Il documento

Manifesto per il Made in Italy: 10 punti per rilanciare l’Italia

Nato da una ricerca di Sanpellegrino e presentato al Governo con l’obiettivo di rilanciare i nostri brand dopo Expo, il documento è stato firmato, tra gli altri, da Andrea Illy (Illy Caffè) e Lamberto Tacoli (CRN-Yacht-Ferretti Group e Presidente di Nautica Italiana). Ecco il decalogo

Pubblicato il 07 Ott 2015

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La presentazione del Manifesto per il Made in Italy a Expo

Investire in formazione, favorire una visione d’insieme che promuova l’Impresa-Italia all’estero, creare un circuito permanente che sviluppi sinergia tra tutti i comparti produttivi e le componenti sociali. È questa l’anima del “Manifesto per il Made in Italy”, il documento nato sulla base di una ricerca condotta da Sanpellegrino in collaborazione con Fondazione Altagamma su oltre 450 aziende su tutto il territorio nazionale. A sottoscriverlo, insieme agli imprenditori dei più importanti settori del Made in Italy, anche le associazioni Confagricoltura e Confartigianato.

Il decalogo del “Manifesto per il Made in Italy”

1. Il Made in Italy è uno degli elementi fondante dell’identità culturale italiana

2. Difendere e favorire la trasmissione dei saperi produttivi di generazione in generazione è il primo passo per valorizzare il nostro patrimonio identitario

3. Creare valore attorno al Made in Italy significa dare una visione globale alle eccellenze territoriali

4. Prendersi cura del Made in Italy significa soddisfare al meglio i bisogni immateriali della società: estetica, cultura, emozionalità, socialità

5. Creare sinergie tra settori affini e categorie complementari è una strada non più rinviabile per aumentare la competitività del Made in Italy

6. Fare sistema significa instaurare un rinnovato spirito cooperativo tra tutti gli attori politici, sociali, economici e imprenditoriali

7. La sola difesa del Made in Italy non è più sufficiente: la percezione del valore passa dal racconto dell’arte del saper far tipica della creatività italiana

8. Per vincere all’estero il Made in Italy deve presentarsi con una visione d’insieme che promuova non singole imprese ma l’Impresa Italia

9. Aumentare gli investimenti in formazione e saper innovare significa ridurre il disallineamento con l’offerta emergente

10. Fisco, burocrazia e visione strategica sono handicap che le Istituzioni hanno il dovere di trasformare in punti di forza del modo di fare impresa

“Questo Manifesto rappresenta la necessità di mettere a frutto le conoscenze maturate durante l’Expo e il valore creato attorno alle nostre eccellenze per dare al Made in Italy una prospettiva strutturale al sistema economico italiano” afferma Stefano Agostini, Presidente e AD del Gruppo Sanpellegrino.

Partendo dall’esperienza di Expo, il Manifesto punta a delineare le linee programmatiche future che abbiano il Made in Italy quale elemento fondante dello sviluppo del Sistema-Italia e rappresenta il lascito dell’imprenditoria italiana alla responsabilità della politica. Tra i firmatari alcuni degli imprenditori appartenenti ai settori emblema del Made in Italy quali Stefano Agostini, Presidente e AD del Gruppo Sanpellegrino, Andrea Illy, Presidente IllyCaffe; Lamberto Tacoli, Presidente e AD di CRN-Yacht-Ferretti Group e Presidente di Nautica Italiana; Antonella Nonino, AD di Nonino Distillatori; Roberto Gavazzi, AD di Boffi e di De Padova; Massimiliano Giansanti, Vicepresidente di Confagricoltura; Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato.

Il documento affronta criticità e punti di forza del Made in Italy in tutti i suoi aspetti: dall’economia, all’approccio culturale, fino ai provvedimenti di natura politica e sviluppo strategico. Emerge che, per creare ancora più valore attorno al Made in Italy, sono indispensabili una visione d’insieme che collochi sui mercati internazionali non una singola impresa ma l’intera Impresa-Italia; più investimenti in formazione per ridurre il disallineamento esistente tra le richieste delle imprese e l’offerta di competenze esistente; incrociare la politica estera con quella dell’internazionalizzazione delle imprese; internazionalizzare il sistema bancario italiano per attenuare il peso della dimensione finanziaria nella globalizzazione e nelle politiche degli scambi e degli investimenti.

Il documento è stato ufficialmente consegnato in rappresentanza del Governo a Ivan Scalfarotto, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Riforme costituzionali e Rapporti con il Parlamento, che sull’iniziativa ha dichiarato: “Permettere alle nostre aziende di operare e accedere con semplicità ai mercati internazionali è importante per l’economia del nostro paese. Il Governo ha stanziato 260 milioni di euro nel “Piano straordinario 2015 per la promozione del Made in Italy” per intervenire sull’export e l’attrazione degli investimenti, valorizzare l’immagine dell’Italia nel mondo, permettere di ampliare il numero delle piccole imprese che operano nel mercato globale, difendere i prodotti italiani”.

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