Tecnologia solidale

Jobmetoo, la piattaforma per superare i pregiudizi su lavoro e disabilità

Non è un Linkedin per disabili. L’agenzia online ideata da Daniele Regolo indirizza ogni disabilità e ogni livello di professionalità verso la posizione lavorativa più adatta. «Le aziende devono capire che portiamo valore non problemi», dice il founder

Pubblicato il 06 Mar 2015

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Daniele Regolo, founder di Jobmetoo

Non c’è miglior sordo di chi non vuole sentire…la propria sordità! A volte anche i proverbi vengono riscritti dalla tenacia di chi non si arrende al proprio limite e, anzi, lo trasforma in una risorsa. E’ la storia di Daniele Regolo. “Dopo la laurea in Scienze Politiche –  racconta Daniele – per 15 anni ho fatto lavori “dispersi” e frustranti. Poi, dopo concorso pubblico, ecco il posto fisso a tempo indeterminato, come amministrativo in una azienda sanitaria. Peccato che mi assegnarono al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia grave sordità.”.

Daniele stringe i denti e regge alcuni anni. Poi dice basta. Si dimette dal posto fisso pubblico. Sceglie di fare l’imprenditore. La sua idea imprenditoriale è di mettere finalmente insieme ciò che nella sua vita non aveva fino ad allora mai funzionato: lavoro e disabilità.

Così, nel 2011, prende le mosse quello che oggi è Jobmetoo, piattaforma online e agenzia per il lavoro (autorizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), focalizzata sulla ricerca di lavoro delle persone con disabilità.

– Leggi la storia di Jobmetoo

Jobmetoo mette insieme in modo mirato ed efficiente le aziende che cercano lavoratori con disabilità e le persone con disabilità che cercano lavoro. A prima vista, può sembrare una sorta di “Linkedin per i disabili”, ma non è così. Jobmetoo svolge un accurato lavoro individualizzato, grazie alla tecnologia e a esperti specifici: ogni disabilità e ogni livello di professionalità sono orientati verso la posizione lavorativa più adatta, attraverso accurati filtri di ricerca e tramite la possibilità di inserire annunci di lavoro visibili solo ai candidati compatibili.

Per i disabili che cercano lavoro il servizio è gratuito. Le aziende pagano a seconda dei diversi livelli di accesso e in cambio ottimizzano la ricerca di personale, rispettano gli obblighi di legge in modo per loro “conveniente”, aumentano la reputazione aziendale tramite l’utilizzo di questo servizio.

L’impiego dei sogni si trova online

Dice Daniele: “Noi intendiamo sfatare i vecchi pregiudizi legati all’inserimento lavorativo di persone con disabilità: chi cerca lavoro teme che le aziende siano “insensibili”, mentre le aziende hanno paura di prendere persone che portano problemi, non valore. Noi vogliamo capovolgere entrambe queste visioni.
Vogliamo far diventare i disabili protagonisti della loro vita. E’ conveniente per tutti. La persona disabile che lavora genera ricchezza, per l’azienda e per sé, contribuisce ad alleggerire il costo sociale e previdenziale, dà forza all’economia e alla società. Questa nicchia di mercato ha potenzialità inesplorate.”.

Nicchia di mercato. Sì, perché Jobmetoo non è una onlus ma una azienda, che vuole generare reddito per chi ci lavora e profitti che ripaghino chi ha creduto e investito in questo progetto. Perché è possibile unire missione sociale e profitto, promuovere un cambio di mentalità attraverso una impresa, usare le tecnologie per fare in modo che le persone disabili vivano in dignità e libertà.

Mostrare esempi di come ciò avviene è uno degli obiettivi di questa rubrica. Se hai segnalazioni, scrivici: redazione@economyup.it

* Antonio Palmieri, deputato Commissione cultura, Forza Italia, @antoniopalmieri

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Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

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