NUOVA IMPRENDITORIALITA'

Rangone (Digital360): che cos’è la Sostenibilità 1.0 e perché può aiutare l’Italia

Aumentare le entrate e diminuire le spese dello Stato, incrementare la produttività, incentivare l’imprenditorialità: questo può fare la trasformazione digitale, ha detto Andrea Rangone, Ceo di Digital360, a Forum PA 2017. «C’è tanto terreno da recuperare, ma non mancano i segnali positivi»

Pubblicato il 25 Mag 2017

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Andrea Rangone, Ceo di Digital360Group, a Forum PA 2017

La sostenibilità è indispensabile per il pianeta, ma in Italia “c’è un problema di Sostenibilità 1.0”: è il concetto espresso da Andrea Rangone, Ceo di Digital360, intervenuto al convegno inaugurale di ForumPA 2017, il tradizionale evento romano dedicato alla pubblica amministrazione, quest’anno incentrato proprio sulla PA sostenibile. Al centro della tre giorni (23-25 maggio) un’amministrazione pubblica che non sia soltanto efficiente, veloce e digitale, ma che usi velocità, tecnologie e strumenti di partecipazione e collaborazione per contribuire a costruire uno sviluppo sociale ed economico all’insegna della sostenibilità. Tra i protagonisti di questa edizione, che si è tenuta per la prima volta all’interno del Roma Convention Center “La Nuvola” realizzato dall’architetto Alessandro Fusksas, c’era un guru dello sviluppo sostenibile, Jeffrey Sachs, docente di economia americano, senior advisor delle Nazioni Unite, autore di best seller ed editorialista.

L’intervento di Andrea Rangone ha puntato i riflettori sulla realtà italiana. “Mettere la sostenibilità tra i temi al centro dell’edizione 2017 di Forum PA è cruciale: si tratta di non depauperare le risorse del pianeta e trasferire ai nostri figli un mondo migliore. Insieme a questi temi oggi in Italia c’è anche un problema di sostenibilità 1.0, la sostenibilità del sistema Paese”.

► CHE COS’È LA SOSTENIBILITÀ 1.0 – “Ci sono tre aspetti, in questo concetto di sostenibilità 1.0, che è necessario risolvere e rispetto ai quali il digitale può svolgere un ruolo chiave – prosegue Rangone – a partire dal deficit e dal debito di lungo termine che gravano sui conti del Paese, passando dalla produttività e dalla propensione all’imprenditorialità degli italiani”. Rangone ha quindi elencato le modalità dirette o indirette attraverso le quali la trasformazione digitale può contribuire a rendere l’Italia più sostenibile, efficiente e produttiva.

► TRASFORMAZIONE DIGITALE PER AUMENTARE LE ENTRATE – Il Ceo di Digital 360 ha evidenziato

L'ingresso di ForumPA 2017 presso la Nuvola di Fuksas (credit Chiara Gemma Somasca)

potenzialità e opportunità offerte dalla trasformazione digitale per riportare il Paese sulla strada della crescita. “La leva digitale può contribuire a centrare gli obiettivi di aumentare le entrate dello Stato, da una parte, e diminuirne le spese dall’altra, per agire sul deficit. Soltanto per fare qualche esempio, i pagamenti digitali e la conservazione sostitutiva possono contribuire a ottenere maggiori entrate fiscali, che potrebbero valere secondo alcuni studi fino a 15 miliardi aggiuntivi in un anno. Allo stesso modo l’e-procurement e la dematerializzazione possono per esempio contribuire a ridurre le spese”.

► TRASFORMAZIONE DIGITALE PER MIGLIORARE LA PRODUTTIVITÀ – “Il  digitale consente di fare in modo che le persone generino più valore – sostiene Rangone – con benefici annui molto importanti. Negli ultimi 10 anni l’Italia ha perso un 10% di produttività rispetto ai Paesi simili e non ci sono segni di miglioramento. Anche su questo, ci sono studi e dimostrazioni che evidenziano come la leva principale per invertire questi processi siano gli investimenti, in particolare quelli in innovazione tecnologica, sia nella PA sia nelle imprese. In questo campo è stato fatto molto, Il piano Calenda su Industria 4.0 e la defiscalizzazione degli investimenti in ricerca e sviluppo vanno in questa direzione e sono sproni importanti, perché anche il manifatturiero ha bisogno di iniezioni massicce di tecnologia”.

► TRASFORMAZIONE DIGITALE PER AIUTARE L’IMPRENDITORIALITÀ – Gli italiani sembrano essere meno propensi dei loro vicini in Europa a diventare imprenditori: “Eppure – prosegue Rangone – la sostenibilità della crescita economica è legata a doppio filo con l’imprenditorialità che riusciamo a generare: se non incrementiamo il tasso di imprenditorialità non riusciremo a spingere lo sviluppo economico nel nostro Paese, e in questo l’hi-tech è un comparto chiave. Stiamo andando nella direzione giusta, come dimostrano gli sgravi fiscali a favore di chi investe in Pmi innovative e i piani individuali di risparmio, che orientano a questi obiettivi una grande mole di risorse”.

► SEGNALI POSITIVI – “Al di là di tutte queste criticità e al netto delle iniziative già in attuazione per superarle, in un momento in cui il terreno da recuperare per l’Italia è ancora tanto – conclude Rangone – è giusto registrare anche i messaggi positivi che arrivano dal mercato, come ad esempio la riduzione del ritardo dei pagamenti della PA verso le aziende fornitrici: oggi la media è di 59 giorni, con punte di 46, a confronto degli oltre 150 che si registravano negli anni precedenti”.

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