lavorare sull’alta gamma, puntando su attenzione ai dettagli e personalizzazione, sono davvero in pochi a farci concorrenza”.

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