Pitti Immagine, tessile e abbigliamento fanno ancora business?

A Firenze dal 17 al 20 giugno è di scena la manifestazione internazionale di riferimento per la moda uomo, donna e bimbo. In attesa dell’evento SMI – Federazione Tessile e Moda per Pitti Immagine ha presentato tutti i numeri del settore Tessile-Moda italiano. Ecco che cosa emerge

Pubblicato il 30 Mag 2014

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È uno dei settori d’eccellenza del made in Italy e ancora una volta, la moda, mette il nostro Paese sotto i riflettori di mezzo mondo. A Firenze dal 17 al 20 giugno 2014 è di scena Pitti Immagine, la manifestazione internazionale di riferimento per la moda maschile, femminile e bimbo, e le tendenze del lifestyle contemporaneo. Dall’eccellenza delle aziende del nuovo classico con l’altissima qualità del loro prodotto esclusivo, alla ricerca del mondo dell’accessorio, con il suo ruolo sempre più importante sul mercato, fino ai brand che hanno saputo spostare in avanti la definizione di sportswear. E ancora, le proposte del menswear di domani, le tendenze per la moda femminile e per il settore junior,i progetti speciali dei designer di punta internazionali, fino allo spazio riservato ai nuovi talenti. Tutto questo in un contesto che accoglie i visitatori con la sua atmosfera unica, di business, cultura, piacere e intrattenimento.

Saranno circa 1030 i marchi di Pitti Uomo, a cui si aggiungono le circa 70 collezioni donna di Pitti W. Con un focus sempre più forte sull’internazionalità, confermato dalle partecipazioni estere – quasi il 40% delle aziende a questa edizione, da oltre 30 paesi – e dal pubblico dei buyer che formano la community di Pitti Uomo – oltre 30.000 visitatori all’ultima edizione estiva – in rappresentanza di tutti i negozi e department store più importanti del mondo.

Ma quali sono i dati e i numeri relativi al settore del tessile? Il settore Tessile-Moda fa ancora business nonostante la crisi?

Secondo i dati forniti da SMI – Federazione Tessile e Moda per Pitti Immagine, nel 2013 il fatturato del Tessile-Moda italiano, pur permanendo in territorio negativo, evidenzia una decelerazione del ritmo di caduta rispetto al dato 2012 e dovrebbe, pertanto, archiviare una decrescita dell’ordine del -1,9% su base annua. Il turnover complessivo passerebbe così a 50,1 miliardi di euro circa.

Il bilancio settoriale 2013 vede circoscrivere una dinamica di crescita alle sole esportazioni; di contro, le importazioni, pur in miglioramento, restano cedenti, così come il sell-out sul mercato italiano, che perde ancora terreno. Il trend negativo, inoltre, continua ad interessare aziende e addetti, di cui è proseguito il ridimensionamento sull’intero territorio nazionale. In particolare, le aziende dovrebbero evidenziare su base annua una contrazione del -1%, corrispondente a 500 unità. Sul fronte del mercato del lavoro, gli occupati dovrebbero, invece, calare a circa 414 mila, facendo registrare una flessione del -2,2% rispetto all’anno 2012, cui corrisponde una perdita occupazionale di 9.300 lavoratori.

Gli scambi con l’estero nel 2013
Nel 2013 le vendite estere di Tessile-Moda risultano caratterizzate da un’evoluzione positiva, dell’ordine del +1,7% nell’arco dei dodici mesi, che porta il valore complessivo del fatturato estero a quota 27,4 miliardi.

In particolare, il risultato medio di filiera è favorito dalla performance evidenziata dall’Abbigliamento-Moda, che ha assistito ad un discreto incremento, crescendo del +3,4%; di contro, il Tessile, pur rallentando il ritmo di caduta di mese in mese, archivia il 2013 ancora con un segno negativo, pari al -1,3%.

L’import di prodotti di Tessile-Moda dall’estero si mantiene ancora caratterizzato da una dimunizione, pari al -1,4%, in netta decelerazione, pertanto, rispetto al calo double-digit riscontrato nel 2012 (-11,8%); nel 2013 l’import complessivo scende, pertanto, a 17,8 miliardi. In tal caso, al contrario di quanto rilevato sul fronte export, il Tessile ha già cambiato passo, evidenziando un aumento del +2,1%, mentre l’import di Abbigliamento-Moda cede ancora un -3,1%.

L’effetto combinato dei flussi commerciali in uscita e in ingresso dal nostro Paese ha determinato nel 2013 un ulteriore miglioramento del surplus con l’estero; il saldo commerciale supera, infatti, i 9,5 miliardi di euro, con un aumento prossimo agli 800 milioni di euro in un anno.

Dal punto di vista merceologico, le vendite estere di filati e tessuti sono decresciute rispettivamente del -2,6% e del -3,6%, mentre risulta in aumento l’export di tessile-casa (+2,8%). Tra i comparti del “valle”, l’abbigliamento in tessuto, best performer, chiude il 2013 crescendo del +3,7%, superando quindi lievemente la maglieria, che registra un incremento del +3,4%. L’export di calzetteria, invece, frena al -1,2%.

Guardando all’import, i filati confermano sostanzialmente i livelli del 2012 (+0,3%), mentre i tessuti tornano a crescere del +1,9%. Nel caso del ‘valle’ della filiera, l’abbigliamento in tessuto chiude l’anno a -4,9%, la calzetteria decresce del -3,7%, mentre la maglieria arresta il calo al -1%.

