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Saipem, ecco come fa innovazione un’azienda dell’oil & gas

163 milioni di euro investiti in 4 anni, centinaia di persone coinvolte, un laboratorio di open innovation per dipendenti “fabbricatori” di idee, collaborazioni con università e startup: tutte le strategie della società attiva nel settore petrolifero che produce soluzioni hi-tech all’avanguardia (come i robot sottomarini)

Pubblicato il 27 Mar 2017

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I monitor per verificare le operazione effettuate dai robot sottomarini alla sede Saipem di Marghera

Saipem scommette sull’innovazione a 360 gradi: investimenti in ricerca e sviluppo, un laboratorio di open innovation, ideazione e applicazione di tecnologie innovative sono alcuni degli elementi chiave delle strategie messe in atto da questa società italiana dell’oil&gas. Strategie che sono state illustrate al recente Innovation and Technology Day, giornata-evento durante la quale Saipem ha aperto le porte del suo hub tecnologico di Porto Marghera per presentare progetti e tecnologie all’avanguardia.

Cos’è Saipem – La società impegnata a livello mondiale nei servizi di perforazione, ingegneria, approvvigionamento, costruzione e installazione di condotte e grandi impianti, onshore e offshore, nel settore petrolifero e del gas, nasce nel 1957 come fornitore di servizi del Gruppo Eni. Durante la crisi petrolifera in Medio Oriente nel 1971 esplora nuove aree geografiche di attività a cominciare dai Mari del Nord. Tra le sue “pietre miliari” c’è la posa del gasdotto nello stretto di Messina, parte del progetto Transmed, nel 1974. Dopo la collocazione in Borsa a Milano e Parigi nel 1984, la società avvia nel 1987 una strategia di joint-ventures con altre aziende, che nel 2001 culmina con l’acquisizione del gruppo francese Bouygues Offshore. Nel 2006 viene avviata l’incorporazione in Saipem di Snamprogetti, un’operazione che le consente l’accesso a nuovi mercati tra i quali il downstream onshore e il gas liquefaction.

Il polo tecnologico di Marghera – Questo polo nasce nei primi anni ’90 dall’acquisizione di Sonat Subsea “Sonsub”, che vantava competenze esclusive nel campo della robotica sottomarina e, oltre alla sede di Marghera, aveva uffici strategici a Houston, Aberdeen, Stavanger e Singapore. All’epoca Sonsub stava perfezionando una delle flotte di robot sottomarini tecnologicamente più evolute sul mercato. Risale alla fine dello stesso decennio l’acquisizione di Tecnomare Industriale, uno spin off di Tecnomare SpA società con sede a Venezia, partecipata tra gli altri da Saipem, Snamprogetti ed Eni, e attiva nello sviluppo di tecnologie marine, che annoverava Saipem fra i suoi clienti principali. L’attuale hub tecnologico di Marghera nasce dunque dal know-how di Saipem e dalle competenze di Sonat Subsea Sonsub e Tecnomare Industriale.

Lo “spin off” da Eni – Nel 2015 Eni riduce la sua quota azionaria in Saipem vendendo il 12,5% delle quote societarie al Fondo Strategico Italiano, ribattezzato l’anno dopo Cdp Equity, società per azioni della Cassa Depositi e Prestiti, la quale è controllata all’80% dal ministero dell’economia. Obiettivo dell’operazione: sostenere l’aumento di capitale e l’indipendenza finanziaria di Saipem e garantirsi il rientro dei prestiti inter-societari. Saipem abbandona il vecchio logo del cane a sei zampe per un nuovo logo aziendale. A tutt’oggi Eni e Cdp Equity detengono insieme poco più del 43% di Saipem. Il 6,4% è posseduto da Dodge&Cox, un altro 2% dalla People’s Bank of China.

