Pmi innovative

Ecco l’azienda che inonderà il mondo di 65 milioni di carte con impronta digitale

Card Tech, pmi innovativa italiana, ha in cantiere la fornitura di smart card biometriche a un player internazionale nel settore delle carte di credito. Il nome e altri dettagli a fine anno. Intanto potrebbero arrivare 15 milioni di dollari da fondi esteri

Pubblicato il 15 Set 2015

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Fabrizio Borracci, Ceo di Card Tech

Nei prossimi tre anni prevede di inondare il mondo con oltre 65 milioni di carte di pagamento in grado di leggere l’impronta digitale e a breve conta di chiudere un round di finanziamento da 10/15 milioni di dollari. È una pmi innovativa italiana, si chiama Card Tech e promette grandi cose.

Costituita a Udine da alcuni ingegneri friulani e presieduta da Fabrizio Borracci, ha brevettato in 75 Paesi del mondo una Smart Card Biometrica alla quale il team ha lavorato negli ultimi 8 anni: una carta, appunto, dotata di un sistema completo di acquisizione, storage e matching dell’impronta digitale. In pratica la card, che è materialmente simile a una qualsiasi carta di credito, “contiene” l’impronta ed è quindi in grado di garantire al 100% l’identità del possessore.

Card Tech, come dicevamo, figura tra le matricole dell’Investment Compact, la legge emanata a marzo scorso che ha introdotto per la prima volta in Italia la categoria delle piccole e medie imprese innovative, concedendo loro alcune agevolazioni già concesse a suo tempo alle startup innovative.

Entro fine anno potrebbe spiccare come una delle più intraprendenti tra le “sorelle” pmi innovative, per ora solo 40 (dati aggiornati al 14 settembre 2015), grazie a un mega-contratto con un grosso player internazionale di cui per il momento non può svelare il nome. Contratto, sembra, già firmato a luglio, ma del quale la società internazionale non vuole ancora dare comunicazione in attesa di alcune procedure da espletare. In pratica nelle carte di pagamento, al posto del pin, sarà “contenuta” l’impronta digitale del proprietario.

In attesa dell’ufficializzazione della notizia (forse a dicembre), il Ceo Fabrizio Borracci rivela a EconomyUp che è in cantiere un’altra rilevante novità: 2 fondi americani e un fondo arabo sarebbero interessati a investire in Card Tech per una cifra complessiva pari a 10- 5 milioni di dollari. Il procedimento è in fase di due diligence e in questi giorni i fondi stanno analizzando la documentazione fornita dalla società friulana. A breve si attende l’annuncio dell’attivazione dei finanziamenti.

Intanto Card Tech è impegnata in progetti di vario tipo. Procede con successo la sperimentazione SicurPOS, il primo progetto pilota che consentirà l’identificazione delle guardie giurate per il trasporto valori attraverso l’impronta digitale. Avviato a giugno scorso SicurPOS è frutto di una collaborazione internazionale avviata tra Card Tech, che ha brevettato il sistema di riconoscimento dell’impronta PinKey Smart, cuore tecnologico del progetto, Battistolli, realtà italiana di servizi di trasporto valori e contazione denaro a favore di banche, aziende, realtà commerciali e private, e Ingenico Group, multinazionale francese che vanta una base installata di oltre 27 milioni di terminali POS in 170 paesi e un fatturato di 1,607 miliardi di euro nel 2014.

In pratica SicurPOS prevede, per ogni dipendenza bancaria, l’identificazione certa del personale addetto al trasporto denaro e il tracking dei plichi ritirati o consegnati. La certezza è data dal documento identificativo, brevettato da Card Tech, in formato smart card su cui è installato un particolare sensore per la lettura dell’impronta digitale.

“L’esperimento con Battistolli è andato bene – dice Borracci – e a fine anno è prevista la consegna di ulteriori 300 carte, per un vero e proprio test di validazione”.

I settori in cui Card Tech è attualmente operativa sono: settore bancario, controllo accessi e settore governativo. Il primo a partire sarà un progetto pilota sul controllo accessi con una casa automobilistica che produce auto sportive(anche in questo caso per il momento non è possibile svelare il nome dell’azienda), tramite la società Mar, per la verifica dell’accesso del personale nelle aree Ricerca e Sviluppo.

Partirà poi un’iniziativa per controllare gli accessi dei dipendenti in alcune società governative a livello europeo (anche in questo caso Borracci non è ancora autorizzato a rivelare i nomi dei committenti). Si tratterà di un prodotto unico con badge e firma digitale, ovvero la stessa carta servirà per controllare gli accessi del funzionario al posto di lavoro e per consentirgli di firmare le email firma digitale tramite un lettore esterno collegato al pc.

Cosa ha significato e cosa significa essere startup innovativa per Card Tech? “Possiamo usufruire di alcune agevolazioni” commenta Borracci. “Tuttavia auspichiamo un passo avanti: che il governo crei regole nuove per permettere agli investiori esteri di investire in Italia in modo più conveniente. Altrimenti storcono il naso quando si parla di tassazione sugli investimenti”.

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