Sotto il profilo geografico, si rileva un riallineamento dell’andamento dell’export delle aree UE (dal 2013, si ricorda, comprensive della Croazia) ed extra-UE, pur su ritmi piuttosto differenti: le prime, infatti, arrestano il recupero al +0,9%, mentre le seconde crescono del +2,6% su base annua.

L’import dall’area intra-UE non si discosta dai livelli del 2012 (-0,1%), mentre cede il -2,4% con riferimento alle provenienze extra-UE (che, si ricorda, rappresentano il 56,8% dell’import totale di settore).

Venendo ora all’analisi delle vendite estere per paese di destinazione, si rileva che Francia e Germania, anche nel 2013, si confermano i primi due mercati di sbocco del Tessile-Moda italiano, segnando rispettivamente un timido +0,7% e un più discreto +2,2%. Sempre guardando ai mercati europei, il Regno Unito cresce del +3,5%, mentre la Spagna arretra del -5,7%.

Relativamente ai mercati extra-europei, emerge un quadro complessivamente favorevole, con tutti i maggiori Paesi risultati in espansione su toni piuttosto soddisfacenti. L’export verso gli Stati Uniti, terzo mercato e primo non-UE, è cresciuto del +1,2%, quello verso la Russia del +4,4%; lo stesso Giappone ha mostrato un incremento del +1,7%. Oltre ad Hong Kong, in aumento del +4,5%, la sola Cina cresce del +7,8%, avvicinandosi pertanto agli 800 milioni di euro; come nel 2012, la potenza asiatica si conferma all’undicesimo posto del ranking dei principali sbocchi del Tessile-Moda italiano.

Con riferimento ai partner di approvvigionamento, anche nel 2013 saldamente al primo posto si conferma la Cina, che, tuttavia, accusa ancora una flessione, pari al -7,4%. Da una quota del 25,9% sull’import totale di comparto evidenziata solo nel 2011, tale supplier scende al 22,7% nel 2013.
Secondo fornitore, la Turchia mostra, invece, un incremento del +5,1%, anche se il gap rispetto alla Cina si mantiene consistente; in crescita risulta anche l’import da Germania e Francia, rispettivamente del +3,4% e del +3%, così come dalla Spagna (+5%). Un più deciso ritmo d’incremento interessa, ancora una volta, il Bangladesh, che segna un +11,3%. Di contro, decrescono del -8,4% le merci provenienti dalla Romania, mentre la Tunisia cede il -12,7%.

La congiuntura nel primo trimestre del 2014
Confermando le previsioni relative al primo semestre 2014 diffuse da SMI fine 2013, l’Indagine svolta dal Centro Studi SMI su un panel di oltre cento imprese operanti in tutti gli stadi della filiera vede aprirsi il 2014 con dinamiche positive, non solo con riferimento al mercato estero, ma anche al mercato nazionale.

Sulla base delle elaborazioni effettuate (pur ancora provvisorie e, pertanto, soggette a possibili rettifiche), nel primo trimestre dell’anno le aziende del Tessile-Moda a campione presentano una crescita del fatturato totale pari al +3,3%, sintesi di un aumento del +4,5% messo a segno da chi opera nel ‘monte’ della filiera e di un +2,5% realizzato dagli operatori del ‘valle’.

Dopo una permanenza in area negativa per gran parte del periodo 2012-2013, il mercato nazionale assiste a variazioni positive sia nel caso del Tessile, le cui vendite recuperano un +6,3% rispetto ai primi tre mesi del 2013, sia nel caso dell’Abbigliamento-Moda, la cui crescita frena, tuttavia, al +0,9%. Per il ‘valle’ si mantiene infatti più performante il mercato estero, in aumento del +5,2%, mentre per le imprese tessili la variazione risulta prossima al +3%.

Tra i comparti del Tessile, in un quadro tornato complessivamente favorevole, non mancano, tuttavia, criticità per la filatura sia laniera sia cotoniera, nonché, limitatamente al mercato italiano, per il tessile-casa; di contro, la tessitura laniera e la nobilitazione risultano interessati da ritmi di crescita superiori alla media. Nel caso del “valle”, il risultato migliore è da ascrivere all’abbigliamento in tessuto, che all’estero mostra una crescita prossima al +8%.

Con riferimento agli ordinativi, nei primi tre mesi dell’anno in corso la raccolta nazionale si mostra in aumento sia per il Tessile (+2,4%) sia per l’Abbigliamento-Moda (+1,9%). Gli ordini esteri crescono su ritmi pressocchè simili nel caso del ‘monte’, facendo registrare infatti un’evoluzione del +2,3%; nel caso del ‘valle’ risultano, invece, più tonici rispetto a quelli nazionali, archiviando un +2,9%.

Nonostante il miglioramento congiunturale profilatosi con l’inizio del 2014, gli operatori restano prudenti sul futuro, probabilmente, nutrendo qualche dubbio sulla tenuta (e soprattutto sulla ‘magnitudo’) del trend positivo, visto il permanere di molte fragilità ed incertezze di contesto. Dall’analisi del sentiment degli operatori relativamente all’evoluzione della congiuntura nel breve termine si rileva come un’ampia quota di intervistati, ovvero il 69,2% del campione, propenda per una “stabilità” delle condizioni di mercato. Confida in un ulteriore miglioramento, invece, il 16,8% del panel, mentre si riduce al 14% (rispetto al 30% della rilevazione 2013) la quota di quanti temono un nuovo peggioramento.

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