#nuovolavoro, quel che cambia con il Jobs Act

Adesso che ci sono i decreti per le aziende c’è da districarsi nella nuova flexicurity, dalle tutele crescenti alla conciliazione stragiudiziale. Il founder partner dello studio LabLaw illustra i punti più importanti della riforma. Che ha dentro qualcosa di “vecchio” e qualcosa di ancora poco considerato, come il contratto di ricollocazione

Pubblicato il 27 Feb 2015

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Arrivano i primi decreti attuativi del Jobs Act e si aprono nuove opportunità per il mercato del lavoro nel segno della flexicurity. Ma tra le aziende restano dubbi interpretativi sulle tante misure previste. Per questo motivo Randstad, secondo player al mondo nel mercato delle risorse umane, e LABLAW, lo studio legale specializzato in diritto del lavoro e diritto sindacale, in partnership con Invest in Lombardy – Promos, il prossimo 5 marzo danno il via al Tour Legale: 18 tappe in tutta Italia in cui il giuslavorista Francesco Rotondi, founding partner dello Studio Legale LABLAW, e i responsabili regionali Randstad aiuteranno le aziende a districarsi nella complessa materia normativa e a individuare strumenti e modalità per sfruttare al meglio le opportunità introdotte dalle recenti novità dei decreti attuativi. Si inizia con il primo workshop giovedì 5 marzo a Milano, alle 9.30 presso Palazzo Turati in Via Meravigli, 9B. Si prosegue con le altre tappe di Bologna, Firenze, Bari, Parma, Torino, Vicenza, Pescara,
 Napoli, Varese, Piacenza, Brescia, Lecco, Cuneo, Treviso, Biella, Roma per concludere nuovamente a Milano il 16 giugno.

Francesco Rotondi, founding partner dello Studio Legale LABLAW

La tanto attesa riforma del mercato del lavoro, nota come “Jobs Act” sta prendendo forma: i primi due decreti sono ormai definitivi e prossimi alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Lo scorso 20 febbraio sono stati pubblicati sul sito del Governo anche altri due schemi di decreti attuativi, che mirano a ridisegnare il quadro normativo riguardante le tipologie contrattuali, la disciplina delle mansioni e le norme sulla tutela e conciliazione delle esigenze di cura, vita e lavoro.Le novità più rilevanti riguardano, senza dubbio, i nuovi assunti a tempo indeterminato, ai quali si applicherà, in caso di licenziamento, un regime di tutela meno rigido rispetto a quello previsto dall’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, così come modificato dalla Riforma Fornero. La reintegrazione restarà unicamente per i licenziamneti nulli, discriminatori o inefficaci e nel caso di licenziamenti disciplinari quando il fatto materiale posto alla base del licenziamento è insussistente. Nell’ultima versione del decreto rimane la sola indennità economica per la violazione dei criteri di scelta in caso di licenziamenti collettivi, tema ampiamente dibattuto prima della stesura del testo finale. Inoltre, si chiarisce che le “tutele crescenti” – le quali si esauriscono nel riconoscimento di una indennità proporzionata all’anzianità di servizio in caso di illegittimità del licenziamento accertata in sede giudiziale – varranno anche in caso di conversione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato e di stabilizzazione degli apprendisti.

Novità di rilievo è l’incentivazione della conciliazione stragiudiziale attraverso una esenzione fiscale della somma offerta dal datore di lavoro al lavoratore per porre fine ad ogni controversia che potrebbe insorgere in merito alla legittimità del licenziamento.

Ulteriori novità sono contenute nel decreto sugli ammortizzatori sociali che cancella l’ASPI e la MINI ASPI, introducendo la NASPI che assicurerà un sostegno al reddito a tutti coloro che dal 1 maggio 2015 potranno vantare di 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti lo stato di disoccupazione. La durata del sussidio non sarà più ancorata all’età del lavoratore bensì all’anzianità contributiva e la sua durata massima salirà a due anni (78 settimana dal 2017). In via sperimentale, è previsto anche un sussidio mensile per i collaboratori, anche a progetto, che perdono l’occupazione, in sostituzione dell’una tamtum ad oggi vigente. Per di più, per i lavoratori che hanno già fruito della Naspi ma continueranno a versare in stato di disoccupazione è previsto un ulteriore sostegno al reddito, nel caso in cui questi siano dotati di determinati requisiti.

Un disegno ricco di innovazione e qualche vecchia conoscenza, infatti il decreto sugli ammortizzatori sociali contiene l’ennesimo tentativo di legare le politiche passive con le politiche attive del lavoro: il mantenimento dell’assegno di sostegno al reddito è ancorato alla ricerca attiva di un impiego da parte del soggetto beneficiario.

Estremamente importante, nonostante non abbia suscitato grande interesse, è il contratto di ricollocazione, un istituto che se funzionasse potrebbe determinare una vera svolta. Tutti i disoccupati (non solo i licenziati illegittimamente come inizialmente previsto) potranno ricevere un voucher e rivolgersi ad una agenzia pubblica o privata per l’impiego che assisterà il soggetto nella ricerca di una nuova occupazione, attraverso un percorso ad personam. L’agenzia incasserà la “dote” solo a risultato ottenuto.

Infine, il decreto sul riordino delle tipologie contrattuali riscrive il contratto a termine, la somministrazione di lavoro, l’apprendistato, il tempo parziale, l’intermittente, l’occasionale e le collaborazioni. In particolare si eliminano le causali per la somministrazione a tempo indeterminato e si introduce un limite quantitativo del 10% per la stipulazione di contratti di somministrazione a tempo indeterminato rispetto a quelli a tempo indeterminato “diretti”. Ebbene, sarà sicuramente un 2015 ricco di sorprese.

* Francesco Rotondi è founding partner dello Studio Legale LABLAW, Milano

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