Fusioni e acquisizioni accelerano la trasformazione digitale

Il 2014 è stato un anno da record per il merger and acquisition anche nel settore digital. Il trend positivo si registra anche in Italia. Ecco le motivazioni strategiche che stanno dietro questa nuova ondata di operazioni.

Pubblicato il 02 Nov 2015

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La trasformazione digitale è un treno in corsa e i grandi trend che stanno guidando questa rivoluzione – Cloud, Big Data, Mobile e Social – non sono semplicemente tecnologie in grado di migliorare l’efficienza e ridurre i costi, ma sono le leve con cui creare nuovi modelli di business, sviluppare nuove fonti di ricavo e cambiare il modo di lavorare delle persone.

L’impatto di tale trasformazione si avverte anche sulla filiera del digitale, la cui struttura tradizionale – costituita da specifiche tipologie di attori intermedi e da un ben identificato cliente finale – sta perdendo ormai di significato. I tipici ruoli dei fornitori si stanno evolvendo verso modelli ibridi in grado di integrare rapidamente nuove competenze, anche di tipologie molto diverse tra loro, che li mettano nelle condizioni di rispondere alle esigenze dei clienti in costante e sempre più veloce mutamento. Mentre gli stessi clienti – il cui modello di business è sempre più permeato dal digitale – si trovano spesso a competere con nuovi attori nati proprio grazie alle tecnologie digitali e non possono quindi più permettersi di lasciare in mano ai fornitori la guida e la gestione della propria innovazione di business.

La dinamicità dei mercati spinta dalla nuova rivoluzione digitale, insieme con la grande disponibilità di capitali che devono oggi trovare un impiego, sia esso di natura finanziaria o industriale, rende le operazioni di natura straordinaria – e in particolare le fusioni e acquisizioni – una leva strategica fondamentale per non restare fermi al palo. Le operazioni di M&A costituiscono anzi un fattore di accelerazione della trasformazione per tutti gli attori del Digitale, a partire da grandi player internazionali come Google, che negli ultimi quindici anni ha effettuato 185 acquisizioni (dato aggiornato a ottobre 2015) e ha investito in oltre 300 startup attraverso il proprio fondo di Venture Capital, ma anche per il comparto italiano, che potrebbe così arrivare a giocare la propria partita su un campo più grande, attraverso la progressiva concentrazione di attori per dare vita a soggetti di caratura internazionale e la creazione di opportunità per la nascita di nuovi soggetti, che siano in grado di alimentare continuamente l’innovazione  grazie a modelli caratterizzati da flessibilità e rapidità di go-to-market.

I dati di mercato confermano il crescente interesse verso l’M&A in tutti i settori: il 2014 è stato un anno d’oro a livello mondiale, avendo superato già nel terzo trimestre i valori complessivi dei quattro anni precedenti, e il 2015 sta confermando il trend positivo, avendo già raggiunto oggi i valori più elevati dal 2007, nonostante fattori di preoccupazione come la crisi greca e l’instabilità del mercato cinese. Anche l’Europa – e nel suo piccolo l’Italia – si sono allineate a questo sviluppo decisamente positivo.

Il 2014 è stato un anno da record anche per il settore Digital, le cui transazioni hanno cubato un valore complessivo a livello mondiale pari a $593,3 miliardi – il valore più alto registrato dal 2006 – e i maggiori volumi in termini di numerosità delle operazioni dal 2001. Nonostante il 2014 stellare, il 2015 vedrà sicuramente un’ulteriore crescita sia a livello di valori che di volumi, trainato anche dalla ripresa dei megadeal, come l’annunciata acquisizione di EMC da parte di Dell per $67 miliardi – la più grande acquisizione di sempre nel settore. Il trend positivo si può osservare anche in Italia, dove nei primi nove mesi del 2015 sono già avvenute 47 operazioni di M&A nel settore Digital secondo il censimento dall’Osservatorio Digital & M&A della School of Management del Politecnico di Milano.

Gli ambiti nei quali si è visto il maggior numero di operazioni sono il mondo del software e quello dell’eCommerce e del Web, ma sono avvenute operazioni interessanti anche in ambiti innovativi come l’Internet of Things. Se si guarda alle prospettive future, nonostante la sopraccitata operazione, sta progressivamente diminuendo l’interesse verso l’hardware tradizionale – mercato in cui è sempre più difficile trovare spazi di differenziazione – mentre il mercato sarà trainato principalmente dall’interesse verso soluzioni applicative Cloud e Mobile, oltre a una crescente attenzione verso ambiti innovativi quali Internet of Things, Wearable e 3D Printing.

Le motivazioni strategiche che oggi guidano le scelte delle aziende del settore Digital nell’identificazione delle operazioni possono essere ricondotte alle seguenti categorie:

  • l’innovazione della Value Proposition, introducendo nuove linee di offerta o estendendo quelle attuali con nuovi prodotti o servizi sinergici (ad esempio, Dell ha acquisito il produttore di storage EMC, e Microsoft ha acquisito la popolare to-do-list app Wunderlist, con l’obiettivo di estendere la propria offerta per la produttività individuale basata su Cloud e Mobile);
  • la revisione del modello di Go-to-market, con l’ingresso in nuovi settori o nuovi mercati geografici, il presidio di nuovi canali commerciali e l’introduzione di nuovi modelli di ricavo (ad esempio, Hitachi Systems Ltd. ha acquisito Cosmic Blue Team, System Integrator italiano, con l’obiettivo di estendere la propria copertura del mercato dei servizi IT all’Italia e anche all’Europa);
  • un ridisegno dell’assetto interno, attraverso l’internalizzazione di nuove competenze e asset (ad esempio, Apple ha acquisito VocalIQ, startup britannica che opera nell’area del riconoscimento vocale e permetterà di migliorare le performance di Siri).

Le operazioni di M&A non avvengono però solo tra aziende operanti nello stesso comparto, ma sono spesso la risposta alla “Digital Transformation” da parte delle aziende attive nei settori più tradizionali, una leva per accelerare il processo di “digitalizzazione” del proprio modello di business e cogliere appieno le opportunità introdotte dal nuovo paradigma digitale. Ne sono esempi la recente acquisizione di Business Insider (portale di notizie economico-finanziarie) da parte dell’editore tedesco Axel Springer, che oggi genera più del 50% dei suoi ricavi dai Digital Media e l’operazione attraverso la quale Adidas ha acquisito l’app per il fitness Runtastic.

Le opportunità derivanti dalla crescita tramite operazioni di M&A possono essere colte solo se l’impresa sarà in grado di presidiare alcuni fattori critici come l’identificazione delle sinergie di business, la definizione del giusto valore dell’acquisizione e l’attuazione del corretto percorso di integrazione, ma non per questo i benefici sono limitati solo ai grandi player in grado di portare a termine i megadeal. L’M&A rappresenta infatti una leva strategica a disposizione di tutti gli attori sul mercato che vogliano accelerare il proprio cammino di evoluzione, attraverso l’inserimento rapido ed efficace di competenze innovative in grado di trasformare tutte le dimensioni del modello di business, dai processi interni fino alla Value Proposition e alle strategie di Go-to-market. Si pensi ad esempio ai nuovi scenari che si possono aprire avendo a disposizione al proprio interno un team di Data Scientist e competenze in ambito Big Data.

* Mariano Corso è Responsabile Scientifico Osservatorio Digital & M&A – Politecnico di Milano; Andrea Gaschi è Senior Advisor Osservatorio Digital & M&A – Politecnico di Milano; Marco Morfino è Senior Advisor Osservatorio Digital & M&A – Politecnico di Milano

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