Strategie

Il digitale è una battaglia quotidiana per il consenso, dalla politica all’impresa

Sbaglia chi domanda quanti voti vale Internet. La questione è: come faccio a stare sul web senza perdere voti? Ma anche ricavi o reputazione? Le risposte nel libro-testimonianza del parlamentare Antonio Palmieri, “Internet e comunicazione politica”. Con un’avvertenza: la realtà viene sempre prima…

Pubblicato il 23 Gen 2017

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Internet ha cambiato anche la politica. E sta continuando a cambiarla. L’ultima, abbagliante conferma è arrivata dal sorprendente ingresso alla Casa Bianca di mister Donald Trump, con annesse polemiche. Le campagne ormai si giocano on line e soprattutto sui social network. Arriva quindi a fagiolo il libro “Internet e Comunicazione politica” di Antonio Palmieri, responsabile web di Forza Italia, un pioniere delle relazioni digitali visto che ha un sito personale da oltre 15 anni ed è stato, insieme con l’irruento Antonio Di Pietro, il primo parlamentare italiano su Twitter. Insomma, uno che se ne intende a differenza di tanti altri suoi colleghi.

Conosco Palmieri da tempo e ho modo di apprezzarlo settimanalmente anche come titolare di un blog su EconomyUp (Tecnologia Solidale). Spesso gli dico, quasi scherzando, che è un politico anomalo. Mi piace trovare anche in questo libro conferma di quella che io chiamo la sua “anomalia”, che poi non è altro che la capacità di guardare alle cose importanti ben oltre gli schieramenti e soprattutto con uno sguardo attento al presente quotidiano e al futuro che ci riguarda tutti.

“Internet e Comunicazione politica”, pubblicato da Franco Angeli, è come dichiara lo stesso autore, un “libro-testimonianza” di una militanza digitale che si avvia verso il quarto di secolo, militanza digitale che si è intrecciata con le vicende politiche del nostro Paese ma ha anche con l’evoluzione della cultura tecnologica generale. Le cose sono cambiate e il libro anche questo documenta. “Parlare di tori non è come essere nell’arena”, dice un proverbio spagnolo ricordato da Palmieri. Ecco, lui è certamente un torero che nel corso del tempo ha dovuto agitare la muleta davanti a tanti tori furiosi, sempre con un occhio agli sviluppi tecnologici e l’altro agli equilibri politici.

La copertina del libro di Antonio Palmieri

Per questa ragione “Internet e Comuniazione” è anche una guida utile, grazie anche a un linguaggio semplice e poco incline al birignao tecnologico, a tutti coloro che si avvicinano in ritardo alla comunicazione digitale, anche a livello personale e non solo nell’arena politica. Internet è il luogo della campagna elettorale permanente, si intitola un paragrafo del libro, ricordandoci che online relazioni, reputazione e, quindi, consenso si costruiscono giorno. La lettura politica di Palmieri è facilmente trasferibile ad altri ambiti, soprattutto nei concetti generali che la guida. Ce ne sono un paio che mi piace sottolineare perché spesso sommersi da certe ossessioni digitali forse anche per la loro ovvietà: la realtà viene prima della comunicazione (serve un leader, così come serve un prodotto per avere successo), anche perché il web non è un mondo a parte ma un pezzo importante del nostro mondo. Secondo, con internet non si vincono le elezioni, ma senza si perde (così come il web non è garanzia di business ma è sempre più difficile farlo restando solo offline).

Ecco perché, concludo con Palmieri, sbaglia chi domanda ancora quanti voti vale Internet. Altra è la questione:  “come faccio a stare online in modo tale da non perdere voti e anzi guadagnarne qualcuno di più? Sostituite voti con ricavi e capirete perché davanti al digitale siamo tutti uguali: singoli, partiti, aziende.

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