Perché Saipem continua a scommettere sull’innovazione – “È dimostrato – dice Antonio Careddu,

Antonio Careddu, EVP Innovazione, Sistemi e Corporate Marketing di Saipem

EVP Innovazione, Sistemi e Corporate Marketing di Saipem– che i Paesi che investono maggiormente in innovazione sono quelli più avanzati e che innovare è necessario per sopravvivere. Non è solo questione di investimenti finanziari ma di cambio di mentalità: la Kodak, per esempio, aveva inventato la fotografia digitale ma il management non ha creduto al suo sviluppo e l’azienda è fallita”. A maggior ragione innovare è doveroso in un settore come quello petrolifero e del gas che, sottolinea Careddu, è “ciclico, perché il petrolio è una commodity legata alla legge della domanda e dell’offerta”. E snocciola alcuni dati: negli ultimi 10 anni il costo per progetto è aumentato di 5 volte, mentre la produttività è diminuita. Sono saliti anche i costi per la manodopera e per le costruzioni, e la concorrenza si è fatta più agguerrita.

D’altra parte, sottolinea il manager, per i prossimi anni è previsto un aumento della popolazione mondiale, che avrà sempre maggiore bisogno di energia. “A causa dei problemi di surriscaldamento del pianeta – prosegue – si dovrà ridurre significativamente la percentuale di Co2, l’ossido di carbonio provenienti dalle fonti di energia fossili, perciò i consumatori saranno sempre più attenti alla responsabilità delle aziende, la corporate responsability. Contestualmente il petrolio sarà di qualità sempre più scarsa”. Quali sono dunque le strategie di Saipem per affrontare le nuove sfide? Nel breve periodo intende ridurre i costi attraverso tre modalità: aumento dell’efficienza, incremento della produttività e aumento della coperta di altre aree di mercato. In conseguenza si propone di perseguire la digital trasformation, che dovrà portare a un aumento dell’efficienza e potrà offrire nuove value proposition. Tutto questo significa (anche) innovazione. Ecco come viene articolata nel piano di Saipem.

L’INNOVAZIONE IN SAIPEM, CHI LA FA E COME

Una parte dello stabilmento Saipem a Marghera (Venezia)

Tecnologia e innovazione rappresentano uno dei cinque pilastri del Piano Strategico aziendale insieme a rifocalizzazione del portafoglio di business, de-risking delle attività, ottimizzazione dei costi e maggiore efficacia dei processi.

I centri di innovazione – Sapeim scommette sull’innovazione attraverso investimenti economici diretti, tramite Ricerca e Sviluppo (R&D), e indiretti, attraverso i progetti. Le aree si possono dividere in tre categorie:

Corporate Tecnology Innovation, “situata” presso il quartier generale a San Donato Milanese (Milano)

Technology Innovation Centers – In Italia gli Innovation Hub sono a Milano, Marghera e Fano. Ci sono grandi centri di innovazione a Parigi e Oslo.

Technology Application Execution – In Romania, a Ploiesti, c’è un centro che sfrutta tecnologie sviluppate in Croazia, a Rijeka.

Risorse e investimenti – Alle attività di innovazione vengono dedicate complessivamente oltre 250.000 ore all’anno. Circa 150 persone sono impiegate full-time in queste attività, mentre sono in tutto 400-500 quelle coinvolte a vario titolo in impieghi non necessariamente a tempo pieno. Tra il 2012 e il 2016 alle innovazioni tecnologiche sono stati dedicati investimenti per 73 milioni di euro, alle applicazioni tecnologiche (sviluppo di attività per progetti commerciali o di investimento) circa 90 milioni di euro.

I brevetti – Negli ultimi anni il portafoglio brevetti si è arricchito di ulteriori nuove registrazioni e licenze in ambito petrolchimico e nella produzione di fertilizzanti. Nel 2016 sono stati presentati 36 nuovi brevetti.

L’OPEN INNOVATION

L’open innovation, questa modalità che porta le aziende a ricercare idee, spunti e progetti innovativi anche al di fuori del perimetro aziendale, è declinata da Saipem essenzialmente attraverso due linee guida: progetti congiunti o in partnership con decine di altre aziende, anche concorrenti (si chiama co-innovazione), e un laboratorio creato ad hoc, La Fabbrica dell’Innovazione.

