Scenari economici

Come ha agito il Fmi in Grecia? Male, lo ammette lo stesso Fmi

L’indipendent evaluation office, ovvero l’organismo chiamato a giudicare in modo autonomo l’operato del Fondo monetario internazionale, è durissimo nel valutare gli interventi ad Atene, in Portogallo e in Irlanda. E c’è la sensazione che questo rapporto sia un’operazione di cosmesi che non cambierà i prossimi approcci

Pubblicato il 09 Ago 2016

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Christine Lagarde, managing director del Fondo monetario internazionale

Nel mio pezzo del 14 luglio 2016 dal titolo Errori di Fondo, presentavo una critica dell’operato del Fondo monetario internazionale che poteva sembrare dura allora, ma che oggi appare del tutto ragionevole e, anzi, sottotono. Che cosa è successo nel frattempo? È successo che l’ufficio interno al Fondo, il cui compito è produrre valutazioni indipendenti sull’operato del Fondo stesso, ha pubblicato il suo rapporto intitolato The Imf and the Crises in Greece, Ireland and Portugal. Premesso, a scanso di equivoci, che a mio giudizio questo rapporto è un’operazione di cosmesi che avrà poco o nessun effetto sugli prossimi interventi del Fondo, è tuttavia utile sintetizzare che cosa ‘il Fondo pensa dell’operato del Fondo’.

Chi ne avesse voglia e tempo potrà leggere tutto il rapporto al link fornito poche righe sopra. A me sembra di particolare interesse andare a guardare direttamente il Capitolo VI, intitolato Key Findings and Recommendations. Il capitolo è suddiviso in venticinque brevi paragrafi, venti dei quali dedicati a un aspetto particolare dei risultati della verifica e cinque alle raccomandazioni per il futuro. Delle cinque raccomandazioni non mi interessa molto, visto il mio pregiudizio sulla volontà politica del Fondo di seguirne anche una soltanto; tra i risultati della verifica ne seleziono soltanto quei pochi che a me sembrano interessanti.

1. Per cominciare, ecco come titola la notizia il Telegraph:

Il Fmi ammette di aver avuto un relazione amorosa disastrosa con l’euro, chiede scusa per aver immolato la Grecia.

(È forse bene ricordare, in questa nostra epoca di gran sfregare schermi ma di memoria corta, che il Fmi è stato, insieme a Bce e Ue, uno dei membri di quella che i greci hanno chiamato ‘la troika’, organismo non formale che ha condotto la Grecia alla fame pur di pagare alle banche – in gran maggioranza tedesche, francesi, ecc. – le obbligazioni governative greche che queste detenevano. Operando dunque un bail out delle banche, e non del governo greco come si vuol ancora oggi dare da intendere. E facendo pagare a Sdogati, cioè al contribuente europeo, il costo del rischio che le banche, e non Sdogati, si erano assunte. Carini.)

2. Ed ecco il paragrafo introduttivo dell’articolo del The Telegraph:

I livelli alti della dirigenza del fmi hanno indotto in errore i membri del proprio board, emesso una serie di valutazioni catastrofiche sulla Grecia, sono diventati sostenitori entusiastici del progetto euro, hanno ignorato i segnali di crisi imminente, e sono stati collettivamente incapaci di capire uno dei significati fondamentali del concetto moderno di teoria monetaria (currency theory).

Scusate se è poco. Vediamo adesso alcuni dei punti specifici di critica all’operato del fondo.

3. Il punto 122 del rapporto cita tra le caratteristiche dell’intervento del fondo la “mancanza di preparazione”, la quale viene spiegata con il fatto che il fondo mai si sarebbe aspettato che una crisi simile si sarebbe sviluppata in area euro!!! Quali che ne siano state le cause, il fondo è intervenuto senza sapere di cosa stesse parlando.

4. Il punto 123 cita il fatto che l’intervento in “Grecia e Portogallo si è basato su previsioni di crescita eccessivamente ottimistiche”. Davvero!? Chi scrive lo scrive da anni, fin da quel lontano 2010 quando i soloni della troika, che oggi sappiamo impreparati per loro stessa ammissione, imponevano politiche fiscale disumanamente recessive. Inutile negarlo, la soddisfazione nel dire “l’avevo detto e scritto” c’è, ma la rabbia è tanta;

5. Al punto 119 si discute ancora di impreprazione quando si dice che “Nonostante il rischio di contagio fosse un punto di discussione importante, i risultati del contagio sotto scenari diversi… non furono né quantificati rigorosamente né discussi approfonditamente entro l’istituzione” (il fondo, fs. Grassetto nell’originale).

E allora? Allora il Fondo, e con esso la Bce e la Commissione europea, hanno fatto il loro lavoro, poiché:

►Hanno liberato le banche dal debito inesigibile che avevano nei confronti del governo greco;
►Hanno presentato il conto a Sdogati che, ovviamente, non poteva fare altro che pagarlo;
►Hanno affamato il popolo greco inutilmente, perché le condizioni impostegli erano non solo disumane, erano anche economicamente sbagliate (libro di macroeconomia disponibile nel mio studio, come in quello di tutti gli economisti che si rispettino, per qualsiasi funzionario che voglia verificare)
►Affamando il popolo greco, hanno affermato chiaro e forte che il problema di un paese membro dell’area euro è di quel paese e di nessun altro, e che l’Unione è pronta sì a intervenire: per salvare le banche.

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