Agricoltura

Via il segreto di Stato sulla pasta col pomodoro

Pochi lo sanno ma finora i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero erano considerati informazioni riservate. Il ministro della Salute Lorenzin ha deciso di renderli pubblici. E così potremo sapere da dove arriva la farina dello spaghetto Made in Italy

Pubblicato il 21 Mag 2014

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Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Il più fitto mistero aleggia in Italia sugli ingredienti della salsa di pomodoro o degli spaghetti ma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha deciso di svelarlo. Sì, perché – forse non molti lo sanno – finora sussisteva un vero e proprio segreto di Stato su tutti i dati inerenti gli scambi commerciali. Un po’ come le informazioni ultra-riservate su stragi e atti terroristici, ma in questo caso attinenti al nostro Made in Italy agro-alimentare. Potrebbe quasi suonare come una boutade, invece sollevare il velo su segreti assume particolare rilievo se si considera che il 33% della produzione complessiva dei prodotti alimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio “Made in Italy” contiene ancora oggi materie prime straniere all’insaputa dei consumatori. Invece è importante sapere da dove viene quello che mangiamo. E tra poco si potrà.

Lorenzin ha accolto le proteste degli agricoltori (le ultime sul Brennero) e le molteplici iniziative promosse da Coldiretti in difesa del Made in Italy, annunciando la rimozione del segreto sui dati riguardanti gli scambi commerciali.

Saranno dunque pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per la produzione alimentare, relativi in particolare alla lavorazione nel nostro Paese di prodotti alimentari oggetto di importazione o di scambio intracomunitario che poi vengono messi in commercio come prodotti autenticamente italiani. In sostanza sarà possibile risalire alle aziende nostrane che usano materie provenienti dall’estero per produrre alimenti, magari quelli più tipicamente italiani come la pasta o la pommarola, e li fanno poi circolare nel nostro Paese o li esportano altrove spacciandoli per italiani al 100%. Fare luce su questi passaggi permetterà, secondo il ministero, di favorire la ripresa economica e produttiva italiana e tutelare il marchio Made in Italy.

Finora tutto questo era impedito da una normativa doganale che impediva l’accesso ai dati, generando turbative sul mercato e preoccupazione da parte dei consumatori a causa della mancanza di trasparenza sulla provenienza degli alimenti. Circostanza che ha favorito anche diverse truffe alimentari, nelle quali sono stati coinvolti molti dei prodotti simbolo del Made in Italy, dal concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina, all’olio spagnolo, ai prosciutti tedeschi.

Nel dettaglio, il ministero ha disposto l’immediata costituzione di un comitato di esperti, che in tempi piuttosto ridotti dovrà individuare le modalità di “pubblicazione” delle informazioni relative alla provenienza dei prodotti agro-alimentari e della loro messa a disposizione dei soggetti che dimostrino un legittimo interesse all’utilizzo dei dati. Per il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, uno dei protagonisti di questa battaglia, l’eliminazione del segreto di Stato “su informazioni che attengono alla salute ed alla sicurezza di tutti i cittadini realizza una condizione di piena legalità diretta a consentire lo sviluppo di filiere agricole tutte italiane che sono ostacolate dalla concorrenza sleale di imprese straniere e, soprattutto, nazionali. Le straniere, attraverso marchi, segni distintivi e pubblicità, si appropriano illegittimamente dell’identità italiana dei prodotti agro alimentari”. Ma ora, svelato il segreto, le cose dovrebbero cambiare.

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