Come funziona la Fabbrica dell’Innovazione di Saipem

“Per implementare la tecnologia, e in particolare le tecnologie innovative, è indispensabile il fattore umano” afferma Andrea Boscacci, manager della Fabbrica dell’Innovazione. Si tratta di un incubatore e laboratorio dove lavorano e si confrontano, attraverso metodologie non strutturate e non convenzionali, pensatori innovativi che raccolgono idee e sviluppano progetti sulla base di temi decisi dal top management. Collocato fisicamente nella sede di San Donato Milanese, è uno spazio reale ma anche virtuale, composto da dipendenti selezionati internamente, che sono seguiti da mentor e si dedicano all’elaborazione di idee, le quali vengono trasferite ai senior sponsor, che successivamente decidono su quali è opportuno concentrarsi. “Più idee vengono fuori – commenta Boscacci – più è possibile trovare il meglio. E va sottolineato che solo una percentuale minima di esse passa alla fase di prototipazione, come è giusto in questi casi. Si stima che solo 3 su 300 idee vengano approvate”. Il processo punta a favorire il consolidamento e coinvolgimento di attori dell’ecosistema quali università, centri di ricerca, startup, nonché della vasta rete di fornitori e sub-contrattisti che da sempre affiancano Saipem.

LE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE

Ora, più che mai, per Saipem, l’innovazione è diventata determinante nel rapporto con i clienti, che chiedono

Massimo Fontolan, VP SONSUB (Marghera, UK)

soluzioni efficienti in grado di consentire di operare in modo veloce ponendo la sicurezza al centro delle operazioni. Attualmente l’azienda sta lavorando a soluzioni tecnologiche innovative per i business subsea, offshore ed onshore.

Ecco alcuni esempi

· Il programma INNOVATOR ROV, avviato nel 2000, produce su scala industriale i robot sottomarini comandati a distanza. L’ultimo modello di ROV è l’Innovator 2.0, disegnato e prodotto da Saipem: è in grado di operare su cavi ombelicali di notevole lunghezza.

· La tecnologia sottomarina SPRINGS, sviluppata in collaborazione con Total e Veolia, è un’alternativa economicamente vantaggiosa rispetto ad impianti di trattamento ed iniezione di acqua tradizionali, in quanto sposta il processo di rimozione dei solfati direttamente sul fondale marino e elimina le linee di trasporto dell’acqua utilizzata per l’iniezione, così aumentando di l’economicità del recupero di petrolio.

· L’HYDRONE è un nuovo ibrido di ROV / AUV progettato per l’ispezione e la manutenzione dei campi subsea e comandato a distanza e manovrabile attraverso una piattaforma modulare estensibile.

· Il sistema MULTIPIPE sviluppato grazie alla collaborazione con alcune oil company, permette di separare il gas dal liquido in acque profonde ed ultra profonde semplificando non solo lo sviluppo del campo, ma anche le operazioni.

· Il sistema SPOOLSEP ottimizza la produzione dei campi già esistenti attraverso la separazione e la reinfezione dell’acqua prodotta per applicazioni in acque profonde e molto profonde e/o a elevata pressione.

· L’ACTIVE LOCAL HEATING è un sistema di riscaldamento locale che consente una migliore fluidità aumentando la temperature del fluido attraverso il tubo. Saipem è uno dei leader mondiali nei servizi di perforazione, ingegneria, approvvigionamento, costruzione e installazione di condotte e grandi impianti, onshore e offshore, nel settore oil & gas. L’azienda si contraddistingue per le sue competenze nelle operazioni in ambienti ostili, zone remote e acque profonde. Saipem fornisce una gamma completa di servizi con contratti su base “EPC” ed “EPCI” (“chiavi in mano”) e dispone di capacità distintive ed asset ad alto contenuto tecnologico.

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