Cambiamenti storici

Perché dare fiducia ai migranti può essere conveniente

Centinaia di migliaia di rifugiati arrivano in Europa: si cercano soluzioni, ci si interroga sulle conseguenze. Dal passato una storia emblematica: dopo il terremoto del 1906 a San Francisco, Amadeo Giannini, banchiere figlio di italiani, fu l’unico a far credito a chi era rimasto senza nulla, come oggi i profughi. Così nacque la Bank of America

Pubblicato il 08 Set 2015

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Amadeo Peter Giannini, oriundo italiano fondatore della Bank of America

È emergenza rifugiati in Europa: centinaia di migliaia di persone in fuga da guerra e povertà stanno oltrepassando in massa i confini europei. La Cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta disposta ad accogliere i migranti che hanno necessità di protezione e ha annunciato lo stanziamento di altri 6 miliardi di euro per l’accoglienza nei prossimi mesi. La Commissione europea intende proporre l’assegnazione del 60% dei migranti ancora da collocare (sono in tutto circa 120mila) a Germania, Francia e Spagna (40mila dovrebbero lasciare l’Italia). Parigi si è detta disponibile ad accettare i rifugiati e il premier britannico David Cameron ha confermato la volontà di accogliere fino a 20mila siriani in fuga da qui al 2020. Papa Francesco ha fatto appello a tutte le strutture religiose affinché accolgano famiglie di profughi.

Quelli che stanno arrivando – un “flusso mozzafiato” l’ha definito la Merkel – hanno percorso centinaia di chilometri a piedi o solcato mari pericolosi sfidando in molti casi la morte. Immagini che in diversi connazionali stanno generando timori di varia natura: chi se ne occuperà? Come sopravviveranno? Che fine faranno? Eppure c’è chi, in passato, ha dato fiducia a decine di migliaia di disperati ricavandone ricchezza e prosperità per se stesso e per loro. Si chiamava Amadeo Peter Giannini, era anche lui un migrante – figlio di liguri emigrati in California nell’Ottocento sulla scia della Corsa all’Oro – e nel 1904 aveva aperto una banca a San Francisco, Bank of Italy, al servizio di piccoli artigiani e commercianti di origine italiana ai quali nessun altro era disposto a far credito. La svolta arrivò nell’aprile 1906, quando San Francisco fu semidistrutta da un terribile terremoto, seguito da un incendio. La gente era stremata e senza mezzi di sussistenza, proprio come i rifugiati che oggi, a frotte, si affollano in Europa. Nessuna banca aveva intenzione di riaprire, nessuno avrebbe osato prestar loro denaro. Giannini lo fece. Si piazzò sul molo, davanti a un tavolo con scritto “Si fa credito a tutti”: bastava una faccia e una firma. Ebbe fiducia in gente priva di garanzie materiali ma con una gran voglia di ricominciare. In breve diventò molto più ricco di quanto già era, gettando le basi per la nascita della Bank of America nel 1927.

La storia è raccontata nel libro del giornalista e scrittore Roberto Bonzio, “Italiani di Frontiera- Dal West al Web: un’avventura in Silicon Valley(Egea), nel quale si narrano altre affascinanti vicende di italiani che hanno dato un prezioso contributo allo sviluppo della grande nazione americana. Migranti anche loro, approdati negli Usa senza arte né parte per poi diventare colonne portanti nei più disparati settori: dalla genetica alla tecnologia al cinema.

A proposito di cinema, il nostro Giannini successivamente investì a Hollywood, dando soldi a Charlie Chaplin per il film “Il Monello” e aiutando Walt Disney a terminare “Biancaneve e i sette nani”, “simbolo dell’uscita dalla Grande Depressione – scrive Bonzio – attraverso un prodotto di alta tecnologia”.

Proprio durante la crisi finanziaria, Giannini dette ancora una volta il meglio di sé, finanziando la costruzione del Golden Gate Bridge e puntando su due giovani allora sconosciuti, Hewlett e Packard, ex studenti di Stanford, che allestirono la loro prima azienda in un garage di Palo Alto. Oggi è considerato il luogo di nascita della Silicon Valley.

“Nel 1949 – si legge in “Italiani di frontiera” – la sua Bank of America è diventata la prima al mondo. Avrebbe potuto essere miliardario, si scopre invece che il suo patrimonio personale valeva meno di 500mila dollari. Meno di un centesimo di quel che avrebbe potuto possedere. Per anni aveva lavorato senza stipendio.(…) ‘L’ossessione dei soldi è un grosso problema. Che io non ho mai avuto’, disse una volta”.

Amadeo Peter Giannini aveva sette anni quando vide suo padre ucciso con una coltellata, durante un litigio per un dollaro. Il suo desiderio di fare grandi cose forse è nato proprio da quel momento di disperazione. Come potrebbe accadere a qualcuno dei migranti di oggi.

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