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Innovazione e aziende, Marco Bonometti punta sull’alluminio (e su Confindustria)

Per il patron di OMR (componentistica), tra i candidati alla guida degli industriali, innovazione coincide con sostenibilità. «Produciamo telai e motori più leggeri, così dimezziamo le emissioni» dice Ennio Gritti, responsabile dei progetti innovativi

Pubblicato il 04 Mar 2016

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Marco Bonometti, presidente e AD di OMR

Se volessimo selezionare tre parole fra le più utilizzate da Marco Bonometti per candidarsi alla guida di Confindustria, sceglieremmo sicuramente “innovazione”, “competenze” e “apertura”. Il 62enne imprenditore bresciano, presidente dell’Aib (Associazione industriale bresciana) e presidente e AD del gruppo OMR (Officine Meccaniche Rezzatesi) si contenderà la poltrona dove adesso è seduto Giorgio Squinzi con il bolognese Alberto Vacchi, patron di IMA (Industria Macchine Automatiche), il salernitano Vincenzo Boccia, amministratore delegato della Arti Grafiche Boccia e Aurelio Regina, presidente di Sigaro Toscano e vice di Squinzi a Viale dell’Astronomia dal 2012 al 2014. Se quelle tre parole lo condurranno in sella a Confindustria lo sapremo il 31 marzo, ma nel frattempo possiamo andare a ricercarle nella mission industriale della sua azienda, la OMR.

Marco Bonometti è la terza generazione di famiglia a capo dell’impresa creata dal nonno nel 1919. È sotto la sua gestione che l’azienda bresciana della componentistica per l’automotive diventa una holding, incorporando realtà satelliti e aprendo sedi in India, Brasile, Cina e Marocco. Sul suo sito OMR indica per il 2016 una previsione di fatturato pari a 700 milioni di euro e una forza lavoro di 3150 dipendenti, divisi fra Italia (1550) ed estero (1650). La fetta più grande del business della multinazionale è ricoperta dal settore automobilistico, fra cui spiccano clienti come Ferrari, Ford, Mercedes e tutte le principali case mondiali, seguito dai veicoli commerciali e industriali (Iveco, Renault, ancora Ford e molti altri) e dalle macchine agricole (Caterpillar, Mitsubishi ecc), per finire con il settore dei motocicli.

Fin qui emergono le competenze e l’apertura a diversi settori e mercati, ma dove sta l‘innovazione? “Come recita un nostro slogan ‘ci stanno a cuore sia l’uomo che l’ambiente in cui viviamo’: l’innovazione che cerchiamo è tutta volta alla sostenibilità” spiega a EconomyUp Enio Gritti, direttore di FMB (Fonderia alluminio, una delle società di OMR, ndr) e uomo a capo di molti progetti del gruppo per l’innovazione. “Dal 2010 concentriamo sviluppo e ricerche sull’alleggerimento del telaio e del motore dei veicoli, utilizzando un materiale ancora tutto da valorizzare: l’alluminio” continua Gritti. Per fare un po’ di numeri dei regolamenti e degli accordi internazionali (non ultima la conferenza sul clima di Parigi), l’obiettivo è “dimezzare le emissioni di CO2 nei prossimi 10 anni. – spiega Gritti – Nel 2007 abbiamo cominciato a sviluppare telai in alluminio dallo spessore di 4 o 5 millimetri e oggi siamo arrivati a 2,7 mm. Ogni kg di alluminio che inseriamo nella componentistica al posto di ghisa o acciaio riduce di un kg il peso di un veicolo, a pari caratteristiche. E ogni kg in meno significa che durante il ciclo di vita ogni mezzo emette 17 kg in meno di CO2. L’obiettivo globale è introdurre 150 kg di alluminio in ogni veicolo, per arrivare a una riduzione di 40 milioni di tonnellate di CO2 in tutta Europa. Senza dimenticare – conclude Gritti – che l’alluminio è un materiale completamente riciclabile all’infinito”.

Oltre che nel prodotto, OMR sviluppa nuove tecnologie anche negli impianti come quello a bassa pressione dell’Alfa Romeo di Atessa o le fonderie di alluminio, studiate per riciclare al proprio interno le acque e gli oli della produzione. I progetti di ricerca di OMR sono quindi volti all’ecosostenibilità e molto spesso realizzati in partnership con le università di Brescia, Modena e Bologna, e ultimamente anche con il Politecnico e il Cnr. OMR infine lavora a progetti con il Ministero delle attività produttive e con la Regione Lombardia, in un quadro di sinergia con il pubblico che molto probabilmente ha invogliato ancora di più patron Bonometti a tentare l’assalto a Confindustria.

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