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Mirrorable, se la riabilitazione è un gioco per bambini

La piattaforma è stata ideata da FightTheStroke, l’associazione fondata da Francesca Fedeli e Roberto D’Angelo per prendersi cura dei bambini colpiti da ictus perinatale, come il loro. A EconomyUp raccontano l’idea, premiata da Fondazione Vodafone, di usare l’interazione con la tecnologia per il recupero dei piccoli

Pubblicato il 02 Mar 2017

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Mirrorable, il progetto hi-tech per i bambini con l'ictus

Mirrorable, il progetto hi-tech per i bambini con l'ictus

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Trasformare la riabilitazione in un gioco al computer: è con questo obiettivo che è nato Mirrorable, il nuovo progetto di FighttheStroke, associazione costituita a Milano nel 2014 per volontà di Francesca Fedeli e Roberto D’Angelo, genitori di un bambino colpito da ictus perinatale. Tra i suoi scopi, oltre alla diffusione di conoscenze su questa patologia, c’è quello di “ispirare le nuove generazioni e favorire la ricerca e l’adozione di terapie disruptive”. Così come è disruptive Mirrorable, una videopiattaforma interattiva che consente la riabilitazione attraverso la tecnologia. Nel 2016 il progetto è risultato tra i vincitori di Digital For Social, bando della Fondazione Vodafone Italia per la digitalizzazione del Terzo Settore.

Per curare il loro piccolo, Francesca e Roberto hanno approfondito il modo con cui funzionano i neuroni a specchio, quelli che si attivano quando una persona vede un’altra compiere una determinata azione e poi, ripetendo quello che ha visto, impara a fare quel movimento.

Partendo da questi presupposti è nata la piattaforma di videoriabilitazione da utilizzare comodamente a casa propria: come spiegano a EconomyUp i co-founder di FightTheStroke in questo video, è sufficiente possedere un apparecchio televisivo, una consolle Xbox con Kinect e una connessione Internet con collegamento a Skype.

In pratica il bambino che deve fare la seduta di riabilitazione vede una persona che mostra i movimenti sui quali si deve esercitare. Il progetto è basato su video-storie ed esercitazioni congiunte volte a stimolare la plasticità del sistema motorio dei piccoli utenti.  Un “gioco da bambini” che però può avere risultati significativi per renderli un giorno adulti più abili.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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