Letture

The Seventh Sense, il libro che piace ai top manager della Silicon Valley

Da Reid Hoffman (Linkedin) a Chuck Robbins (Cisco Systems) i digital boss stanno leggendo o vogliono leggere questo saggio di Joshua Cooper Ramo, co-Ceo della società di consulenza fondata da Kissinger. I motivi? Descrive l’importanza delle reti (non solo digitali) per affrontare le sfide globali. In chiave Zen

Pubblicato il 22 Ago 2016

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Sembra proprio che quest’estate lo leggeranno tutti. Almeno tutti quelli che contano nella digital economy e nell’economia americana in generale: dal Ceo di McKinsey, Dominic Barton, a Reid Hoffman, co-fondatore di LinkedIn, solo per fare qualche nome. Si tratta di un saggio di nuova uscita, intitolato “The Seventh Sense: Power, Fortune, and Survival in the Age of Networks” e scritto da Joshua Cooper Ramo (Little, Brown & Company).

Oltre ai top manager già citati, hanno assicurato che lo leggeranno o lo stanno leggendo il Ceo di Cisco Systems, Chuck Robbins, e Wendell P. Weeks, Ceo e presidente di Corning, grande azienda americana produttrice di vetro, ceramiche e materiali industriali.

La popolarità di questo testo nella Silicon Valley, ma anche tra i lettori di altra provenienza, non deve stupire: è stato il numero uno per vendite nella classifica di balla categoria “Business Infrastructure” e figura tra i best seller anche nelle liste del Washington Post e del New York Times.

Qual è il motivo di tanto successo? Certamente di motivi ce ne sono vari. Uno di questi è l’esperienza accumulata dall’autore e il suo personale talento: Joshua Cooper Ramo, è co-Ceo di Kissinger Associates, la società di consulenza fondata dall’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, ha già scritto un bestseller internazionale, The Age of the Unthinkable, lavora in Cina e parla fluentemente cinese. Non a caso “The Seventh Sense” racconta la storia di un maestro di zen cinese per spiegare il mondo attuale degli affari. “Il segreto del potere – si legge nel libro – è capire la nostra nuova era delle reti: non semplicemente la rete di Internet ma anche i network del commercio, del Dna o della finanza”. Un’affermazione chiaramente in grado di suscitare ulteriore interesse e desiderio di lettura.

Il testo scatta una nitida e drammatica fotografia dell’attualità: atti di terrorismo apparentemente senza fine, ondate di rifugiati, un’economia globale instabile, appuntamenti elettorali con risultati a sorpresa, nuovi ricchi con fortune da miliardi di dollari, miracolosi progressi nella medicina. E se, si chiede l’autore, tutto questo fosse collegato? Se si potesse arrivare a capire perché? The Seventh Sense prende in esame i grandi fenomeni storici che stanno sconvolgendo il mondo e spiega come i nostri leader, le nostre aziende e tutti noi possiamo riuscire a dominarli: usando il “settimo senso”, appunto. “In termini meno di moda – spiega una recensione sulla rivista letteraria Kirkus – si tratta della capacità di discernere il modo in cui le cose si collegano ad altre cose in nodi e reti e di capire il modo in cui ogni singolo oggetto viene cambiato dalla connessione”. Queste reti possono essere “benigne” e utili, come le connessioni delle biblioteche digitalizzate, ma possono anche essere dannose, in parte a causa della “iper-concentrazione di potere” prodotta dalle reti, e questo può introdurre ulteriore caos e complessità in situazioni già difficili.

“La lettura di The Seventh Sense è una lettura salutare e futuristica per coloro che sono ancora propensi a usare un modo meccanico di pensare nell’era della complessità”, conclude la recensione di Kirkus. I Ceo che lo stanno leggendo l’hanno certamente già capito.

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